In/Action. Contro lo scacciatempo, la noia

Informazioni Evento

Luogo
SANTA MARIA DELLA SCALA
Piazza Duomo 1, Siena, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/11/2018

ore 19

Curatori
Lisa Andreani, Matteo Binci, Gloria Nossa, Milena Zanetti
Uffici stampa
OPERA LABORATORI FIORENTINI
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra del programma Toscanaincontemporanea2018.

Comunicato stampa

Santa Maria della Scala - Comune di Siena
Just Image_Project Room presenta

IN/ACTION Contro lo scacciatempo, la noia
9 novembre > 9 dicembre
Opening 8 novembre ore 19

Curated by Lisa Andreani, Matteo Binci, Gloria Nossa e Milena Zanetti
Just Image_ Project Room a cura di Michela Eremita

Group Show
Benni Bosetto | Matteo Cremonesi | Aideen Doran | Mauro Folci | Dario Maglionico Rustan Söderling
John Cage | Dick Higgins | Jackson Mac Low | La Monte Young | Nam June Paik

IN/ACTION. Contro lo scacciatempo, la noia è il titolo della mostra collettiva di artisti curata da Lisa Andreani, Matteo Binci, Gloria Nossa e Milena Zanetti il cui progetto è stato selezionato a seguito della call Just Image e ai due workshop (con Elio Grazioli e Maurizio Guerri) dedicati a collettivi, artisti e curatori, curati da Michela Eremita. La mostra è l’attuazione della selezione del 2017 e rientra nel programma Toscanaincontemporanea2018 della Regione Toscana.

IN/ACTION. Contro lo scacciatempo, la noia è stata la risposta critica e curatoriale al tema Usiamo ancora i microscopi come clave. I media tra esaurimento e chance estetica, proposto nel workshop tenuto nel mese di novembre 2017 da Maurizio Guerri, docente di Storia Contemporanea e Comunicazione Sociale presso l’Accademia di Belle Arti di Brera - Milano.

Gli incontri di Just Image sono stati finalizzati alla creazione di pratiche espositive originali da presentare nella Project Room (al momento lo spazio espositivo ex refettorio del Santa Maria della Scala) per l’autunno 2018 (ottobre-dicembre). La giuria che ha selezionato il progetto come migliore tra quelli presentati è stata composta da Michela Eremita, Elio Grazioli, Maurizio Guerri e Daniele Pitteri.

Il titolo del workshop Perché utilizziamo i microscopi come clave riprende una citazione dal film Sacrificio di Tarkovskij, nella quale il personaggio allude a un nostro utilizzo costrittivo e distruttivo dei media e, più in generale, dei dispositivi tecnici a nostra disposizione.
Dalle parole scritte da Maurizio Guerri come traccia da seguire durante l’incontro: “Ma è proprio vero che non c’è alternativa al processo simulatorio in cui siamo immersi, è proprio vero che per dirla con Baudrillard siamo usciti dalla tragedia della storia per entrare definitivamente nell’estasi della comunicazione? È possibile che ancora parole come immaginazione, utopia e libertà diventino parole guida della prassi artistica? […] Quali sono i modi in cui le arti mostrano oggi di imparare a usare i microscopi come microscopi – o come altro ancora – invece che come clave?”.

IN/ACTION. Contro lo scacciatempo, la noia è lo straripamento di un flusso immaginativo senza tempo che si travasa ininterrottamente tra pratiche artistiche Fluxus e le opere di sei artisti viventi, producendo una piattaforma visiva di indagine critica sulla noia e le sue relazioni con la tecnologia.

L’artista Aideen Doran nel video Oblomov’s dream presenta la noia come forma di resistenza attiva alla continua richiesta odierna di performatività e prestazione lavorativa. Ricostruita parzialmente l’installazione ambientale Gli imbambolati di Benni Bosetto, composta da bassorilievi di figure umane intente ad osservare il cielo e le nuvole, metafora di una condizione di contemplazione in cui tempo e spazio vengono sospesi a favore di una riscoperta dell’immaginazione. Il bollettino periodico No.9 delle Something Else Newsletters di Dick Higgins presenta una riflessione su “Noia e Pericolo” a partire dalla musica di Erik Satie e considerando le opere di artisti Fluxus. Lo spartito dell’opera musicale 4’33” di John Cage invita il musicista a sospendere l’esecuzione per quattro minuti e trentatré secondi, facendo tuttavia riconfigurare il silenzio nel suo esatto opposto: il suono. L’opera viene celebrata nel video di Nam June Paik A tribute to John Cage attraverso la rimessa in scena di 4’33” in diversi luoghi di Manhattan.

Il percorso continua nel dittico di Matteo Cremonesi Untitled, parte della sua ricerca fotografica dedita a provocare una sorta di esaurimento o noia dello sguardo, attraverso la richiesta di attenzione su qualcosa di molto semplice e conosciuto come, ad esempio, una fotocopiatrice. Dario Maglionico registra nei suoi dipinti Reification situazioni domestiche in cui l’intimità dei protagonisti sembra confrontarsi continuamente con dispositivi tecnologici in una temporalità sospesa. Rustan Söderling presenta nel video Fire Gazing la dimensione mitica e spirituale della tecnologia. Il libro d’artista An Anthology of Chance Operations, edito da La Monte Young e co-pubblicato da Jackson Mac Low, raccoglie al suo interno una serie di opere tra le quali la Compositions 1960 #7 del suo stesso editore, pensata per essere suonata simultaneamente da più strumenti possibili e con la minima variazione. Nel video Noia di Mauro Folci la tensione della scena è determinata dalla sospensione della distinzione tra uomo e animale (leone). La noia è il luogo dove l’umano sospende il rapporto con il suo disinibitore e avviene il passaggio dall’ambiente distratto dell’animale al mondo umano.

La mostra In/Action rappresenta la prima esperienza di confronto collettivo per i giovani curatori, pur avendo alcuni dei quali hanno già intrapreso il percorso critico. Matteo Binci, Gloria Nossa, e Milena Zanetti hanno collaborato in un progetto curatoriale all’interno dell’Accademia di Brera, mentre Lisa Andreani ha già diverse esperienze di curatela sia individuale che collettiva, come ad esempio CAMPO Corso per Curatori della Fondazione Sandretto di Torino.
I protagonisti raccontano: “ Questo gruppo è nato grazie al workshop e alla possibilità di parteciparvi. Ci siamo uniti per l’interesse comune verso la tecnologia e le sue relazioni con l’uomo contemporaneo e, fino ad ora, nel progettare e creare la mostra, continuano a interrogarci e approfondire i temi, mantenendo aperta la possibilità di continuare la ricerca a chiusura della mostra. “