Il mito del vero 2012
Apocalisse sociale ed ambientale, economica, esistenziale, solitaria. Rivelazione metaforica e corporale, simbolica, ironica, buffa. Quindi ritorno alla pittura narrativa ricca di idee, e alla performazione plastica, carica di simboli e significati.
Comunicato stampa
IL MITO DEL VERO 2012 | APOKALIPS | curated by Giacomo Maria Prati
2012, quindi, Apocalisse. Non tanto come catastrofe e dramma ma più profondamente quale manifestazione di verità, quale radice della comunicazione, origine della visione, glorificazione della figurazione. Apocalisse sociale ed ambientale, economica, esistenziale, solitaria. Rivelazione metaforica e corporale, simbolica, ironica, buffa. Quindi ritorno alla pittura narrativa ricca di idee, e alla performazione plastica, carica di simboli e significati. Come i Libri Bianchi di Lorenzo Perrone, la ceroplastica di Paola Nizzoli e le porte di Stefania Pennacchio. Un indagine artistica con 36 artisti e più di 40 opere inedite, la maggior parte delle quali recenti o recentissime, pensate ad hoc per Apokalips, di vario formato e differente tecnica e stile, ripartendo da una nuova traduzione dal greco del Libro di Giovanni, sintesi di tutte le Sacre Scritture e densissimo di immagini e immaginari. La mostra è arricchita, grazie alla collaborazione con Temple M. Franciosi e Aldo Ramazzotti, dalla preziosa copia anastatica di Cosimo Panini della Bibbia di Borso d’Este (1461), salvata e venerata da Treccani, capolavoro assoluto che oggi sembra una irresistibile graphic novel nelle sue essenziali ma eloquenti miniature. All’ingresso dello spazio espositivo, un video realizzato da HAL9000 Haltadefinizione dedicato al Cenacolo di Leonardo, mette in evidenza dettagli del capolavoro in dialogo con citazioni del libro dell’Apocalisse di Giovanni. Il catalogo si arricchisce di approfondimenti culturali con gli interventi scritti di Franco Baldini, psicanalista, direttore scientifico della Scuola di Psicanalisi Freudiana, che si è anche occupato di ermeneutica dell’arte con lavori su Botticelli, Guercino, Poussin e altri; Davide Liccione, psicologo e psicoterapeuta, Direttore della Scuola Lombarda di Psicoterapia cognitiva neuropsicologica, Aldo Pioli, critico e iconosofo, e Andrea Aromatico, giornalista, scrittore e studioso di saperi esoterici.
ARTISTI IN MOSTRA
Dario Arcidiacono • Angelo Barile • Daniela Benedetti • Alberto Bertoldi • Alfonso Bonavita • Alessandro Bulgarini • Saturno Buttò • Gianluca Capozzi • Felipe Cardena • Maurizio Carriero • Daniela Cavallo • Tiziana Cera Rosco • David Dalla Venezia • Antonio De Luca • Paolo Dell’Aquila • Fulvio Di Piazza • Vittorio Emanuele • Ugo Levita • Anna Madia • Gian Ruggero Manzoni • Claudio Monnini • Nicola Nannini • Paola Nizzoli Desiderato • Claudio Onorato • Simone Pellegrini • Stefania Pennacchio • Lorenzo Perrone • Enrico Robusti • Marco Nereo Rotelli • Alessandro Russo • Doriano Scazzosi • Roberta Serenari • Dino Valls • Nicola Verlato • Conor Walton • Andrea Zucchi
A cura di Giacomo Maria Prati
LA BIBBIA DI BORSO D’ESTE
Ci sono cose che suscitano in noi emozioni a prima vista e il loro fascino ci spinge a condividere queste sensazioni con gli altri. Ci sono cose che hanno un valore che attraversa secoli di storia e di vicissitudini umane arrivando fino a noi intatte. Il progetto che curiamo relativo alla valorizzazione della Bibbia di Borso d’Este punta proprio su queste due semplici considerazioni per offrire un esperienza unica: conoscere un gioiello dell’arte rinascimentale italiana. La Bibbia, voluta dal Duca Borso d’Este per esaltare la magnificenza della Casa d’Este, e realizzata tra il 1455 e il 1461 da Taddeo Crivelli e Franco dei Russi, con la collaborazione di altri miniaturisti ferraresi, consta di 606 fogli miniati raccolti in due preziosi volumi. Utilizza per quei tempi un linguaggio moderno, superando gli stilemi tardo-gotici e facendo proprie le novità del Rinascimento toscano e della pittura fiamminga. I preziosi fregi e le innumerevoli miniature di raffinata eleganza, accompagnate da imprese ed emblemi degli Estensi, ne fanno un capolavoro senza precedenti. La Bibbia di Borso giunge a Modena nel 1598 allorchè la corte estense vi si trasferì da Ferrara, a seguito della devoluzione di quest’ultima al Papato. Essa rimase patrimonio di Casa d’Este fino a quando l’ultima proprietaria, la principessa Zita d’Asburgo, la mise in vendita presso un antiquario parigino. Il prezioso codice fu acquistato nel 1923 da Giovanni Treccani e da lui donato allo Stato italiano. La “Bibla bèla” ritornò così a Modena dove attualmente è custodita presso la Biblioteca Estense Universitaria, Istituto del Ministero Beni Culturali. Abbiamo accolto con gioia l’invito a partecipare ad Apokalips proprio per testimoniare la radice antica del rapporto fra il Libro dell’Apocalisse e l’arte italiana, e per ricordare l’importanza delle miniature quale racconto prezioso che sembra unire gli opposti: storico e senza tempo, sociale e aristocratico, estetizzante e popolare nella sua sintesi didascalica.
Temple M. Franciosi Aldo Ramazzotti