Inaugurazione Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino
Nel Rione Manca, quartiere medievale di Castronuovo Sant’Andrea (PZ), nella Cappella di San Filippo Neri, si inaugura il “Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino”.
Comunicato stampa
Venerdì 11 agosto 2017, alle ore 18.30, nel Rione Manca, quartiere medievale di Castronuovo Sant’Andrea (PZ), nella Cappella di San Filippo Neri, si inaugura il “Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino”.
Il Museo, per la presenza di elementi importanti ma inamovibili, si estende, inoltre, alla Casa Natale del Santo e alla Parrocchia S. Maria della Neve. Né sono da dimenticare l’ulivo legato alla sua figura e sempre vivo nella campagna subito fuori il paese e i murales distribuiti sui muri del centro storico.
Il Museo è stato realizzato dal Comune e dalla Parrocchia S. Maria della Neve, con la collaborazione e il Patrocinio della Casa Generalizia dell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini, della Curia Arcivescovile, di Paolo e Giuseppe Appella, della Pro Loco e del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”.
Il Museo, dotato di bacheche e vetrine illuminate, raccoglie materiali preziosissimi attraverso i quali è possibile ricostruire, in toto, la figura e l’opera del Santo: reliquie, dipinti, sculture, disegni, incisioni e litografie, lettere, documenti, libri, video, dal secolo XVI al secolo XX. Tra questi, spiccano la lanterna originale, già conservata nella stanza che Sant’Andrea occupava in San Paolo Maggiore a Napoli e alla cui luce ha scritto molti dei suoi Trattati, alcune lettere autografe, il Busto-reliquario del XVII secolo che da centinaia di anni cadenza le processioni in paese, le “Opere Varie” del Santo, pubblicate tra XVII e XX secolo, una raccolta di Santini che testimoniano la costante evoluzione della devozione nel corso dei secoli, le immagini dei tanti miracoli compiuti in vita e dopo la sua morte, la porta bronzea eseguita da Antonio Masini per la Casa Natale, le illustrazioni dedicategli dagli artisti contemporanei: Guido Strazza, Mauro Masi, Gianluigi Giovanola, Bruno Conte.
La visita ai tre spazi che comprendono il Museo sarà sempre guidata e si avvarrà della collaborazione dei gestori del MIG e del Parroco di Castronuovo, Padre Luis Rodriguez Pascuas.
Il Museo sarà dotato, entro l’anno, di un catalogo con l’elenco di quanto esposto e delle relative immagini e, per il 2019, di un volume che raccoglierà la vastissima iconografia esistente sul Santo, distribuita in chiese, musei, collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
Il “Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino” è la quinta istituzione del Polo Museale di Castronuovo Sant’Andrea, in corso di realizzazione. Sarà aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, con i seguenti orari: 11.00 – 13.00 – 17.00 – 20.00.
NOTIZIE BIOGRAFICHE
Sant'Andrea Avellino nasce a Castronuovo nel 1521 da Giovanni Avellino e da Margherita Appella. Primo di due fratelli, viene battezzato con il nome di Lancellotto.
Riceve la prima educazione dallo zio don Cesare Appella, arciprete del paese. Nel 1532 si trasferisce a Senise, paese distante pochi chilometri da Castronuovo, dove studia lettere classiche, matematica e musica per quattro anni. Il 17 agosto 1537 il vescovo di Anglona, Pietro Paolo Parisio, lo consacra suddiacono. Per quattro anni aiuta lo zio arciprete nell'opera di catechesi della parrocchia. Viene ordinato presbitero fra il 1545 e il 1546. L'anno seguente si iscrive all'Università di Napoli per conseguire la laurea in utroque iure.
Nel 1548 fa la conoscenza del gesuita spagnolo padre Diego Laínez. La frequentazione degli esercizi spirituali tenuti da uno dei maggiori collaboratori di Ignazio di Loyola provocano un profondo cambiamento nel suo modo di pensare. È questo il momento della sua vera conversione. Decide di continuare gli studi giuridici, di dominare e contrastare i moti istintivi della propria volontà, di progredire ogni giorno di più nella via della perfezione, di dedicarsi totalmente a Dio abbracciando lo stato religioso della famiglia teatina. Gaetano di Thiene, infatti, aveva fondato a Napoli, nel 1533, presso la grande basilica di San Paolo Maggiore, una comunità di questo ordine riformatore.
