Il futuro della memoria
Con questa esposizione dal titolo “Il futuro della memoria”, apparentemente contradditorio, la Galleria Blu intende ora affrontare la parte più impegnativa della riflessione sul tema, in particolare di quanto la memoria sia lo strumento indispensabile per comprendere il presente e progettare con metodo il futuro.
Comunicato stampa
Lunedì 3 ottobre alle ore 21 la Galleria Blu inaugura la mostra conclusiva della trilogia dedicata all’importanza della memoria nell’arte. Trilogia iniziata la scorsa stagione con “Fuoco sacro - Il valore della memoria” e seguita da “Lo spazio della memoria”, con opere di Guido Biasi, Claudio Costa e Vincenzo Ferrari.
Con questa esposizione dal titolo “Il futuro della memoria”, apparentemente contradditorio, la Galleria Blu intende ora affrontare la parte più impegnativa della riflessione sul tema, in particolare di quanto la memoria sia lo strumento indispensabile per comprendere il presente e progettare con metodo il futuro; i tre artisti contemporanei Davide Nido, Federico Guida e Alessandro Verdi rappresentano sensibilità tra loro differenti, ma ciascuna delle loro esperienze è intrisa di sensazioni e novità che fanno sì che sia convinzione della galleria, così come anche di buona parte della critica e dei collezionisti, che le loro ricerche estetiche possano legittimamente rappresentare un aspetto significativo della memoria nel futuro.
In mostra i loro nuovi lavori saranno affiancati da altri precedenti che documentano l’intenso rapporto di collaborazione stabilito nel tempo tra la galleria e gli artisti, collaborazione che trova riscontro nelle personali a loro dedicate: a Nido nel 2006, a Verdi nel 2008 e a Guida nel 2009.
Di Nido verranno esposte opere dei quattro filoni di cui la galleria detiene l’esclusiva: “coriandoli”, “tutto”, “freeze” e “deep”.
Di Guida opere recenti come “L’infante Felipe Prospero”, ma anche altre più datate come “Volaverunt”.
Per Verdi, infine, in mostra varie tele, fra cui “La soglia II”, unitamente ad un'accurata selezione dei suoi “quaderni dipinti”.