Incisioni di Agostino Arrivabene ed Edoardo Fontana

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CULTURALE SANT'AGOSTINO
Piazzetta Winifred Terni de' Gregorj 526013, Crema, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

25-27ottobre 2019
inaugurazione venerdì 25 ottobre ore 18
sabato26 e domenica 27 dalle 10 alle 19

Vernissage
25/10/2019

ore 18

Contatti
Email: scripta@comune.crema.cr.it
Sito web: http://www.culturacrema.it
Biglietti

ingresso libero

Curatori
Silvia Scaravaggi
Generi
arte contemporanea

Due artisti in un unico lirico dialogo di opere che interpretano forme e segni del mito attraverso secoli di storia. Mostra realizzata nell’ambito di Scripta. XXIV Mostra Mercato del Libro Antico e di Pregio.

Comunicato stampa

Incisioni di Agostino Arrivabene ed Edoardo Fontana, è nata a seguito di un approfondimento sull’incisione in Italia realizzato da Silvia Scaravaggi nel 2018 per la rivista «Artribune». Protagonisti sono due degli intervistati, Agostino Arrivabene ed Edoardo Fontana − vicini per dato anagrafico, impegnato prevalentemente nella pittura, e di recente anche nella scenografia e costumistica teatrale, il primo; xilografo e storico dell’arte, curatore e autore di testi critici, il secondo. Due artisti in un unico lirico dialogo di opere che interpretano forme e segni del mito attraverso secoli di storia: entrambi mostrano nell’incisione una non comune capacità tecnica, la cura meticolosa per l’impaginazione una comunanza di sentire e rispondenze che meritano un approfondimento critico.
Nell’esposizione di Crema sono presentati due trittici che parlano di temi antichi e perpetui: il mito greco delle origini in Arrivabene, un simbolo controverso della tradizione religiosa, della letteratura e delle arti figurative in Fontana. La trilogia di acqueforti e acquetinte I figli di Nyx, che Agostino Arrivabene incide tra il 1993 e il 1994, e le xilografie − a camaïeu − Il risveglio, Il sogno di Iokanaan, Il demone, realizzate da Edoardo Fontana tra il 2018 e il 2019.
La Notte di Arrivabene è una madre, gravida e germinante, ha il capo alato e un manto di capelli fitto di fiori, papaveri. Hypnos ha le ali e regge il frutto di un papavero. Thanatos, fratello gemello, sospeso trattiene un teschio nella mano destra e altri tre ne fa ruotare attorno al suo capo: è leggera la morte attorno a lui, perché ciclica. La trilogia contiene alcuni dei temi e degli elementi che si sviluppano e attraversano tutta la creazione di Arrivabene: il mito e l’onirico, la caducità e l’oltre, la conoscenza e il mistero.
Le incisioni di Arrivabene sono affiancate da una immagine in consonanza per questa particolare qualità, essere fuori dallo spazio e fuori dal tempo: è Salomè, la figlia di Erodiade, la giovane donna soggetto delle xilografie di Edoardo Fontana. Una figura femminile che, originata nelle scritture dei Vangeli, si trasforma nei secoli nella letteratura, nella poesia e nelle arti visive, con innumerevoli sfumature, riferimenti, interpretazioni che la rendono ambigua, colpevole involontaria e volontaria di un male ineluttabile.
Fontana presenta Salomè su tre differenti linee di sintesi e su tre piani distinti: la figura della donna, in un attimo senza contorni definiti − un Risveglio che conferisce sospensione e attesa −, Il sogno di Iokanaan, con l’apparizione del capo del Battista, e l’apice del dramma nel movimento della danza, protagonista della conclusiva immagine, con la presenza di un Demone, forse la madre Erodiade, personificazione di una colpa che segna irrimediabilmente il destino della giovane donna.

NOTE BIOGRAFICHE
Agostino Arrivabene nasce nel 1967, a Rivolta d’Adda, vive e lavora a Gradella di Pandino, viaggiando frequentemente in Italia e all’estero. Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Milano, ma acquisisce la sua vera formazione attraverso la presa diretta dei dipinti dei grandi maestri del passato, osservando dal vero le loro opere nei principali musei d’Europa e nel mondo. La sua attenzione è rivolta a trovare un filo conduttore tra la poetica del passato e la ricerca della bellezza, nella contraddittoria realtà del presente.
La sua ricerca artistica si sviluppa sotto il segno e la guida degli antichi maestri: in particolare Leonardo da Vinci, Durer, Van Eych, tutti i primitivi fiamminghi e Rembrandt.
In un personalissimo percorso anti-moderno, negli anni della sua formazione e della sua profonda ricerca scientifica personale, l’artista riscopre molte delle tecniche pittoriche tradizionali e si dedica alla preparazione artigianale dei colori. Le opere di Arrivabene sono caratterizzate da una forte carica visionaria con una predilezione per il linguaggio simbolista e sono realizzate con materiali preziosi, quasi tutti caduti in disuso, preparati artigianalmente. Fra i vari generi che Arrivabene ha esplorato non mancano soggetti bizzarri, soprattutto animali, tratti dal mondo dei Naturalia, mirabilia et artificialia (catalogazioni prevalentemente rinascimentali e barocche). Nei suoi lavori si ritrovano infatti anche manufatti del mondo naturale, con chiaro riferimento alle Wunderkammer.
Nelle Nature Morte (Vanitates), Agostino dà sfogo alla sua più mirabolante e meravigliosamente perversa fantasia e al suo amore verso tutte le manifestazioni rare ed insolite della natura. Rammentando la caducità delle cose umane, in un ciclo che diviene un vero e proprio memento mori, l’artista crea sulla tela le sue moderne e personalissime Wunderkammer.
Nella sua produzione, che spazia dalla figurazione al paesaggio, le tematiche del male, della morte e del dolore sono una costante. Il dolore non viene però ritratto per morbosa attrazione, ma è sempre funzionale ad uno stato di transizione, di passaggio, che permette al soggetto di entrare in contatto con realtà surreali, talvolta materialmente rappresentate da piante o fiori, o semplicemente accennate con colpi di luci e polveri sulla tela. In contrapposizione al male, l’artista ama raffigurare veri e propri paradisi, irradiando la tela con oli e pigmenti ancestrali, creando luci accecanti che esaltano figure in estasi, in attesa di una risposta a quesiti cosmici.
Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni, tra cui la VAF Foundation (Frankfurt am Mein), la Collezione Bertarelli (Castello Sforzesco, Milano), la Collezione Maramotti (Reggio Emilia). Ha esposto in Italia e all'estero; nel 2018 ha ideato scenografie e costumi per l’opera lirica Samson et Dalila di Camille Saint-Saëns, diretta da Jean-Louis Grinda all'Opera di Monte-Carlo.