Terminati gli studi, come deciso, rinuncia al conseguimento della laurea abbandonando disegni e aspirazioni di grandezza. In attesa di essere accolto tra i teatini, opera presso la Curia Arcivescovile di Napoli come avvocato. Durante questo periodo ha modo di difendere un sacerdote in tribunale: la causa viene vinta ma solo con l'uso della menzogna. Questo fatto lo marca profondamente, tanto da decidere di lasciare tutto ciò che può ostacolare il suo servizio a Dio. Torna al paese ed elargisce, a favore del fratello, la parte di eredità che gli spetta. Di lì a poco viene richiamato a Napoli dal vicario generale Scipione Rebiba.
Nel 1551 riceve l’incarico di riformare i costumi del monastero di Sant'Arcangelo a Baiano. In quel tempo vi era l'usanza nelle famiglie nobili di mettere in convento le figlie che non avevano trovato un matrimonio conveniente. Questa usanza creava nei monasteri una situazione di degrado e di poca coerenza con la vera vita monastica. Si dedica con tutte le sue forze alla riforma di questa comunità con l'introduzione di una più disciplinata e attenta conduzione della vita della monache. Questo gli causa risentimenti e critiche che sfociano in un tentativo di omicidio.
Il 14 agosto 1556 entra come postulante presso i teatini di San Paolo a Napoli. Il 30 novembre dello stesso anno vesta l'abito di novizio, con il nuovo nome di Andrea. Il 25 gennaio 1558 prende i voti. L'anno seguente viene ricevuto a Roma da Papa Paolo IV cofondatore assieme a san Gaetano da Thiene dell'Ordine dei Chierici Regolari Teatini. Nel 1560 è nominato maestro dei novizi, carica che ricopre per 10 anni. È molto apprezzato come confessore.
Nel 1567 padre don Andrea Avellino è nominato preposito di San Paolo Maggiore a Napoli. Ruolo che ricopre a più riprese nei successivi dieci anni. Visitatore della Provincia lombarda dei teatini, opera per molti anni con San Carlo Borromeo a Milano e dintorni.
Per svolgere al meglio la sua attività di superiore, si attiene alle seguenti regole: agire secondo il detto della sapienza, con fermezza e con dolcezza; imitare il Signore che prima insegnò con l'esempio e poi con la parola; tenere presente il monito di San Bernardo ai prepositi: vedano tutto, dissimulino molto, correggano poco; valutare la buona volontà dei confratelli, apprezzare il loro operato e farlo conoscere, perché sia di esempio e di sprone agli altri.
Intensa la sua attività epistolare che conta oltre mille lettere. Scrive numerosi trattati e opuscoli di ascetica e di esegesi biblica. L'epistolario viene pubblicato nel 1731 in due volumi. Da questi scritti si constata la grande devozione per la Madonna e le principali fonti di ispirazione: Sant'Agostino, San Giovanni Crisostomo, San Bernardo e San Tommaso. L’insieme dei suoi scritti testimonia il suo ruolo, importantissimo, negli anni della Controriforma, per la formazione di un pensiero religioso moderno.
Muore a Napoli il 10 novembre 1608.
Il processo di beatificazione ha inizio nel dicembre del 1614. Vine beatificato da Urbano VIII il 14 ottobre 1624 e proclamato santo da Clemente XI il 22 maggio 1712. Il 25 giugno del 1860, papa Pio IX, lo dichiara avvocato della buona morte. È sepolto nella Basilica di San Paolo Maggiore a Napoli. La Chiesa cattolica lo festeggia il 10 novembre, suo dies natalis ovvero il giorno della sua morte che la Chiesa considera la sua "nascita al Cielo". È invocato dai fedeli contro la morte improvvisa. Sant'Andrea Avellino è il protettore dei paesi di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria e di Badolato in provincia di Catanzaro, entrambi sulla costa jonica della Calabria.
Vastissima la bibliografia su Sant’Andrea Avellino, raccolta da Padre Bartolomeo Mas nel 1959 e aggiornata nel 2007 per le Edizioni della Cometa. Nel 2012, sempre per le Edizioni della Cometa, quasi a voler raccogliere il lavoro compiuto intorno alla figura del Santo, in questi ultimi anni, da musicisti, critici, artisti, grafici, scrittori, scultori, montatori, giornalisti, religiosi, direttori d’orchestra, fotografi e operai, Giuseppe Palumbo ha raccontato in un fumetto, Sei tocchi di lame, vita, morte e miracoli di Sant’Andrea Avellino.