Il respiro della Terra / The Planet Breath

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA DEGLI UFFIZI
Piazzale Degli Uffizi 1, Firenze, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì, 9.00-12.00 / 15.00-18.00

Accademia dei Georgofili di Firenze

Logge Uffizi Corti

Vernissage
22/06/2023

ore 16

Contatti
Email: arteartecinaitalia@gmail.com
Biglietti

ingresso libero

Curatori
Gaia Bindi
Generi
arte contemporanea

In occasione del 270° Anno Accademia dei Georgofili 4a Edizione della Rassegna di arte contemporanea Cina-Italia nell’ambito del Progetto Arte e Natura.

Comunicato stampa

L'Accademia dei Georgofili di Firenze (Logge Uffizi Corti - 50122 Firenze, https://www.georgofili.it/ ) con l’Associazione di Arte e Cultura Contemporanea Cina e Italia (Via Lambertesca n.14, Firenze. www.aaccci.it) in occasione delle celebrazioni per il 270° Anno Accademia dei Georgofili, ospita la mostra a ingresso libero “Il respiro della Terra /The Planet Breath” a cura di Gaia Bindi, ideazione e organizzazione di Qiu Yi, dal 22 giugno al 20 luglio 2023, che propone 12 opere d’arte contemporanea realizzate da 12 artisti (7 italiani e 5 cinesi), tra installazione, scultura, pittura, grafica, fotografia. La mostra è promossa e organizzata dall’Accademia dei Georgofili e Associazione di Arte e Cultura Contemporanea Cina e Italia, con il patrocinio Regione Toscana, Comune di Firenze, Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Firenze, Chinese National Academy of Arts, Accademia di Belle Arti di Firenze, Shandong University of Arts.

Gli artisti italiani presenti all’esposizione sono:

Miguel Ausili, Piero Gilardi, Michele Guido, Fabrizio Lucchesi, Mariagrazia Pontorno, Caterina Sbrana, Marco Signorini.

Gli artisti cinesi sono: Deng Guoyuan, Qiu Yi, Wu Weishan, Xu Qingfeng, Zhang Wei.

Col titolo “Il respiro della Terra /The Planet Breath” la mostra tratta in modi diversi una tematica naturale legata alla Terra, intesa insieme come pianeta, paesaggio e materia. Parte dal presupposto che l’arte ne sia il respiro, la vita, e in certo senso che solo dall’incontro creativo ed eticamente corretto tra natura e cultura possa nascere una via percorribile per la sopravvivenza del genere umano. Come ricorda l’antropologo Philippe Descola nel saggio Oltre natura e cultura (2005): “Nel pensiero greco, in particolare in Aristotele, gli umani sono ancora parte della natura. Il loro destino non è dissociato da quello di un cosmo eterno, ed è proprio perché possono accedere alla conoscenza delle leggi che lo reggono che sono in grado di situarsi al suo interno. Affinché la natura dei Moderni venisse alla luce, era necessaria una seconda operazione di epurazione, occorreva che gli umani diventassero estranei e superiori alla natura”. Da questa sorta di “estraneità” all’ambiente naturale derivano i problemi che quotidianamente riconosciamo nella presente era antropocenica. In risposta a ciò, negli ultimi anni gli artisti hanno esplorato differenti funzioni della creatività attraverso nuovi ambiti di riflessione, puntando a ritrovare un rapporto consapevole e corretto con la sfera del vivente. L’arte infatti può aiutare a vedere e a informare, facendo passare la comunicazione scientifica attraverso canali diretti, sensoriali ed empatici. L’arte può anche immaginare nuove soluzioni ambientali/sociali/economiche, creando ipotesi di armonizzazione tra uomo e natura, coltivando l’utopia di un futuro sostenibile, coadiuvando la scienza o l’agricoltura nell’orientamento di prospettive a lungo termine. Spesso ci si dimentica che l’agricoltura, come l’arte, è un’invenzione umana. Insieme, queste discipline possono allontanare quelle “idee di natura e cultura derivate dal modello della fabbrica industriale” – come scrive l’attivista Vandana Shiva in Monocultures of the Mind (1993) – per rivedere il corso attuale della storia del pianeta. Da svariati punti di vista, le opere in mostra rivolgono quindi la loro attenzione alla Terra, sviluppando una pratica artistica poliedrica, che tende a individuare una poetica coltura/cultura di rigenerazione globale.

