I’ll Never Close my Eyes Again
In mostra un corpus di opere inedite che, come suggerisce anche il titolo, si addentrano nel limbo tra memoria cosciente e subconscio.
Comunicato stampa
Galleria Poggiali è lieta di presentare nella sua sede di Milano, in Foro Bonaparte 52, I’ll Never Close my Eyes Again, la prima mostra personale in Europa dell’artista statunitense Veronica Fernandez. In mostra un corpus di opere inedite che, come suggerisce anche il titolo, si addentrano nel limbo tra memoria cosciente e subconscio.
I dipinti, le sculture e le poesie di Veronica Fernandez in I’ll Never Close my Eyes Again evocano immagini oniriche di soggetti che rivendicano il loro spazio di fronte alle trasformazioni fisiche e mentali causate dal loro ambiente.
Questo nuovo corpus di lavori materializza lo specifico momento in cui, chiudendo gli occhi nella solitudine del silenzio o dell'oscurità, siamo vulnerabili e costretti a fare i conti con entrambe queste dimensioni della nostra mente e con le cicatrici che si ripercuotono sulla nostra personalità come individui, così come nella nostra successiva percezione di relazioni ed emozioni.
Nonostante siano originate da storie personali, le scene di Veronica sono impregnate di un particolare senso di incompiutezza e irrealtà, che permette a tali narrazioni emotive di rimanere aperte allo spettatore, il quale può così identificarsi e dare il proprio senso alle immagini, a livello universale. Tutti noi abbiamo vissuto traumi più o meno rilevanti durante il periodo della nostra crescita, ed affrontare, perdonare e riconciliarsi con questi e con le vicissitudini nella relazione con i nostri genitori fa parte di un necessario processo di costruzione della propria identità di adulti.
“In tutta la mostra, le figure che bruciano di rosso sono combattive o conflittuali, consumate da un'energia che le spinge ad agire” dichiara Veronica Fernandez. “Ci sono poi anche figure che indossano quel colore ma che suggeriscono una resistenza più remissiva nei confronti dell'ambiente circostante, perché sono esauste di portarne la pesantezza. Ci sono alcune opere in cui dipingo insieme sfumature di colori simili per creare un effetto mimetico o per accennare leggermente a dettagli che voglio che lo spettatore cerchi. Queste idee su come usare il colore nascono a livello emotivo, perché quando la scena inizia a comporsi si capisce meglio che tipo di energia nello spazio possa invitare gli spettatori a farne parte” conclude l’artista.