Incontri
La mostra dal titolo Incontri nasce dall’esigenza di mettere in evidenza quali sono attualmente le energie presenti nel territorio che è individuato dal nome Toscana.
Comunicato stampa
Sabato 9 febbraio 2013 alle ore 19,30: proiezione dell'opera video “Bissera”, nata da una collaborazione nel 2006/2007 tra Moira Ricci e il gruppo artistico Invernomuto,
Domenica 28 aprile 2013: presentazione, in occasione del finissage, della pubblicazione della mostra assieme a performance pensate appositamente dagli artisti coinvolti nel progetto.
L'Associazione Culturale Dello Scompiglio presenta sabato 9 febbraio 2013 la mostra collettiva dal titolo Incontri a cura di Lorenzo Bruni. Il progetto espositivo coinvolge otto giovani artisti tra i più interessanti in questo momento legati al territorio toscano. Francesca Banchelli, Simone Ialongo, Yuki Ichihashi, Jacopo Miliani, Giovanni Ozzola, Moira Ricci, Studio ++ ed Eugenia Vanni sono chiamati a confrontarsi, con differenti linguaggi espressivi, sul tema della scoperta del paesaggio e del ruolo dell'osservatore.
La mostra dal titolo Incontri nasce dall’esigenza di mettere in evidenza quali sono attualmente le energie presenti nel territorio che è individuato dal nome Toscana. Il progetto non si limita a un elenco di nomi di giovani artisti più o meno validi per visibilità espositiva, ma vuole creare le condizioni ottimali per far emergere “l'attitudine” che accomuna le loro ricerche e per stabilire una ricognizione interpretativa partendo da questa regione. Un elemento che caratterizza le loro opere è la relazione inedita che stabiliscono con la natura e il concetto di naturale, che li porta a domandarsi cosa sia il paesaggio e come poter “raccontare” o “predisporre” una specifica esperienza o idea di esso. L’altro elemento ricorrente è la particolare attenzione alla relazione tra osservatore e oggetto osservato che risolvono per mezzo di una sottile ma persistente dimensione performativa e dell’interazione con lo spazio architettonico che li costringe ad una radicale riflessione sulla rappresentazione del tempo, manifestandone differenti sfumature e mettendole a confronto: tempo dell’opera, tempo della fruizione, tempo fisico e tempo mentale. Questi due modus operandi fanno si che i loro lavori si possano leggere come “interventi” nella realtà che non si limitano a essere un'immagine del paesaggio, bensì una narrazione attorno all’esperienza di scoperta in esso. Solo il momento dell'incontro, infatti, e il modo in cui viene reso “presente” e non rappresentato, permette allo spazio osservato, quello immaginato e a quello attraversato di entrare in un dialogo inedito che permette all'artista/spettatore di affrontare domande evase da troppo tempo sul concetto di identità culturale di comunità e su quali sono i meccanismi che la tengono in vita e la alimentano.
I processi di relazione e scoperta del mondo che le singole opere rappresentano, all'interno della mostra dal titolo Incontri, entrano in dialogo tra loro per la comune esigenza di raccontare e quindi condividere con “l'altro diverso da sé” l’esperienza del “paesaggio”. “The Sunshine Vineyard (Our Ideal Revolutionary Storm)” di Francesca Banchelli (Montevarchi, Arezzo, 1981; vive e lavora tra Londra e Firenze) è un’azione collettiva che ha realizzato nel 2012 sulle rive del fiume della città di Francoforte con un gruppo di manifestanti muniti solo di bandiere colorate che cercavano di prendere misura dello spazio urbano e di trovare una loro collocazione, anche se temporanea, in esso. La video installazione, con l'aiuto di un grande telone apribile dal pubblico e un tablet cerca di mettere in evidenza la responsabilità del singolo cittadino nella continua scoperta del contesto che attraversa andando oltre il semplice concetto di documentazione di un’azione. Simone Ialongo (Latina, 1977; vive e lavora a Firenze) presenta un collage di carte e appunti su un grande pannello di multistrato con cui spiega il progetto di prossima realizzazione che vedrà coinvolti diversi giovani artisti in un viaggio in barca che da Pantelleria approderà in Tunisia. L'azione che ha il titolo di “Controcarretta della speranza” si terrà nel 2013 e punta a ri-percorrere al contrario le rotte normali dei migranti creando cosi un immaginario alternativo attorno all'idea di mare come luogo idilliaco, di mete in cui l'economia è fiorente e di artista impegnato socialmente. “Dance - Hanging Garden” di Yuki Ichihashi (Osaka, Giappone; vive e lavora a Firenze) è una proiezione di diapositive e un'opera audio fruibile attorno a un pannello sospeso che evocano un'azione che l'artista ha realizzato nel giardino di Villa Romana a Firenze nel 2008. La performance consisteva nel realizzare una danza, con il coinvolgimento di giovani studentesse straniere in cui cantavano nella loro lingua nazionale, determinando