Il re e l’architetto
La mostra si propone di offrire al visitatore di oggi un viaggio virtuale nella Torino di fine Settecento, alla ricerca di architetture pubbliche e private che evidenzino problemi di sviluppo urbanistico tipici delle capitali di Stati di età moderna (ad es. la magnificenza architettonica come immagine del potere), ma non dissimili da quelli di città minori.
Comunicato stampa
Presentazione della mostra
Obiettivi
La mostra si propone di offrire al visitatore di oggi un viaggio virtuale nella Torino di fine Settecento, alla ricerca di architetture pubbliche e private che evidenzino problemi di sviluppo urbanistico tipici delle capitali di Stati di età moderna (ad es. la magnificenza architettonica come immagine del potere), ma non dissimili da quelli di città minori.
Al di là delle grandi decisioni di organizzazione del territorio, si tratta di come progettare l’inserimento di nuovi edifici nel tessuto preesistente, di confrontare costi e benefici di diverse opzioni progettuali e di scegliere per la rinuncia al progetto o la sua realizzazione.
Il viaggio inizierà dalla Porta Susina, come quello dei visitatori del Grand Tour provenienti dalla Francia.
Toccherà poi varie tappe prima all’interno della città, a partire dalla casa-studio che si fece costruire in Torino Filippo Juvarra (demolita in periodo fascista), passando per i palazzi del potere comunale, statale e religioso, il ponte sul Po immortalato dal quadro di Bellotto, fino alle residenze extraurbane di Stupinigi, Venaria e Rivoli.
Organizzatori e sostenitori
Organizzano la mostra l’Archivio di Stato di Torino con l’Associazione Amici del medesimo, l’Archivio Storico della Città di Torino, lo Studio Gritella e Associati (la mostra prende infatti lo spunto dalla donazione all’Archivio di Stato dell’archivio di Gianfranco Gritella, architetto, studioso e curatore di restauri di edifici storici).
Sostengono l’iniziativa la Compagnia di San Paolo, il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città di Torino, la Provincia di Torino, con il contributo della FondazioneCRT, della Camera di Commercio di Torino e della Toro Assicurazioni.
Sede, visite e modalità di rimborso spese.
La mostra, ad ingresso gratuito, si tiene nelle quattro sale al piano terreno del palazzo dei Regi Archivi di Corte in piazza Castello a Torino (accesso da piazzetta Mollino, accanto al Teatro Regio).
Contenuti.
Il viaggio nella città settecentesca consentirà di cogliere elementi significativi della complessità dello sviluppo urbano, constatando come edifici risalenti ad epoche molto diverse si integrino nella città barocca. Le torri romane di Porta Palatina sono un esempio di testimonianza architettonica passata attraverso i secoli mutando funzione, fino a divenire nel Settecento carcere femminile e, ai giorni nostri, oggetto di tutela come monumento storico. Un esempio singolare, per la durata e l'ampiezza dell’intervento pubblico e privato, è quello del rettilineamento di via Dora Grossa (oggi via Garibaldi), che comportò l’abbattimento di edifici insalubri e il loro rifacimento a volumetrie maggiori, mediante il concorso di capitali privati. In mostra sarà esposto il progetto settecentesco lungo sette metri, che ha il singolare primato di essere uno dei documenti progettuali di dimensioni maggiori nell’urbanistica europea. Il modello tridimensionale della struttura lignea della cupola della palazzina di Stupinigi testimonierà della capacità di architetti e maestri carpentieri di utilizzare in maniera innovativa tutte le risorse che la tecnologia dell’epoca metteva a loro disposizione.
L'idea è quella di alternare in mostra documenti progettuali antichi, iconografia d'epoca, modelli tridimensionali in grande scala appositamente realizzati, disegni attuali di ricostruzione e di rilievo, con il supporto di modelli virtuali digitali in movimento sullo schermo. Potrebbero interessare particolarmente alcuni visitatori le tecniche grafiche di efficace ricostruzione visiva di edifici non più esistenti e l’utilizzo di tecnologie digitali per la progettazione dei modelli tridimensionali, realizzati poi in parte con metodi tradizionali di artigianato artistico e in parte da macchine a controllo numerico usate per la prototipazione anche dall’industria automobilistica e spaziale. Il visitatore, leggendo il volume-catalogo che potrà essere omaggiato in mostra a chi farà una offerta all’Associazione Amici dell’Archivio di Stato, troverà le informazioni di un “Virgilio” realmente esistito, l’autore della guida di Torino del 1781, Onorato De Rossi, e di altri scrittori settecenteschi che lo accompagneranno nel percorso della mostra. La mostra vuole attirare l’attenzione su edifici, alcuni tutt’ora esistenti, altri effettivamente visibili nel 1781, ma oggi scomparsi, ed altri ancora progettati e mai realizzati.
Il visitatore potrà così riflettere sulle vicende urbanistiche che vedono talora edifici grandiosamente progettati e realizzati su tempi assai lunghi, oppure progetti accantonati senza realizzazione, e taluni edifici modificati o sostituiti da nuove architetture, col venir meno delle funzioni e degli scopi pratici e simbolici originari.