Ilaria Margutti – Xilografie 2000/2010
É una galleria di personaggi che accompagnano l’osservatore verso una riflessione sulle tematiche esistenziali già affrontate nel percorso pittorico dell’artista, passando dalla consapevolezza del proprio corpo alla definizione della propria identità interiore.
Comunicato stampa
Il quinto appuntamento della rassegna d’arte contemporanea MAD ON PAPER fotografia incisione e pittura – “Sulla scala rossa de La Feltrinelli”, curata da Fabio D’Achille, è domenica 18 marzo con le incisioni di Ilaria Margutti. Durante il vernissage sarà possibile degustare il vino “Campo Libero” offerto dalla cooperativa “Il Gabbiano”. Ilaria Margutti nasce a Modena nel 1971. Frequenta l’Istituto d’Arte di Sansepolcro e di Urbino e si diploma all’accademia di Belle arti di Firenze nel 1997.
I suoi dipinti nel corso degli anni sono stati pubblicati su importanti riviste d’arte contemporanea, quali Flash Art, Arte Mondadori ed Espoarte. Dal 1996 espone soprattutto in gallerie d’arte contemporanea private: Janinebeangallery Berlino, Wannabeegallery San Diego e Milano, MLBhomegallery Ferrara, Bontadosi ArtGallery Montefalco (PG), ha anche seguito progetti per la diffusione dell’arte contemporanea presso il Museo Civico di Sansepolcro. Dal 2007 inizia a inserire la tecnica del ricamo nei suoi dipinti, fino a diventare il linguaggio che meglio rappresenta la sua poetica. Il 2008 vede le sue opere finaliste in tre premi internazionali: Arte Laguna, Arte Mondadori e il premio Embroideres’ Guild di Birmingham. Nel 2010 è in Costa d’avorio per un progetto sostenuto dal Consolato italiano in uno scambio tra artisti per il ripristino della cultura nei paesi travolti dalla guerra civile. Lo stesso anno è impegnata in alcune mostre personali con la collezione “Il filo dell’imperfetto”: a Bitonto per il festival dell’arte contemporanea, a Sabaudia presso il Museo Emilio Greco e poi a Latina.
La mostra “otto marzo” patrocinata dal comune di Arezzo a cura di Igino Materazzi, vede il suo lavoro affiancato a quello d’importanti artiste internazionali, come Marina Abramovic, Gina Pane, Vanessa Beecroft, Margherita Manzelli e altre. Nel 2011 presenta il suo nuovo lavoro “Pelle|Muta” presso la Wannabee Gallery di Milano a cura di Viviana Siviero. E’ invitata a esporre al Padiglione Italia presso la Sala Nervi di Torino per la 54 Biennale di Venezia. Nel marzo 2012 espone presso la Biennale di FiberPhiladelphia, Philadelphia (USA). Vive e lavora a Sansepolcro (AR), dove insegna disegno e storia dell’arte al liceo scientifico.
Il termine xilografia indica il procedimento d’incisione di un motivo, disegno o scrittura, su legno tagliato longitudinalmente con sgorbie e bulini e poi stampato su carta di riso tramite pressione con il torchio o manualmente. E' una delle tecniche più antiche, infatti, già alla fine del secolo XIV si hanno tracce della sua comparsa in Europa. Il principio di riproduzione della xilografia, ha reso possibile il diffondersi delle idee, sostituendo in molti casi i manoscritti per la riproduzione delle copie. Il XVI secolo porterà a una trasformazione nello spirito e nei mezzi di espressione per merito degli artisti. Questo periodo favorirà la nascita delle stampe come opera artistica e darà inizio all’illustrazione di libri. Ed è proprio in questo secolo che la xilografia conterà nomi famosi come Durer, Cranach e Holbein. Nei secoli successivi, l’incisione su legno sarà soppiantata da quella su rame (conosciuta come acquaforte), poiché è possibile ottenere effetti più sfumati.
Solo all’inizio dello scorso secolo, la xilografia rifiorisce negli interessi degli artisti europei, basti pensare ai movimenti dell’Espressionismo e della Secessione i quali la rielevarono come loro massima espressione, o a pittori come Gauguin, Picasso, Kandinsky, Chagall e Matisse che daranno un notevole contributo alla sua rinascita. Oggi le tecniche per realizzare stampe xilografiche sono più svariate, grazie anche ai nuovi materiali nati dall’industria, come il linoleum o il plexiglass dai quali si possono avere effetti diversi da quelli ottenuti con il legno. In questo caso la matrice è il linoleum, un materiale più malleabile che permette di incidere la superficie molto facilmente, ma la tiratura delle copie è ancor più limitata.
Le opere qui presentate di Ilaria Margutti, sono realizzate su linoleum tra il 2000 e il 2010. Mentre le acqueforti risalgono al periodo degli studi all’Accademia di Belle Arti, queste incisioni affiancano la ricerca dell’artista come supporto grafico ai contenuti del suo lavoro. É una galleria di personaggi che accompagnano l’osservatore verso una riflessione sulle tematiche esistenziali già affrontate nel percorso pittorico dell’artista, passando dalla consapevolezza del proprio corpo alla definizione della propria identità interiore.