Incontro con Carolyn Christov-Bakargiev
Nel suo intervento, introdotto da Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca, Carolyn Christov-Bakargiev, parlerà del concetto della mostra come archivio incarnato e “dis-tratto” (dis/trahere = tirare in varie direzioni), con l’aiuto di esempi e immagini tratte da dOCUMENTA (13).
Comunicato stampa
INCONTRO CON
Carolyn Christov-Bakargiev
Raccogliere Insieme: Tempo, Corpo,
Spazio e Luoghi in dOCUMENTA (13)
INTRODUCE
Francesco Moschini
Giovedì 7 marzo 2013
ore 17.30
Giovedì 7 marzo, alle ore 17,30, all’Accademia Nazionale di San Luca si terrà l’incontro con Carolyn Christov-Bakargiev, direttore artistico di dOCUMENTA (13), esposizione internazionale tenutasi a Kassel, Kabul, Alessandria d’Egitto, Il Cairo e Banff dal 9 giugno al 16 settembre 2012. Nel suo intervento, introdotto da Francesco Moschini, Segretario Generale dell’Accademia Nazionale di San Luca, Carolyn Christov-Bakargiev, parlerà del concetto della mostra come archivio incarnato e “dis-tratto” (dis/trahere = tirare in varie direzioni), con l’aiuto di esempi e immagini tratte da dOCUMENTA (13).
dOCUMENTA si differenzia storicamente da altre mostre internazionali di arte contemporanea soprattutto per il fatto che non è nata dalle fiere ottocentesche o dalle Esposizioni Universali dell’era coloniale. È sorta, invece, dal trauma del nazifascismo – nata subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, nello spazio in cui si articolano il collasso e la ripresa. Nasce in quel momento in cui all’arte era riconosciuta un’importanza assoluta in quanto linguaggio universale e mondo di ideali e speranze condivise (il che indica che l’arte ha difatti un ruolo da svolgere come protagonista di primo piano in quei processi collettivi di ricostruzione, rimarginazione e ripresa che oggi definiremo “politici”), ed era simultaneamente considerata la più inutile (o meno funzionale) tra le attività (uno degli elementi ereditati negli anni ’50 dal concetto modernista dell’autonomia dell’arte). Ed era lì, dove queste due sfere si incrociano, dove il ruolo sociale dell’arte incontra l’arte come campo autonomo, che nel bene e nel male si posizionavano le politiche del Occidente a metà Novecento.
ACCADEMIA NAZIONALE DI SAN LUCA
Roma, piazza dell’Accademia di San Luca 77
tel. 06.6798850 | 06.6798848
www.accademiasanluca.eu
CAROLYN CHRISTOV-BAKARGIEV, curatrice, scrittrice e studiosa di storia dell’arte (con un particolare interesse per le relazioni tra politica, estetica e le pratiche artistiche), nel 2012 Carolyn Christov-Bakargiev è stata Direttore artistico di dOCUMENTA 13 (Kassel, 9 giugno-12 settembre) ed è attualmente pro-tempore Professore d'Arte (Menshel Visiting Professor 2013) alla Università The Cooper Union, New York. Capo curatore, dal 2002 al 2008, al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea, nel 2009 ha coperto il ruolo di Direttore ad interim dello stesso museo. Dal 1999 al 2001 è stata Senior Curator al PS1 Contemporary Art Center - a MoMA affiliate, New York.
Affascinata dai rapporti che collegano l'arte contemporanea e le avanguardie storiche, è autrice di numerose pubblicazioni sull'Arte Povera. Il suo libro Arte Povera è stato pubblicato dalla Phaidon Press, Londra, nel 1999. Sua, anche, la prima monografia sul lavoro di William Kentridge, pubblicata nel 1998-1999 in occasione della prima mostra antologica itinerante dedicata all'artista sud africano (Palais des Beaux Arts, Bruxelles; Serpentine Gallery, Londra; MACBA, Barcellona). È, inoltre, autrice della prima monografia sull'artista canadese Janet Cardiff (PS1 Contemporary Art Center, New York, 2001), così come di una monografia sul lavoro di Pierre Huyghe (Skira, Milano, 2004).
