Informazioni Evento

Luogo
BUILDING
via Monte di Pietà, 23, 20121 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Sedi aggiuntive:

27 ottobre 2022 - 28 gennaio 2023

Galleria Moshe Tabibnia

Via Brera 3, 20121 Milano

martedì - sabato, 10 - 19

9 novembre 2022 - 22 dicembre 2022

Basilica di San Celso

Corso Italia 37, 20121 Milano

martedì - sabato, 11 - 19

Vernissage
26/10/2022

su invito

Curatori
Giorgio Verzotti
Uffici stampa
DDL STUDIO
Generi
arte contemporanea, collettiva

La tensione al sacro nell’arte italiana. Ipotesi contemporanee.

Comunicato stampa

BUILDING presenta dal 27 ottobre 2022 al 28 gennaio 2023 la mostra Il Numinoso a cura di Giorgio Verzotti, un progetto espositivo che indaga il senso del sacro nell’arte contemporanea.

Attraverso una selezione di opere realizzate dagli anni Sessanta a oggi, l’esposizione crea un dialogo tra più di venti artisti italiani, da importanti nomi del Novecento fino alle tendenze più recenti: Vincenzo Agnetti, Stefano Arienti, Ferruccio Ascari, Francesca Banchelli, Bizhan Bassiri, Alighiero Boetti, Gianni Caravaggio, Gino De Dominicis, Amalia Del Ponte, Chiara Dynys, Lucio Fontana, Francesco Gennari, Arianna Giorgi, Alberto Guidato, Jannis Kounellis, Maria Lai, Sergio Limonta, Marco Andrea Magni, Piero Manzoni, Gaspare Luigi Marcone, Simone Pellegrini, Michelangelo Pistoletto, Remo Salvadori, Nicola Samorì, Ettore Spalletti e Grazia Toderi.

Riunendo pittura, scultura, fotografia, arte tessile, disegni e installazioni, la mostra si sviluppa lungo i tre piani espositivi di BUILDING e parallelamente – dal 9 novembre al 22 dicembre – presso la Basilica di San Celso, dove alcune opere interagiscono con i suggestivi ambienti di un luogo sacro. Il percorso espositivo si arricchisce inoltre di un approfondimento dedicato al tema del sacro nei tessili antichi presso la Galleria Moshe Tabibnia.
Il termine numinoso, da cui prende il titolo la mostra, si desume dal saggio di Rudolf Otto "Il sacro" (1917), in cui l’autore lo definisce come una presenza extra-razionale, invisibile, potente al punto da incutere terrore e a un tempo da affascinare. Questa ambiguità essenziale è caratteristica del sacro, il quale si manifesta attraverso il numinoso a un soggetto che, secondo Jung, ne viene invariabilmente dominato. Da qui le pratiche religiose, nate fin dai tempi più remoti per "disciplinare" il numinoso, per rendere meno terrifico il sacro, per sublimarlo e controllarlo attraverso i riti delle liturgie. 

Il numinoso può dunque essere interpretato come una soglia che consente al soggetto di contemplarlo senza essere annientato dalla sua potenza: possiamo leggere l'opera d'arte come un dispositivo che, similmente all'apparato delle liturgie, "sublima" e "domina" il sacro, familiarizza con esso potendolo pensare, visto che non lo può rendere oggetto dell'esperienza?

Il confronto con l'assoluto, l'apertura al pensiero dell'altrove, dell'Altro, connatura molta creazione artistica contemporanea, o almeno consente di porre l’argomento in questi termini: questione della trascendenza, che anche la visione laica del mondo accetta assumendola come limite della razionalità e della conoscenza scientifica. Sentimento del tempo, desiderio utopico di fermare il suo trascorrere irrimediabile, di battere Chronos e vincere la morte. Paura e desiderio insieme che il terrifico del sacro faccia ancora irruzione nella nostra esistenza regolata e ne scardini le regole. Tutte queste e altre istanze sono presenti nella selezione di artisti e opere che la mostra Il Numinoso propone, non certo per dare delle riposte a simili vertiginosi interrogativi, se mai per riproporli in modo nuovo, alla luce delle intuizioni degli artisti, e per inaugurare un auspicabile nuovo dibattito. Da Fontana e Manzoni a Pistoletto, De Dominicis e Spalletti fino alle tendenze più recenti, Il Numinoso vuole essere anche, e forse soprattutto, un omaggio all'arte italiana, dal secondo dopoguerra ad oggi.
Gli artisti:

Vincenzo Agnetti (1926-1981), Stefano Arienti (1961), Ferruccio Ascari (1949), Francesca Banchelli (1981), Bizhan Bassiri (1954), Alighiero Boetti (1940-1994), Gianni Caravaggio (1968), Gino De Dominicis (1947-1998), Amalia Del Ponte (1936), Chiara Dynys (1958), Lucio Fontana (1899-1968), Francesco Gennari (1973), Arianna Giorgi (1965), Alberto Guidato (1972), Jannis Kounellis (1936-2017), Maria Lai (1919-2013), Sergio Limonta (1972), Marco Andrea Magni (1975), Piero Manzoni (1933-1963), Gaspare Luigi Marcone (1983), Simone Pellegrini (1972), Michelangelo Pistoletto (1933), Remo Salvadori (1947), Nicola Samorì (1977), Ettore Spalletti (1940-2019) e Grazia Toderi (1963).

Il curatore:

Giorgio Verzotti è critico d’arte e curatore indipendente, è stato curatore presso il Castello di Rivoli e il MART di Rovereto e direttore di Artefiera a Bologna. Ha curato mostre di artisti come Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Carol Rama, Enzo Cucchi, Marlene Dumas, Wim Delvoye, Chiara Dynys, Douglas Gordon, Runa Islam, Mimmo Jodice, Bertrand Lavier, Shirin Neshat, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Haim Steinbach, Armando Testa, Wolfgang Tillmans, Niele Toroni, Grazia Varisco, Luca Vitone e molte mostre collettive. Ha scritto libri su Terry Atkinson, Umberto Boccioni, Claudio Guarino, Imi Knoebel, Mario Merz, Gabriele Picco. Vive fra Milano, la campagna di Novara e la Valle d’Itria.