Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone

Informazioni Evento

Luogo
MUDEC - MUSEO DELLE CULTURE
Via Tortona 56 20144 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30

Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

Vernissage
30/09/2019

su invito

Curatori
Paola Zatti, Flemming Friborg
Uffici stampa
24 ORE CULTURA – GRUPPO 24 ORE
Generi
arte moderna

La storia del gusto occidentale per l’Asia Oriente è la storia di un’ossessione di lunga durata.

Comunicato stampa

La storia del gusto occidentale per l’Asia Oriente è la storia di un’ossessione di lunga durata.

La mostra Impressioni d’Oriente. Arte e collezionismo tra Europa e Giappone ripercorre la profonda fascinazione che il Giappone ha esercitato sulla cultura occidentale e approfondisce le dinamiche dei complessi scambi artistici tra il 1860 e il 1900.

Attingendo a una tradizione di studi che abbraccia i contributi più originali del XIX secolo e quelli più recenti, la mostra indaga quattro sezioni fondamentali:

- il Giapponismo tra realtà e fantasia, ovvero le posizioni artistiche, letterarie e filosofiche del XIX secolo

- da Oriente a Occidente. Le ispirazioni giapponesi nell’arte italiana e francese tra il 1860 e il 1900

- Import/Export: gli scambi globali

- Il Giapponismo italiano

L’analisi storico-artistica riserva una particolare attenzione al contesto di relazioni commerciali, avventure imprenditoriali e forte curiosità globale caratteristici dell’epoca. Nel variegato contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, la mostra si focalizza sui maggiori artisti italiani ed europei che hanno subito l’incanto del Giapponismo: da De Nittis a Rodin, da Chini a Induno, da Van Gogh a Gauguin e Fantin-Latour, da Toulouse-Lautrec a Monet, esponendo alcuni dei capolavori assoluti dell’epoca.

Sarà approfondita la relazione tra l’arte europea e quella giapponese e il livello di comprensione dell’arte nipponica, sia nella teoria estetica che nella pratica, per capire fino a che punto il Modernismo abbia fatto uso di stili e tecniche giapponesi nella sua ricerca di nuovi linguaggi e strumenti, per aprirsi al futuro in un mondo in rapido cambiamento.

Saranno esposte in mostra anche opere di diverse scuole e movimenti artistici giapponesi tra 1890 e 1930, raramente esposte o contestualizzate. L’obiettivo è quello di mostrare come le arti si siano evolute anche in Giappone dopo la riapertura Meiji all’Occidente: sicuramente infatti vi fu anche in Giappone una grande fascinazione per l’Occidente e la modernità. Seguiremo quindi i “viaggiatori della seta”, artisti e artigiani italiani che raggiunsero il Paese del Sol Levante tra il 1872 e il 1880 quali ospiti ufficiali, e che per primi ne subirono il fascino iniziando a collezionarne i manufatti e contribuendo così a diffondere un nuovo gusto collezionistico in Europa.

In particolare la mostra prenderà in esame il Giapponismo italiano. Nel più ampio contesto del gusto internazionale per il Giappone e della sua influenza sulle arti, come tendenza concentrata soprattutto a Parigi, la mostra si focalizzerà sui maggiori tra gli artisti italiani che caddero nell’incanto del Giapponismo, come Giuseppe De Nittis, Galileo Chini, artista profondamente affascinato dall’Oriente, Vincenzo Gemito, Federico Zandomeneghi e Giovanni Segantini, attivo interprete di immagini che facevano uso di questi stimoli. Tra i maggiori promotori della conoscenza dell’arte giapponese presso gli artisti italiani ci fu il grande collezionista Enrico Cernuschi (1821 – 1926), patriota, viaggiatore, uomo d’affari e raffinato amante dell’arte, tanto da fondare il museo Cernuschi, attualmente il secondo museo più importante in Francia dedicato alle arti dell’Asia Orientale. La sua esperienza di raffinatissimo collezionista non può essere quindi trascurata nella ricostruzione di un fenomeno come quello del Giapponismo.

A cura di:

Flemming Friborg, docente di storia dell’arte all’Università di Copenhagen, Chevalier des Arts et Lettres, Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Già direttore della Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen (2002-2017), sta conducendo un progetto di ricerca sull’Impressionismo e le sue fonti.

Paola Zatti, conservatore della GAM (Galleria d’Arte Moderna) di Milano, per la quale ha curato un riordino delle collezioni, ha collaborato con numerose istituzioni pubbliche e private e partecipato alla realizzazione di diverse esposizioni sull’Ottocento italiano.

A corredo di entrambe le mostre saranno presentati due cataloghi, editi da 24 ORE Cultura, con importanti materiali inediti e di ricerca che approfondiscono puntualmente i temi principali connessi alle due esposizioni e che vedono la stretta collaborazione tra 24 ORE Cultura, Comune di Milano, il MUDEC - Museo delle Culture e la Fondazione Trivulzio.