Il paesaggio dell’Io
La mostra, curata da Andrea Mello e Nicola Nuti, e’ un percorso attraverso le immagini imperniate sul tema del paesaggio concepito come ritratto interiore, connotazione d’interni ed esterni dove la riconoscibilità del contesto, dell’ambiente o delle figure è di secondaria importanza o comunque pretestuale. Vedute dal margine dell’immaginario.
Comunicato stampa
La mostra, curata da Andrea Mello e Nicola Nuti, e’ un percorso attraverso le immagini imperniate sul tema del paesaggio concepito come ritratto interiore, connotazione d’interni ed esterni dove la riconoscibilità del contesto, dell’ambiente o delle figure è di secondaria importanza o comunque pretestuale. Vedute dal margine dell’immaginario.
Si tratta di una rassegna in contro tendenza, poiché affida la ricognizione sul visibile ad artisti che coltivano da sempre valori pittorici tradizionali, seppure orientati all’evoluzione di forma e pensiero in senso contemporaneo. Dall’evidenza figurativa alla dissolvenza dei connotati riconoscibili. L’uomo posto sul confine tra appartenenza e straniamento rispetto al suo habitat: un’indagine sulla percezione ambigua e ambivalente della nostra realtà.
La mostra vuole essere una ricognizione sulle relazioni, implicite o esplicite, tra la percezione visiva del paesaggio e la sua valenza filtrata nella dimensione interiore; tra recuperi di memoria e una geografia esistenziale destinata a dilatare i confini in una specie di limbo emotivo.
Gli autori, tutti toscani, Stefano Bruschi, Alessandro Ceni, Gianni Cacciarini, Luigi Doni, Mario Fallani, Kiki Franceschi, Paolo Giorgi, rappresentano, con le loro opere, il palcoscenico delle emozioni e inquietudini della nostra epoca. Una rassegna pensata anche per restituire dignita’ di racconto corale e pertinenza storica a quella forma di rappresentazione visiva, primitiva ed eletta, che e’ la pittura, la costruzione dell’immagine significativa. Pittura, quindi, come fucina delle idee, a cui, come affermano i curatori dell’esposizione, “e’ doveroso restituire un ruolo di preminenza nell’attuale civiltá dell’immagine”.