una babele istantanea e un'apparizione surreale ispirata liberamente al gioco presente nell'affresco di Ambrogio Lorenzetti del Buon Governo nel Palazzo Comunale di Siena. Jacopo Miliani (Firenze, 1979; vive e lavora a Milano) realizza un intervento tra le due colonne della grande sala espositiva dello Scompiglio ponendovi due stampe di un cavallo bianco, che è convenzionalmente il simbolo di una natura libera e incontaminata, visto frontalmente attraverso del filo spinato. Questo lavoro dal titolo “Straddle” (a cavallo/nel mezzo) del 2007, già per il fatto che una stampa in alcune parti è la riproduzione speculare dell'altra, porta alle estreme conseguenze il cortocircuito del déjàvu tra desiderare e ricordare, tra costrizione e fuga. Giovanni Ozzola (Firenze, 1982; vive e lavora in Toscana) ha realizzato un progetto che altera i canali della comunicazione del progetto inserendo nell’immagine delle cartoline e manifesti una sua personale idea dell’incontro con il paesaggio: una scala che emerge o sprofonda nel mare. Questa visione surreale sarà una rottura nel normale landscape cittadino e nel caso dei due grande bilboard, all’ingresso dello SPE – Spazio Performatico ed Espositivo Dello Scompiglio e all’esterno della stazione dei treni di Lucca, si tramuteranno in vere e proprie presenze estranianti rispetto al ‘tram tram’ della gestione del “quotidiano”. L’opera “Da buio a buio” del 2009 di Moira Ricci (Orbetello (GR), 1977; vive e lavora tra Grosseto e Rimini) è una documentazione precisa quanto favolesca dell’esistenza dell’uomo lupo e dell’uomo sasso nelle campagne della maremma, terra di origine dell’artista. Moira partendo da credenze popolari presenta un’idea di paesaggio naturale contraddistinto da paure ataviche e da storie che ne provano l'esistenza e le esorcizzano allo stesso tempo. "Paesaggi: città del vaticano / 43°46'57'' N 11°17'14'' E" del gruppo artistico Studio ++ (Fabio Ciaravella, 1982; Umberto Daina, 1979; Vincenzo Fiore, 1981; si formano alla Facoltà di Architettura di Firenze dove nel 2006 fondano il gruppo artistico Studio ++) sono immagini stenopeiche ottenute impressionando la carta fotografica per mezzo non della luce naturale, ma dello schermo del computer su cui erano diffuse in tempo reale scorci del vaticano. Questo luogo storico e simbolico è monitorato in tempo reale per permettere da tutte le parti del mondo di avere un contatto perenne e reiterato. Le foto sono esposte in una scatola protettiva che mette ancora più in evidenza che il concetto di panoramica e di documentazione fotografica hanno assunto nell’era della globalizzazione informatica differenti significati. Eugenia Vanni (Siena, 1980; vive e lavora a Siena) presenta una scultura di metallo lucidato, ottenuta dall'aver raschiato la ruggine che aveva corroso la struttura di vecchi letti di ferro trovati abbandonati nel bosco. Questo atto di intima manualità da una parte ha permesso di salvare dall'oblio e dal decadimento delle intemperie questi oggetti, ma dall'altro ha portato a intaccare la sagoma originaria che le contraddistingueva per forma e funzione rendendole una struttura astratta. Così, l'opera dal titolo "Stella N°6: slitta" del 2013 rompe i limiti attorno al concetto di scultura, di macchina celibe, di oggetto trovato e della relazione oggetto/paesaggio.
Queste sono solo alcune delle opere che caratterizzano il progetto espositivo Incontri alla Tenuta Dello Scompiglio. Le singole presenze hanno il potere di evocare un'idea di territorio da percorrere o raccontare più che un paesaggio, secondo i canoni novecenteschi ben sintetizzati da autori come George Simmel, in quanto immagine separata dal punto da cui viene osservato. Le opere pur parlando di esperienze e di luoghi diversi di “natura” vogliono mettere in evidenza il concetto di istante della scoperta/incontro sia del mondo, ma anche dell'osservatore.
Il Progetto Dello Scompiglio ideato e diretto da Cecilia Bertoni, prende vita nella omonima Tenuta, situata alle porte di Lucca, sulle colline di Vorno; una realtà in cui le attività legate alle arti visive e performatiche negli spazi interni ed esterni e il dialogo e le attività con la terra, con il bosco, con la fauna, con l’elemento architettonico contribuiscono a una ricerca di cultura. Ogni scelta relativa al Progetto è perciò valutata in relazione alla propria sostenibilità ambientale, attraverso forme di interazione e di responsabilità. All'interno della Tenuta Dello Scompiglio, accanto all'Azienda Agricola e all'Osteria, opera l'omonima Associazione Culturale. L'Associazione dal 2007 crea, produce e ospita spettacoli, concerti, mostre, installazioni, teatro per ragazzi; realizza residenze di artisti, laboratori, corsi e workshop; organizza e propone percorsi all‘aperto, lezioni Metodo Feldenkrais ®; gestisce lo Spazio Performatico ed Espositivo (SPE).