Immigration file #2 – Henk Wildschut

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO XYZ
Via Inferiore, 31 Treviso, Treviso, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì/mercoledì/giovedì/venerdì/sabato
dalle ore 17.00 alle 19.30 (chiuso domenica e lunedì)

Vernissage
15/10/2011

ore 18.30

Artisti
Henk Wildschut
Curatori
Fabrizio Urettini
Generi
arte contemporanea, personale

Continua il percorso del progetto Immigration files, a cura di Fabrizio Urettini: dopo la prima tappa all’interno di ArtVerona – sezione Independents2,
con la mostra Drowned di Seba Kurtis, a Treviso sarà presentato Jungle, lo straordinario foto-racconto dell’olandese Henk Wildschut.

Comunicato stampa

Continua il percorso del progetto Immigration files, a cura di Fabrizio Urettini: dopo la prima tappa all'interno di ArtVerona - sezione Independents2,
con la mostra Drowned di Seba Kurtis, a Treviso sarà presentato Jungle, lo straordinario foto-racconto dell'olandese Henk Wildschut.

“Fear of the mob is a superstitious fear. It's based on the idea that there is some mysterious, fundamental difference between rich and poor, as though they were two different races, like Negroes and white men. But in reality there is no such difference. The mass of the rich and the poor are differentiated by their incomes and nothing else, and the average millionaire is only the average dishwasher dressed in a new suit. Change places, and handy dandy, which is the justice, which is the thief? Everyone who has mixed on equal terms with the poor knows this quite well. But the trouble is that intelligent, cultivated people [...] never do mix with the poor. For what do the majority of educated people know about poverty? [...] From this ignorance a superstitious fear of the mob results quite naturally.”
George Orwell, Down and out in Paris and London (1933).

Immigration files
a cura di Fabrizio Urettini
La migrazione di migliaia di persone e di intere popolazioni da un continente ad un altro, effetto di una globalizzazione avanzante, costituisce una questione aperta alla quale ancora oggi sembra non esser data una risposta. Le ragioni di questo esodo sono innumerevoli: la ricerca di un miglioramento delle condizioni di vita, la fuga da aree coinvolte in conflitti bellici o con un futuro incerto, persecuzioni etniche e religiose, in generale la ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri figli.
L'Europa, che per secoli ha vissuto in uno stato perenne di guerra, carestie, crolli economici, epidemie e persecuzioni religiose sembra ora essersene completamente dimenticata.
La migrazione ai nostri occhi sembra essersi svuotata di un senso, non riusciamo più a capirla, perché distante dal nostro immaginario quotidiano e dalle nostre vite.
Ci ritroviamo oggi completamente incapaci di relazionarci con un fenomeno di portata epocale, di porci delle domande o di cercare di dare delle risposte.
Immigration files è il titolo di una serie di foto-racconti che, attraverso un approccio deliberatamente concettuale, tentano di raccontare un momento cruciale della storia dell'umanità.

Immigration file #2
Jungle di Henk Wildschut
Nei pressi del porto di Calais c'è un'area di qualche centinaio di metri quadrati conosciuta come “la giungla”. I suoi abitanti hanno viaggiato molte miglia per arrivarvi, e il loro viaggio non è ancora finito. Calais è il punto di partenza per il loro ultimo attraversamento, il più ambito. In migliaia sono giunti dall'Iraq, Afghanistan, Pakistan, Eritrea, Somalia, Sudan e Nigeria in cerca di una vita migliore in Inghilterra, la destinazione dei loro sogni. In attesa dell'opportunità di compiere la lunga traversata, costruiscono i loro giacigli rudimentali: strutture simili a tende, fatte con materiali ricavati dai rifiuti trovati nei dintorni del campo. Il modo in cui questa necessità elementare di ogni esistenza umana prende forma è il leit motiv del progetto fotografico documentaristico che Henk Wildschut ha cominciato alla fine del 2005 e per il quale ha viaggiato spesso verso Calais, la Spagna del sud, Malta, Patras e Roma. L'immagine di un giaciglio è diventata per Wildschut il simbolo della miseria, ovunque in Europa. Mentre i giacigli mostrano poco o niente della vita di chi li abita, diventano comunque l'emblema della ben più ampia storia che sta dietro ad essi: una storia di violenza, paura, desiderio e coraggio.

Henk Wildschut (Harderwijk, Paesi Bassi, 1967): ha studiato presso la Royal Academy of Arts a l'Aia. Le sue fotografie sono state esposte ad Amsterdam, l'Aia, Lagos (Nigeria), Pechino, Shanghai, Sidney. Esegue lavori su commissione per diverse riviste, sia olandesi che internazionali, e lavora presso diverse agenzie di design e comunicazione. Tra le sue principali pubblicazioni: Sondrien (con Raimond Wouda, 2003) e Shelters (Post editino, 2010).