L’Accademia organizzatrice

L’Accademia dei Georgofili fu fondata a Firenze nel 1753 per iniziativa di Ubaldo Montelatici, Canonico Lateranense, allo scopo di «far continue e ben regolate sperienze, ed osservazioni, per condurre a perfezione l’Arte tanto giovevole della toscana coltivazione». Il Governo Granducale Lorenese le conferì presto carattere di Istituzione pubblica (prima nel mondo), affidandole importanti incarichi. Con l’Unità d’Italia, l’Accademia dei Georgofili, che già di fatto aveva una dimensione extra-toscana, divenne anche formalmente nazionale. Nel 1897 fu riconosciuta come Istituzione Statale. Nel 1932 fu eretta in “Ente morale” e, sempre nello stesso anno, ottenne la concessione in uso gratuito dell’attuale sede demaniale. L’Accademia dei Georgofili è la più antica Istituzione del genere ad occuparsi di agricoltura, ambiente, alimenti, e promuove il progresso delle conoscenze, lo sviluppo delle attività tecnico economiche e la crescita sociale. Adeguando ai tempi organizzazione, metodologia e strumenti di lavoro, ha sempre mantenuto il proprio ruolo e gli obiettivi enunciati con l’atto costitutivo.

Il lavoro svolto dall’Accademia fa emergere un richiamo alla consapevolezza della vitale importanza dell’agricoltura, da sempre giustamente considerata settore primario, non solo per la priorità temporale delle sue attività produttive, ma anche perché ha costituito e costituisce tuttora la fonte principale del nostro sostentamento alimentare. Inoltre è stata la matrice dello sviluppo manifatturiero industriale (al quale ha fornito materie prime, forza lavoro e capitali) e rappresenta il fondamentale fattore di equilibrio per la biosfera della quale l’uomo è parte integrante e dalla quale dipende la sua stessa sopravvivenza.

L’Accademia ha accompagnato lo sviluppo delle scienze agrarie, nella loro accezione più ampia. Seguendo l’evolversi dei tempi, continua ad affrontare le nuove problematiche che investono l’agricoltura e tutti i rapporti dell’uomo con l’ambiente naturale. Conduce studi e ricerche, adottando le più moderne metodologie, al fine di promuovere concrete iniziative.

L’Associazione organizzatrice

Associazione di Arte e Cultura Contemporanea Cina e Italia: L’arte e la cultura rappresentano il pensiero di un popolo. Ciò che il fatto artistico e culturale può riuscire ad attivare di ogni popolo, sono le sue energie migliori. Così attraverso l’arte un popolo rappresenta al meglio se stesso. Allo stesso modo un popolo attraverso l’arte conoscerà il meglio di un altro popolo, oltre che di se stesso. Noi pensiamo che solo attraverso le migliori qualità sia possibile uno scambio utile fra una civiltà ed un’altra.

AA – Associazione arte e cultura contemporanea Cina-Italia ha fra i suoi scopi quello di divulgare, promuovere e diffondere il lavoro di artisti italiani e cinesi contemporanei, stimolando e favorendo contatti e scambi fra i due Paesi.

La curatrice

Docente di Storia dell’arte contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, Gaia Bindi è stata borsista della Fondazione di studi di Storia dell’arte Roberto Longhi di Firenze, ha lavorato al Museo Marino Marini, agli Archivi Alinari di Firenze e al Musée Picasso di Parigi. Ha collaborato con numerosi critici (tra cui Jean Clair e Maurizio Fagiolo dell’Arco) per la realizzazione di esposizioni internazionali. Dal 1995 ha tenuto seminari, conferenze e organizzato mostre e convegni presso numerose istituzioni italiane e internazionali. Al lavoro di storica dell’arte affianca da sempre quello di critica, con particolare attenzione ai giovani artisti e all’arte emergente. Come giornalista ha collaborato con il quotidiano “La Stampa” e con riviste come “Arte” (Cairo Editore), “Inside”, “PEM” (Treccani), “Artribune”. Come critico d’arte, negli ultimi dieci anni si è occupata particolarmente di tematiche ecologiche nell’arte contemporanea. Dal 2009 è consulente scientifico del Parco Arte Vivente - Centro sperimentale di arte contemporanea di Torino. Ha insegnato Arte ambientale al Master in arti visive della Libera Accademia di Belle arti di Firenze e tenuto conferenze su queste tematiche in varie istituzioni italiane a straniere. Ha scritto saggi come Piero Gilardi. La tempesta perfetta (Prearo, Milano 2018); Arte, ambiente, ecologia (Postmedia, Milano 2019).