Edoardo Fontana è nato nel 1969 a Milano dove ha lo studio nel quartiere più cosmopolita della città. Nelle sue xilografie ruolo privilegiato riveste la presenza femminile. I volti e i corpi incisi sono astratti da un contesto contingente, alla ricerca di una perfezione iconica che attinge al mito e alla forma di matrice simbolista.
Le sue incisioni sono state esposte a Roma, Milano − Libreria Libet, Grossetti Arte (2017) e alla Libreria Menabò (2016, catalogo con testi di Chiara Grandesso e Francesco Parisi) che le accoglie permanentemente − Padova (2016, Libreria Zabarella) e presso la Biblioteca di Ornago (febbraio 2015, catalogo con testi di Francesco Parisi e Mauro Chiabrando). In occasione della mostra Solo Xilo, tenutasi alla Galleria La Scala di Milano, è stato stampato, dal tipografo Rodolfo Campi, un catalogo con xilografie originali e testi di Mauro Chiabrando e Agnese Sferrazza. Ha disegnato una tavola (2015) per Le avventure di Pinocchio impresso da Tallone ad Alpignano, illustrazioni e copertine per Il Muro di Tessa (Milano), La vita felice (Milano), Babbomorto Editore (Imola) e per la rivista romagnola «La Piê». Con le edizioni Henry Beyle, oltre ad aver concorso alla realizzazione del progetto “Alfabeti” (presentato alla Biblioteca Salaborsa di Bologna nel settembre 2014), ha inciso alcune xilografie a corredo di volumi pubblicati.
Ha progettato libri per private presse (Edizioni Accessorie, Edizioni Buh, Exigua Books) si occupa della grafica per la rivista «ALAI» e ancora per le edizioni de Il muro di Tessa. Ha curato la mostra Incidere il movimento. Furio de Denaro, opera grafica 1982-2012 (Trieste, Biblioteca Stelio Crise, 22 settembre-27 ottobre 2018) e il catalogo dell’artista, Furio de Denaro, opera grafica 1982-2012 (Trieste, Battello, 2018). Ha partecipato alla realizzazione di alcune esposizioni e di cataloghi di mostre; le più recenti sono state Xilografia Italiana, 1903-1950 (Montefiore dell’Aso, Anticoli Corrado, 2016, catalogo Edizioni della Cometa), Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del moderno (Reggio Emilia, 2016, catalogo Silvana Editoriale), Le Secessioni Europee. Monaco, Vienna, Praga, Roma (Rovigo, 2017, catalogo Silvana Editoriale), Il segno dell'avanguardia. I futuristi e l'incisione (Lucca, 2018, catalogo Silvana Editoriale), Italo Zetti xilografo (Anticoli Corrado, 2018), Arte e Magia (Rovigo, 2018, catalogo Silvana Editoriale), Dicarta, edizioni e fogli preziosi (Torino, 2018, catalogo Gli Ori), La voce del silenzio. Percorsi storico-critici per le Contemplazioni di Arturo Martini (Lugano, febbraio 2019), Giapponismo. Venti d'Oriente nell'arte europea (Rovigo, 2019, catalogo Silvana Editoriale). Ha partecipato al convegno L’incisione belga e neerlandese nell’Italia del primo Novecento con un intervento su Charles Doudelet incisore (27 ottobre 2018, Accademia belgica di cultura, Roma).
Scrive di storia e tecnica dell’incisione ma anche di tipografia e letteratura per le riviste «BvS. la Biblioteca di Via Senato», «Charta», «InPressioni», «ALAI», dove ha di recente pubblicato il saggio Emilio Mantelli Xilografo (5, 2019, pp.), «La Piê». La sua attività di xilografo e illustratore è stata recensita su «Grafica d’Arte» (108 – 2016), «Illustration» (Chiara Nicolini, Deep Cuts. Interview: Edoardo Fontana, vol. 15, n. 55, 2018, pp. 38-43), «BvS» (Antonella Falco, L'incubo nel treno e Medioevo, XI, n. 3, marzo 2019, pp. 24-28 ) e alcune riviste on-line, tra cui «Artribune». Ha assunto il ruolo di direttore artistico dell’associazione Presenze Incise a Trieste (PRINTS).