Ilario Fioravanti – Gloria in excelsis Deo
Una rassegna dedicata ad un corposo nucleo di opere in terracotta policroma – oltre 80 -, sul tema natalizio, che vede la Città di Urbino vestita ancor più “a festa”, nel rendere omaggio ad uno dei più originali protagonisti della scultura italiana del XX secolo.
Comunicato stampa
Ente Promotore: Comune di Urbino
Sede: URBINO
Palazzo Ducale - Sale del Castellare
Con un’opera all’Oratorio di San Giuseppe
Curatore: Marisa Zattini
Allestimento: Augusto Pompili architetto
Inaugurazione: martedì 1° dicembre 2015
Durata: 2 dicembre 2015 - 22 febbraio 2016
Ufficio Stampa: 0722 309274
Per info: Iat 0722 2613
Catalogo: IL VICOLO EDITORE (pagg.208)
Testi critici: Vittorio Sgarbi, Marisa Zattini
Contributi: Giancarlo Biguzzi, Ezio Albrile,
Gianfranco Lauretano, Piero Altieri,
Pier Guido Raggini
Con poesie di: Gianni Fucci, Fabrizio Parrini,
Tolmino Baldassari, Davide Rondoni
Martedì 1° dicembre 2015 ad Urbino, nelle Sale del Castellare di Palazzo Ducale, si terrà l’inaugurazione (con invito strettamente personale) della mostra ILARIO FIORAVANTI “Gloria in excelsis Deo”, curata dall’architetto Marisa Zattini, voluta da Vittorio Sgarbi, Assessore alla Rivoluzione, Agricoltura e Cultura del Comune di Urbino. Una rassegna dedicata ad un corposo nucleo di opere in terracotta policroma – oltre 80 -, sul tema natalizio, che vede la Città di Urbino vestita ancor più “a festa”, nel rendere omaggio ad uno dei più originali protagonisti della scultura italiana del XX secolo.
«Conosco l’opera di Ilario Fioravanti da molti anni. Fioravanti è uno scultore di Cesena, nato nello stesso anno di mio padre, il 1922; l’ho cercato nel suo studio, stimolato da Giovanni Testori, il grande scrittore e critico che, per gli artisti contemporanei, aveva una sensibilità speciale ed era in grado di individuare valori veri in mezzo a tanti fasulli o inventati. Quando l’ho incontrato, Fioravanti stava mettendo insieme blocchi di creta per comporre figure che, pur essendo religiose, mostravano comunque un aspetto caricaturale. […]». Così scriveva nel 2003 Vittorio Sgarbi per introdurre la mostra di Ilario Fioravanti allestita a Spoleto in occasione del Festival dei due mondi e trasferita, poi, a Matera nella Chiesa del Carmine. A dodici anni di distanza altre opere di Ilario Fioravanti “rivivono” la loro scena qui, ad Urbino. Quando si osservano queste terrecotte policrome di arcaica bellezza, dove l’artista ha preservato integra l’essenza di una fragrante religiosità popolare, nella memoria rivivono i modelli di un Niccolò dell’Arca, di un Guido Mazzoni dove «è il sentimento popolare della religione, nella ruvidezza e nella mutevolezza della materia, nella schiettezza elementare della forma, a emergere come una spontanea preghiera» (Vittorio Sgarbi).
«L’arte non è la realtà. È un’emozione, un mutamento, una trasformazione degli elementi. Mutare quello che noi percepiamo e filtriamo. […] L’arte non è vedere, fare una cosa com’è, ma il gesto di far vedere, un’operazione più profonda. Nell’arte, nella mia arte, ci deve essere un’attrazione. Fare scultura, così come realizzare un’opera d’arte, non è proporre la realtà fotografica, ma è invece reinventare», così scriveva Ilario Fioravanti nel 2007.
Filo conduttore di questo evento è il tema, sempre rinnovato, del Natale. Quell’Annuncio che risuona nella profondità del Tempo e perennemente riecheggia, nonostante tutto e tutti. ILARIO FIORAVANTI (Cesena 1922-Savignano sul Rubicone 2012) in modo poetico e inconfondibile ha saputo, nell’arco di una vita, reinterpretare questo tema declinandolo fra annunciazioni, presepi, angeli, pastori, re magi, piatti istoriati, ciotole ad ingobbio, frammenti di affreschi, disegni e appunti tratti dagli inediti diari. Un tema cardine del quale possiamo fare perenne memoria. «Da quando ho cominciato a lavorare, durante il periodo natalizio, ho iniziato una serie di incisioni... e ora continuo, anche con altri manufatti, questo tema... un momento di gioia da donare agli altri... un dono». Sono parole intime, dal tono confidenziale, queste di Ilario Fioravanti che ci partecipano il suo stato d’animo, di uomo e di artista, di fronte ad un evento magico e straordinario qual è il Natale. Il pathos religioso emerge limpido e cristallino in ogni sua opera. Per un completamento più esaustivo sulla figura dell’Artista, per tutta la durata della mostra è in proiezione un filmato documentario della monografica cesenate del 2008, realizzato dalla curatrice - in veste di regista (edizioni multimediali Il Vicolo editore) - nel quale Antonio Paolucci, Direttore dei Musei Vaticani, illustrata le varie tematiche dell’opera omnia di Ilario Fioravanti scultore.
Il Catalogo, edito per i tipi de IL VICOLO [editore] – pagg. 208 - documenta tutte le opere in mostra, i testi istituzionali, critici e le poesie sui temi natalizi, selezionate o composte ad hoc, a corredo dei diversi momenti tematici delle opere in mostra.
ILARIO FIORAVANTI (Cesena 1922-Savignano sul Rubicone 2012) è uno dei più interessanti protagonisti dell’Arte Italiana. Fin da giovanissimo, prima con il disegno poi attraverso l’incisione e la scultura, si avvicina alle arti figurative. Nel 1949 si laurea in architettura a Firenze. La professione di architetto non lo distacca tuttavia da una necessità “organica” di testimoniare ogni sua emozione ed esperienza attraverso il disegno. Negli anni Sessanta ritorna alla scultura realizzando una serie di ritratti. Negli anni Settanta-Ottanta Fioravanti si appassiona alle espressioni artistiche arcaiche. Guarda con molto interesse l’arte egizia, le terrecotte della civiltà mesoamericana, le sculture nuragiche, l’arte etrusca e quella africana. Ha esposto in numerose città italiane, fra le quali segnaliamo: Cesena, Milano, Longiano, Matera, Sogliano al Rubicone, Rimini. A Spoleto e Potenza è stato presentato in una ricognizione curata da Vittorio Sgarbi. La sua più ampia monografica (con oltre 120 opere), curata dal direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci e dall’architetto Marisa Zattini, risale al 2008, per la città di Cesena. Giovanni Testori va ricordato come il suo mentore più accreditato.