Il libero gioco di Pino Pascali
La vita e l’opera scultorea di un artista geniale. Conversazione tra Alberto Boatto, Roberto Lambarelli e Marco Tonelli. Introduce Maria Vittoria Marini Clarelli.
Comunicato stampa
La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma
e Johan & Levi Editore sono lieti di annunciare la serata dedicata all’incontro
Il libero gioco di Pino Pascali
La vita e l’opera scultorea di un artista geniale
Conversazione tra Alberto Boatto, Roberto Lambarelli e Marco Tonelli
Introduce Maria Vittoria Marini Clarelli
Martedì 31 maggio - ore 18.30
Sala dell’Ercole - Galleria nazionale d’arte moderna
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Tel. 06-32298328
A seguire, alle ore 20.30 proiezione del film di Marco Giusti Pino Pascali o le trasformazioni del serpente, vincitore del Premio Pascali 2004.
Saranno presenti tra il pubblico Fabio Sargentini ed Enrico Crispolti
Si ringrazia la RAI per la gentile concessione del filmato
L'evento, per la Galleria nazionale d'arte moderna, è coordinato da Maria Giuseppina Di Monte
in collaborazione con Giulia Bruno e Laura Campanelli
La serata prende spunto dal volume di Marco Tonelli “Pino Pascali. Il libero gioco della scultura” edito da Johan & Levi, incentrato sull’opera scultorea dell’artista. Gli ospiti indagheranno poi a tutto tondo sulla figura di questo artista manifestamente geniale, e come tale riconosciuto già dopo le prime opere a metà degli anni Sessanta, che nella sua brevissima vita ha saputo lasciare nella storia dell’arte del secondo ‘900 un segno che ancora oggi perdura.
Marco Tonelli dedica la monografia al grande artista celebrato da mostre nei più importanti musei: una sala personale alla Biennale di Venezia nel 1968 (a qualche mese dalla morte), la retrospettiva alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma nel 1969; al Musée d’art moderne de la Ville de Paris e al Rijksmuseum Kröller-Müller di Otterlo nel 1991; il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid nel 2001. Pascali realizza le sue opere scultoree dal 1964 al 1968, quando a soli 33 anni muore in un incidente stradale. La sua produzione, per la prima volta in mostra nel 1965 alla galleria La Tartaruga di Roma, rimane memorabile ed è citata dai più importanti e influenti critici contemporanei europei e d’oltreoceano. In America cresce la sua fortuna: apprezzatissimo da Larry Gagosian, che nel 2005 ha organizzato una mostra personale di sue opere, incrementandone il già elevato valore, mentre Christie’s ha battuto il Cannone Bella Ciao per 2,6 milioni di dollari e il MoMA di New York ha acquistato verso la fine del 2008 una delle sue più grandi sculture, il Ponte di liane.
L’autore del volume si allontana volutamente dal mito alimentato intorno all’artista per indagare la scultura di Pascali dimostrando quanto rivoluzionaria sia stata, tutt’altro che ingenua e non aliena a ispirazioni celebri: da De Chirico ad Alberto Savinio a Magritte per citarne alcuni. Ma soprattutto, Tonelli vuole liberare Pascali dal mito di Pascali. Si parla perciò del “vero” artista, diverso dagli altri perché non ha un’ideologia politica, sociale o filosofica unitaria sottesa alle sue opere.
Come Piero Manzoni, Yves Klein, Robert Smithson, anche Pascali dice tutto in poco tempo ma nel tempo continua a dire e non finisce mai di essere compreso. Questo il senso di una monografia dedicata a uno di quegli artisti che hanno vissuto dentro il loro tempo da non poterne uscire, da morirci dentro.