Il segno delle orme
La mostra collettiva di pittura, grafica e scultura “Il segno delle orme – Le strade dell’arte nella memoria del futuro” pone a confronto gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma con gli artisti della generazione del secondo dopoguerra che hanno partecipato attivamente alle vicende che hanno segnato la Liberazione e la Resistenza.
Comunicato stampa
La mostra collettiva di pittura, grafica e scultura "Il segno delle orme - Le strade dell'arte nella memoria del futuro" pone a confronto gli allievi dell'Accademia di Belle Arti di Roma con gli artisti della generazione del secondo dopoguerra che hanno partecipato attivamente alle vicende che hanno segnato la Liberazione e la Resistenza.
Il percorso composto da sedici opere d'arte si snoda partendo dall'intimità esistenziale suggerita dalle opere di Vespignani fino ad arrivare alla narrazione di una dolorosa memoria collettiva ispirata da Käthe Kollwitz, unendo le arti e le storie di due generazioni a confronto, che appaiono lontane ma che sono vicine per tensioni, idealità e voglia di cambiamento.
Una memoria che affonda le sue radici nel passato recente del nostro Paese ma che volge il suo sguardo al futuro illuminando colori e linee che contribuiscono a ricostruire paure e lotte di coloro che erano "ragazzi" negli anni della Resistenza e della ricostruzione civile e morale dell'Italia.
Gli artisti coinvolti nell’esposizione sono: Sabina Bernard, Alexandra Bolgova, Gianluca Brando, Laura Cirillo, Michele D’Aloisio, Francesco Di Traglia, Martina Donati, Mario Giordano, Renata Lefel, Gabriele Luciani, Giorgia Marzi, Luigina Massariello, Monica Neri, Uber Passatelli, Giovanni Sigrisi, Claudio Silvano.
Per Dario Evola, è questo un progetto – come scrive nel catalogo della mostra - dove «l’oggetto dei disegni prodotti da questa compagnia di incamminati è la memoria, le cui opere sono la testimonianza di uno sguardo non vissuto direttamente, ma come trasmissione di una esperienza in una corrente ad alta tensione emotiva, quella che passa dal filo della memoria e dell’esperienza estetica. Il segno artistico è progetto di una esperienza, è atto etico nel passaggio estetico».
Di memoria e di memorie, di vite e storie, parlano queste opere d’arte, le quali permettono che la Casa della Memoria si trasformi, cambi pelle perché, come afferma l’Assessore Dino Gasperini sempre nel catalogo della mostra, «la Casa della Memoria e della Storia diventa anche casa della memoria e della storia dell’arte e nell’arte, senza per questo snaturare la propria vocazione e la propria “missione”. L’arte qui riletta e raccontata è quella di documentazione e denuncia di violenze, atrocità e orrori che l’uomo ha commesso ma non può e non deve dimenticare».
L’iniziativa, ideata e patrocinata dalla F.I.A.P. (Federazione Italiana Associazioni Partigiane) di Roma e Lazio presieduta da Vittorio Cimiotta, è promossa da Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Dipartimento Cultura - Servizio Programmazione e Gestione Spazi Culturali - in collaborazione con Zètema Progetto Cultura e Biblioteche di Roma. La mostra è a cura di Bianca Lami Cimiotta, Dario Evola e Pier Luigi Berto. Il catalogo è edito da Edizioni Ensemble.
Il 19 aprile alle ore 17,30, un necessario momento di riflessione darà l’avvio alla serata inaugurale con presentazione della mostra e del catalogo alla presenza di Daniele Regard Presidente Unione Giovani Ebrei d'Italia e Carla Di Veroli del direttivo ANED Roma.
Durante la serata gli attori Marco Palladini, Marco Solari e Alessandra Vanzi leggeranno alcuni brani tratti dal Diario (1943-1944) di Renzo Vespignani (Carte Segrete), alcune fra le Lettere dei condannati a morte della Resistenza (Einaudi) e il brano Paura della pittura tratto dal romanzo di Carlo Levi Paura della libertà (Einaudi).