Il corpo non mente
PHOS Centro Fotografia Torino ospiterà “Il corpo non mente”, una mostra collettiva che raccoglie quattro diverse visioni intorno al tema del corpo, esposto senza ipocrisie o compromessi.
Comunicato stampa
PHOS Centro Fotografia Torino ospiterà “Il corpo non mente”, una mostra collettiva che raccoglie quattro diverse visioni intorno al tema del corpo, esposto senza ipocrisie o compromessi.
I quattro fotografi, Claudio Capanna, Carolina López, Federico Masini e Tea Zanetti, indagano questo tema nella sua verità e lo interpretano attraverso la sua relazione con l’ambiente, la natura, lo spazio urbano e domestico.
Claudio Capanna, come scrive Steve Bisson nella prefazione al suo libro Mater, realizza fotografie che innalzano “un inno a madre natura, alla fecondità, al sacro femminino, alle forze della natura in perenne ricerca di equilibrio. La terra principio e fine di ogni forma di vita. Ma è nella donna che essa trova la sua rappresentazione umana, sintesi di potenza creativa, di destino materno. Mater è un canto che racchiude questa storia attraverso immagini dal carattere sacro”.
Il lavoro di Carolina López esplora le relazioni di potere tra persone, i movimenti, i comportamenti illuminati dalla luce artificiale della notte, esibendo il lato oscuro della città, dello spazio pubblico e della vita sociale. Carolina ha percorso le strade di città come Milano, Parigi, Londra, Las Vegas e con il suo obiettivo ha catturato immagini di donne che vivono la strada e la città in maniera diversa rispetto alle convenzioni sociali. I loro corpi sono soggetti a limiti e ulteriori censure in seguito ai cambiamenti introdotti dalla globalizzazione.
Con le sue fotografie Federico Masini desidera suggerire che il corpo umano non è nulla più e nulla meno di una manifestazione e un’emergenza del discorso naturale. Si tratta di una dimensione in cui il corpo è innanzitutto un fatto fisico e appare come tale. La serie They Return To Their Earth accosta corpo femminile e natura attraverso giustapposizioni, abbinamenti, compenetrazioni.
Un approccio che si vuole neutrale, obiettivo e si interroga sui temi della trasgressione, della sessualità, dell’erotismo, ma anche del sacro e del suo mistero.
Nelle doppie esposizioni di Tea Zanetti il corpo si osserva e si interroga sul suo ruolo nel mondo, per poi interagire con architetture e paesaggi urbani, che l’autrice fotografa e colleziona nel suo percorso quotidiano. Gli elementi artificiali dello spazio cittadino, con le loro forme studiate e i loro dettagli funzionali, divengono analogie del corpo inteso come perfetta architettura naturale, creata per adempiere al suo scopo essenziale: vivere.