In ognuno di noi
In mostra quattro autori di generazione e formazione diversa uniti da affinità elettive e consuetudine nella frequentazione.
Comunicato stampa
In ognuno di noi.
Pietro Fortuna, Vincenzo Franza, Diego Miguel Mirabella, Mauro Vitturini
A cura di Barbara Martusciello
Mercoledì 7 novembre 2012 alle ore 19 alla Temple Gallery della Temple University Rome, Lungotevere Arnaldo da Brescia 15, Roma.
La galleria della Temple University Rome, sotto da direzione di Shara Wasserman e la cura di Barbara Martusciello presenta In ognuno di noi, mostra dei lavori di Pietro Fortuna, Vincenzo Franza, Diego Miguel Mirabella, Mauro Vitturini: quattro autori di generazione e formazione diversa uniti da affinità elettive e consuetudine nella frequentazione.
Così, infatti, chiariscono gli artisti, precisando di non essere una “una comunità, ideologica o corporativa”, semmai una realtà di “condivisione anonima che si riconosce nella libera spontaneità di un gesto quotidiano: è così che nel ripetersi di ogni giorno le opere traggono le loro ragioni o soltanto l’occasione di un pensiero o di un’attesa.”
Gli artisti hanno in comune il luogo dove hanno i loro studi, l’ex Lanificio Luciani a Pietralata, e una ricerca diversa per ognuno ma per tutti caratterizzata da una scelta di rigore intellettuale, carattere linguistico e contenuto non narrativo.
Ciò emerge, con la propria singolarità, dai lavori eterogenei – video, fotografia, installazioni, disegno, con sound, light e quant’altro – proposti in questa mostra.
In ognuno di noi c’è il momento dell’attesa e dell’azione, dell’entrare e dell’uscire, dello stare e dell’andare, della compagnia e dell’isolamento: è in quel momento che l’artista accetta un rischio e si compie il passaggio dall’opera pensata all’opera creata e agita. Un inizio è lì, quello è il punto di svolta dove Pietro Fortuna, Vincenzo Franza, Diego Miguel Mirabella, Mauro Vitturini sono in solitudine e danno vita a una libera, imprevedibile, altra riflessione sulle cose del mondo concreto o intangibile. Varcata la soglia di un territorio, di uno studio o di un convivio, i lavori si mettono in mostra diventando rinnovati generatori di senso.