Il video rende felici. Videoarte in Italia
La produzione di videoarte e cinema d’artista in Italia, dalla fine degli anni Sessanta, sono al centro di un unico grande progetto espositivo articolato in due spazi, Palazzo delle Esposizioni e Galleria d’Arte Moderna.
Comunicato stampa
“IL VIDEO RENDE FELICI. Videoarte in Italia” è una mostra unitaria che si articola in due spazi, Palazzo delle Esposizioni e Galleria d’Arte Moderna, dal 12 aprile al 4 settembre 2022. Soggetto della mostra è la videoarte e il cinema d’artista in Italia, dalla fine degli anni Sessanta ai primi decenni del nuovo secolo.
Il progetto, a cura di Valentina Valentini, è promosso da Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Azienda Speciale Palaexpo. Con il patrocinio di “Sapienza” Università di Roma, Università degli Studi di Udine e Università degli Studi di Milano Bicocca. In collaborazione con AAMOD | Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Cineteca Nazionale | Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Lo schermo dell’arte | festival di cinema e arte contemporanea, RAI Teche, La Camera Ottica, Riccione Teatro. Con la collaborazione scientifica di Sapienza Università di Roma | Dipartimento di Design Pianificazione, Tecnologie dell’Architettura. Organizzazione di Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Azienda Speciale Palaexpo e Zètema Progetto Cultura. Catalogo a cura di Cosetta Saba e Valentina Valentini, edito da Treccani.
In mostra 19 installazioni a cui si aggiungono oltre 300 opere raccolte all’interno di rassegne dedicate, per un totale di oltre 100 artiste e artisti coinvolti. Il percorso espositivo si snoda attraverso la molteplice varietà di formati espositivi: video monocanale, installazioni video, multimediali, interattive, con l’intento di evidenziare le interferenze del video con il cinema, la tv, il teatro, la danza, la fotografia, le arti plastiche. Alle opere esposte si affiancano i numerosi documenti, bozzetti, disegni, locandine, manifesti, fotografie e cataloghi, che ne ripercorrono il processo produttivo e il contesto storico.
Questa dimensione intermediale è analizzata in ciascuno spazio da una diversa prospettiva così da creare un’articolazione autonoma e nello stesso tempo interrelata nelle due sedi espositive.
Al Palazzo delle Esposizioni il percorso mira a evidenziare le trasformazioni del formato installativo nel suo dialogo con lo spazio e con i dispositivi tecnologici, in un arco cronologico che va dalla fine degli anni Sessanta al XXI secolo. Le opere qui presenti sono rappresentative, oltre che della ricerca dell’artista, di una sperimentazione delle tecnologie elettroniche e digitali in rapporto alla storia della videoarte in Italia. Il programma include 13 rassegne fra miscellanee e personali di film d’artista e video monocanale. Artisti in mostra: Marinella Pirelli, Michele Sambin, Giovanotti Mondani Meccanici, Mario Convertino, Studio Azzurro, Daniele Puppi, Rosa Barba, Danilo Correale, Elisa Giardina Papa, Quayola, Donato Piccolo.
Alla GAM si espongono sia installazioni sia opere monocanale provenienti dai centri di produzione e disseminazione della videoarte, attivi in Italia sin dagli anni ’60, con una forte vocazione internazionale. Sono poste in luce le relazioni tra la videoarte, l’architettura radicale e il design postmodernista; le ibridazioni fra video e danza e fra video e teatro. Una ampia sezione è dedicata alle sperimentazioni televisive e ai programmi televisivi realizzati da artisti e a una selezione di Festival video. Tra le installazioni opere di Fabio Mauri, Daniel Buren, Bill Viola, Cosimo Terlizzi, Umberto Bignardi, Masbedo, Fabrizio Plessi, Franco Vaccari.
L’Italia è stata promotrice di progetti esemplari e pionieristici e rappresenta un punto di riferimento artistico-culturale per la sperimentazione video. Varietà, qualità e respiro internazionale caratterizzano le iniziative legate a questo medium fin dai primi anni Settanta, in un contesto caratterizzato dalle nuove estetiche emerse con l’arte ambientale, la body art, l’arte povera, la musica sperimentale, la controinformazione e le nuove forme di teatro e danza.
Dalla fine degli anni Settanta la videoarte acquisisce forme complesse di ibridazione attraverso l’utilizzo sperimentale del video, in televisione come nel teatro e nella danza fino all’emergere delle prime forme di computer art. Negli anni Novanta il formato installazione (video e multimedia) trova nei musei, nelle gallerie e in istituzioni come la Biennale di Venezia, una grande accoglienza, favorito dal diffondersi delle tecnologie digitali. Infine nel nuovo secolo si accentua l’assimilazione della videoarte nel vasto territorio dell’immagine in movimento trasformato dalle tecnologie digitali.
Sono in programma rassegne di film d’artista e video, tavole rotonde e performance dal vivo.