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Informazioni Evento

Luogo
MAXXI L'AQUILA
Piazza Santa Maria Paganica 15 , L’Aquila , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
11/03/2022

su invito

Curatori
Bartolomeo Pietromarchi, Fanny Borel
Generi
fotografia, arte contemporanea, collettiva

Progetti e committenze di artisti e fotografi che coinvolgono spazio cosmico e tempo preistorico, fisica nucleare e mondo virtuale, opere che riflettono sulla rapidità del progresso scientifico e sugli effetti dello sviluppo tecnologico.

Comunicato stampa

Dal territorio allo spazio fisico del Museo, fino a quello virtuale. Le opere in mostra di Armin Linke, MASBEDO e Claudia Pajewski sono committenze realizzate in collaborazione con enti aquilani: il Museo Nazionale d’Abruzzo MUNDA, il Gran Sasso Science Institute (GSSI) e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. A queste si affiancano: il progetto per il metaverso affidato questa volta a Miltos Manetas e fruibile sulla metaverse art space platform ARIUM.xyz; oltre a due opere di Hidetoshi Nagasawa e Cao Fei ospitate nella corte e nella project room del Museo.

Progetti e committenze di artisti e fotografi che coinvolgono spazio cosmico e tempo preistorico, fisica nucleare e mondo virtuale, opere che riflettono sulla rapidità del progresso scientifico e sugli effetti dello sviluppo tecnologico.
Armin Linke, Miltos Manetas, MASBEDO, Claudia Pajewski

In collaborazione con il Gran Sasso Science Institute (GSSI) e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS-INFN), l’artista italo-tedesco Armin Linke sviluppa temi legati agli strumenti fotografici, alle immagini di archivio e agli esperimenti attivi, attraverso la sua ricerca di documentazione audio e video all’interno dei Laboratori e presso il GSSI. La ricerca di Armin Linke coinvolge il pubblico in dibattiti che spaziano da argomenti quali la fisica dei neutrini naturalmente prodotti nel Sole e in esplosioni di Supernova, la ricerca di particelle di materia oscura e lo studio di reazioni nucleari di interesse astrofisico.

Il Museo prosegue la sua indagine sui nuovi spazi della performance tra realtà fisica e mondo digitale, con l’opera commissionata a Miltos Manetas sul Metaverso, a cura di Chiara Bertini e Serena Tabacchi.
L’artista greco permette al pubblico di navigare nel suo FLOATING STUDIO sulla metaverse art space platform di ARIUM.xyz, a cui si accede attraverso dei “portali” impermanenti, composti di pigmenti e sapone, all’interno del Museo e in altri punti della città e del Mondo.

L’installazione dei MASBEDO si sviluppa sul discorso intrapreso con la performance Gli occhi del topo proposta per il festival PERFORMATIVE01 presso le mura del Forte Spagnolo.
Il progetto, in collaborazione con il MUNDA, nasce dall’invito a lavorare sulla città de L’Aquila con particolare attenzione al Forte, che – edificato nel 1532 dal viceré del Regno di Napoli Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga – rappresenta uno tra gli esempi più significativi di ingegneria balistica. Al suo interno gli artisti hanno tratto ispirazione dallo straordinario sistema di collegamento acustico che consentiva ai soldati di comunicare nei sotterranei. Le due video-installazioni, allestite nelle sale del Museo, immergono il visitatore in un ambiente suggestivo che rievoca attraverso voci, suoni e immagini le vicende accadute all’interno del Forte nell’arco dei secoli fino ad oggi.

La seconda committenza in collaborazione con il MUNDA è legata al Mammuth. Si tratta di un fossile, ormai vero e proprio simbolo della città, che è stato ritrovato negli anni ’50 in una cava di argilla e che, a fine ottobre scorso, è stato esposto a seguito del restauro, nel Forte Spagnolo. Claudia Pajewski, attraverso la fotografia, ne analizza sia gli aspetti scientifici, sia il valore simbolico attribuito a uno dei reperti preistorici più importanti al mondo.

I lavori di Armin Linke, MASBEDO e Claudia Pajewski sono stati realizzati grazie alle consulenze scientifiche dei referenti dei tre enti MUNDA, GSSI e LNGS-INFN e MUNDA, che hanno accompagnato gli artisti all’interno di un percorso di ricerca e di progettazione condivisa.
Hidetoshi Nagasawa, Cao Fei

Nella corte del Museo, la composizione scultorea di Hidetoshi Nagasawa, dal titolo Compasso di Archimede, dialoga con l’architettura di Palazzo Ardinghelli, in un gioco di forze ed equilibri.
Tre aste di ferro intrecciate occupano la corte a esedra, si flettono e sostengono un cubo, trasmettendo nel contempo forza e leggerezza. L’assetto dell’opera è determinato da forza statica e gravità, in un omaggio al concetto di leva elaborato da Archimede.

Il video Asia One di Cao Fei , ospitato nella project room del Museo, è un racconto fantascientifico ambientato nel grande centro di smistamento merci di Jiangsu in Cina, il primo al mondo in cui il lavoro è stato completamente automatizzato. Guardando alla Cina contemporanea, l’artista rappresenta, con toni surreali, poetici, a tratti ironici, un futuro che è già il nostro presente riflettendo sull’impatto che l’accelerazione economica e l’utilizzo di nuove tecnologie hanno avuto sulla classe operaia, sui nuovi rapporti tra vita quotidiana, produzione intelligente e globalizzazione.