Il Mito della Pittura Labronica
In mostra una significativa visione d’insieme dell’arte contemporanea toscana in relazione alla nascita del Gruppo Labronico (1920), composto da validi artisti che si trovarono ad operare a Livorno, in una delle sue stagioni più feconde di dibattito culturale.
Comunicato stampa
Le opere, esposte per la prima volta al pubblico e riconducibili ai decenni centrali e alla fine del Novecento, fanno parte della seconda cospicua donazione fatta allo Stato nel 2011 dal prof. Vincenzo Marras in memoria dei genitori, e forniscono una significativa visione d'insieme dell’arte contemporanea toscana in relazione alla nascita del Gruppo Labronico (1920), composto da validi artisti che si trovarono ad operare a Livorno, in una delle sue stagioni più feconde di dibattito culturale.
Sul finire dell’Ottocento, mentre la pittura dei Macchiaioli è ormai stabilmente alla ribalta, a Livorno il pittore Guglielmo Micheli (1866 - 1926) con la sua scuola assume un ruolo chiave facendosi attivo interprete e mediatico portavoce del tardo Fattori riuscendo brillantemente a fare da tramite tra due generazioni di osservatori del vero.
Sono questi gli anni d’oro di una Livorno meta ideale per la villeggiatura, non soltanto della buona borghesia, ma anche di una élite di politici, intellettuali ed artisti di tutto rilievo.
Contemporaneamente, nei primi anni del Novecento, lo storico Caffè Bardi (nella centrale piazza Cavour) diviene il principale ritrovo degli artisti livornesi e non manca di ospitare letterati, poeti, collezionisti ed appassionati d’arte. E' anche il luogo dei dibattiti, delle animate discussioni e dei sogni della maggior parte di quegli artisti che di li a poco transiteranno nel Gruppo Labronico, la cui nascita costituisce un vero e proprio tramite a quella che oggi viene correntemente definita la “Scuola Labronica del Novecento”.
Figure emblematiche del Gruppo sono i presidenti Plinio Nomellini (1866 - 1943) e Mario Borgiotti (1906 - 1977), instancabili promotori della pittura Labronica.
Il Gruppo opera fino agli anni della seconda guerra mondiale, mentre durante il resto del Novecento il suo ruolo va pian piano mutandosi. Si apre allora un periodo di progressiva perdita di identità e al tempo stesso di fermento interno dovuto probabilmente a due ragioni:ingresso di elementi estranei a quella pittura e l’avvio nella stessa città di Livorno di altre formazioni alternative alla associazione. Col nuovo statuto dell’Associazione adottato nel 1999 vengono introdotte oltre la pittura e la scultura, tutte le arti visive in genere e questa apertura, assolutamente impensabile fino alla prima metà degli anni Novanta, prospetta interessanti novità, e nel 2000, in occasione del suo ottantesimo compleanno, permette al Gruppo Labronico di presentarsi al nuovo secolo in tutto il suo rinnovato vigore. In mostra opere di: Renato Barlacchi, Otto Valori, Alberto Caligiani, Basso Ragni, Giulio Salti, Silvio Di Volo, Mario Bucci, Angiolo Volpe, Mario Zei, Nello Giovannelli.
Alma Casula Cristina