Il fregio dei Carracci – Opere a confronto
Un percorso espositivo di 31 opere di arte moderna e contemporanea dalla collezione Fondazione Carisbo in dialogo coi fregi carracceschi, che per primi rivelarono al mondo la grandezza dei tre artisti.
Comunicato stampa
Dal 22 novembre 2019 al 16 febbraio 2020 un percorso espositivo di 31 opere di arte moderna e contemporanea dalla collezione Fondazione Carisbo in dialogo coi fregi carracceschi, che per primi rivelarono al mondo la grandezza dei tre artisti.
In occasione delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Ludovico Carracci, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni di Bologna apre al pubblico le porte del Piano Nobile con i celebri cicli carracceschi di Giasone e Medea - la prima impresa collettiva di Ludovico, Agostino e Annibale – e delle avventure di Enea realizzato da Ludovico e dai loro allievi.
In questa esposizione il museo mette in dialogo gli affreschi che rivelarono al mondo la rivoluzione dei Carracci con 31 opere tra dipinti, sculture e installazioni del Novecento provenienti dalla collezione di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, molte delle quali mai esposte al pubblico prima: un confronto trasversale tra le epoche e gli stili, alla ricerca di affinità tematiche o formali tra le opere antiche, moderne e contemporanee.
L’esposizione “Il fregio dei Carracci – Opere a confronto” ha alla base un lavoro di ricerca nei caveaux, condotto da Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, storici dell’arte di Genus Bononiae, per individuare opere che presentassero attinenze tematiche. Così “Il Dittatore folle” di Galileo Chini - esposto per la prima volta - dipinto in occasione delle celebrazioni per l’arrivo di Hitler a Firenze nel 1938, rimanda nella sua feroce mostruosità al minaccioso Polifemo incontrato da Enea e i suoi compagni in Sicilia; mentre i nudi di Nicola Samorì, uno dei più apprezzati artisti contemporanei documentano il ciclico ritorno del classico nella storia dell’arte, analogamente a quanto fecero allo scadere del Cinquecento i tre Carracci. E ancora il tumulto della “Battaglia” di Giuseppe Maria Crespi, che rimanda a quello dei combattimenti di Giasone, o la “Salomé” di Mimmo Palladino, eroina tragica al pari della Didone dell’Eneide. Tra le opere esposte anche le “Pietre Alpestri” di Fortunato Depero e la “Scultura Luminosa” di Marco Lodola, che nei loro colori accesi e nella gioiosità della composizione richiamano il tema del gioco dei fregi della Sala Cesi, tra gare con l’arco, corse e tornei tratte dal sesto libro dell’Eneide.
La riapertura del Piano Nobile diventa anche l’occasione per presentare la Guida di Palazzo Fava a cura di Angelo Mazza, con le fotografie realizzate da Carlo Vannini, che offre la prima documentazione integrale dell’apparato decorativo del Palazzo.
Tante le proposte di approfondimento pensate durante tutto il periodo dell’esposizione: dagli eventi e laboratori per bambini, famiglie e adulti, al ciclo di incontri con esperti d’arte, coordinato dal Prof. Angelo Mazza. Il calendario delle conferenze e tutte le informazioni disponibili sul sito.