Il Principio è la Materia
Come ha scritto nel testo di accompagnamento della mostra Barbara Vincenzi “Il principio va cercato nella cosiddetta “rivoluzione industriale”, che se da un lato diede impulso all’economia creando nuove dinamiche di fruizione e lavoro, dall’altro, con la creazione della catena di montaggio e un maggior numero di oggetti destinati a d una più larga fascia di persone, ne ha svilito il valore.
Comunicato stampa
Si inaugurerà Sabato 3 Maggio 2014 alle ore 18,00 (con apertura al pubblico a partire da mercoledì 30 aprile 2014 con ingresso libero) presso la GAMeC CentroArteModerna di Pisa (Lungarno Mediceo,26) la mostra "IL PRINCIPIO è LA MATERIA" a cura Barbara Vincenzi e allestimento di Massimiliano Sbrana con la presenza di Pier Roberto Bassi, Walter Ochs, Tommaso Ochs, Giorgio Fileni, Claudio Cavalieri, Mauro Malafronte, Piero Sanna, Raffaello Rovati, Roberto Tirabasso, David Bacci e Vincenzo Vavuso.
Come ha scritto nel testo di accompagnamento della mostra Barbara Vincenzi "Il principio va cercato nella cosiddetta “rivoluzione industriale”, che se da un lato diede impulso all’economia creando nuove dinamiche di fruizione e lavoro, dall’altro, con la creazione della catena di montaggio e un maggior numero di oggetti destinati a d una più larga fascia di persone, ne ha svilito il valore. Da sempre, però, la storia e l’immaginario umano distinguono tra ciò che è “naturale” e ciò che intendiamo come manipolato e, il fatto di vivere in un mondo fortemente degradato in termini ambientali, ha portato ad ideare un ideale bucolico, che però, è inteso lontano e totalmente avulso da quella natura che percepiamo come definitivamente perduta. Questo è il contesto in cui si inseriscono alcune correnti artistiche che hanno cercato d’interpretare questa frattura, prima idealizzando e iconizzando un ambiente e un nostro rapporto con esso e poi, agli inizi del secolo scorso creando la poetica dell’oggetto-materia, che ha dato vita a correnti espressive che utilizzavano spesso ironicamente, l’oggetto in quanto espressione di valori “altri” legati a riti e archetipi di non lontana memoria, ma d’immediata e presente suggestione.
Operando in questo principio di casualità, di attribuzioni e valenze artistiche si cerca di ridare decoro all’oggetto trovato collocandolo in “ambiente nuovo” accettando le infinite sfumature e significati che può avere, ricordando che in quando manufatto (fabbricato dalla mano dell’uomo) è esso stesso rappresentazione del sentire dell’uomo, anche nel senso più laterale e paradossale del termine e in quanto espressione della materia in continuo rinnovamento, l’artista, con la sua infinità sensibilità lo riproporrà in forma poetica, quale fonte di rinnovata ispirazione, ciò che altrimenti sarebbe solo rifiuto, e scarto, regalandoci un’opera d’arte.
Tutti gli artisti presenti operano su questa linea, lavorando ognuno con una sua visione e adoperando diversi materiali di riciclo, sia naturali sia già precedentemente usati, donandogli nuova vita in assemblamenti e manufatti che hanno valenza artistica. Pier Roberto Bassi da sempre inserisce tra i colori oggetti di riciclo, così come Claudio Cavalieri si avvale sia di gesso sia di catene e chiodi o legno di riciclo per le sue opere e sculture; David Bacci e Piero Sanna lavorano l’elemento naturale del legno, ognuno creando una propria versione artistica, nel legno Sanna inserisce anche ferro resine e acrilici; Roberto Tirabasso imprime orme e tracce nel gesso e materia utilizzando anche il cellophane e creando nuovi concetti interpretativi. Walter Ochs utilizza vecchi cassetti e fili elettrici per parlare di vita, Tommaso Ochs, più giovane si avvale di vecchi computer o televisori creando opere stranianti. Giorgi Fileni usa il tessuto sulla materia e tramite il colore da vita ad opere informali; la stessa informalità che ritorna in Mauro Malafronte che però concede alla casualità totale importanza e tramite la combustuione di materia e oggetti crea effetti particolari densi di nuovi significati. Vincenzo Vavuso inserisce oggetti quotidiani soffocandoli nella materia per ribadire la sua rabbia; Raffaello Rovati utilizza scatole e cartoni dove, su colori neutri inserisce vecchie fotografie e scritte, in una profondità di pensiero."