Come curatrice indipendente, ha organizzato numerose mostre, tra le quali "Molteplici Culture" (Roma, 1992) - un evento che ha coinvolto più di cinquanta artisti e curatori, fra cui Liam Gillick, Damien Hirst e David Hammons - e "Il suono rapido delle cose", un omaggio a John Cage curato insieme ad altri per la Biennale di Venezia nel 1993. Nel 1993 è stata anche membro dell'equipe curatoriale (insieme a Iwona Blazwick e Yves Aupetitallot) di "Anversa '93: Capitale Europea della Cultura", evento per il quale ha ideato la rassegna internazionale "On taking a normal situation and retranslating it into overlapping and multiple readings of conditions past and present" presso la MUKHA di Anversa. Nel 1996 ha curato la prima grande retrospettiva dedicata ad Alberto Burri dopo la sua morte, esposta a Roma (Palazzo delle Esposizioni), Bruxelles (Palais des Beaux Arts) e Monaco di Baviera (Lenbachhaus). E ancora nel 1997 ha organizzato "Città-Natura", una mostra diffusa con opere di artisti internazionali, come Lawrence Weiner, Giovanni Anselmo, Mario Merz, Marisa Merz, Luca Vitone, Jannis Kounellis, Willie Doherty, Gary Hill e Mark Dion, disseminate tra i musei e spazi pubblici di Roma, dal Palazzo delle Esposizioni al Museo di Zoologia all'Orto Botanico. Successivamente, assieme a Laurence Bossé e Hans Ulrich Obrist, ha curato "La Ville, le Jardin, la Memoire" a Villa Medici (1998-2000) - un progetto durato tre anni con opere inedite di oltre cento artisti, da Shirin Neshat a Olafur Eliasson e Cai Guo Qiang.
Nelle vesti di Senior Curator al PS1, nella primavera del 2000 ha ideato e curato la prima edizione di "Greater New York", una collaborazione con il MoMA che ha segnalato una nuova generazione di artisti americani, con le opere di più di centoventi artisti in mostra. Nell'autunno dello stesso anno ha organizzato una rassegna dell'arte internazionale degli anni '80, “Around 1984: A Look at Art in the Eighties”. Nell'autunno del 2001 ha curato la prima retrospettiva delle opere di Janet Cardiff e anche "Animations", una mostra collettiva che esaminava l'utilizzo odierno dell'animazione nel lavoro di artisti di tutto il mondo - da Pierre Huyghe e Angus Fairhurst a Oladele Bamgboye e Damian Ortega sia che si riferiscano agli utopici esordi del medium all'inizio del Novecento, sia che si avvalgano di attuali programmi informatici.
Nel gennaio del 2002 è stata nominata Capo curatore al Castello di Rivoli Museo d'Arte Contemporanea. Il suo primo progetto al museo è stato Matrix.2, un sistema telefonico di risposta automatica creato per il museo da Francis Alÿs nel maggio del 2002. Nel 2003 ha curato "The Moderns / I moderni", una mostra che esaminava le nuove pulsioni moderniste nel lavoro di giovani artisti (visivi e sonori) da tutto il mondo. All'inizio del 2004 ha curato un'antologica dedicata a William Kentridge, mostra che nel corso del 2004-2005 si è trasferita al Kunstmuseum K20 di Düsseldorf, al MCA di Sydney, al Museum of Contemporary Art di Montreal e alla Johannesburg Art Gallery. A questa esposizione, ha fatto seguito una personale di Pierre Huyghe (primavera 2004) con un progetto inedito dell’artista. Nell'autunno del 2004 ha curato una retrospettiva del lavoro dell’artista americano Franz Kline quindi, nel 2004-2005, la collettiva Faces in the Crowd / Volti nella folla (curata insieme a Iwona Blazwick) – una esplorazione della figurazione come pratica d’avanguardia, da Edouard Manet a Destiny Deacon, attraverso la pittura, scultura, istallazioni, fotografie, film e video di oltre 100 artisti dal 1873 ad oggi. La mostra si è poi trasferita a Whitechapel, Londra. È stata tra i curatori della prima Triennale di Torino, TorinoTriennaleTremusei: T1 - La sindrome di Pantagruel: un progetto inaugurato nel novembre del 2005 che esaminava gli eccessi, il gigantismo concettuale e la fragilità del nostro mondo pantagruelico, con due mostre personali (Takashi Murakami e Doris Salcedo) e una mostra dislocata in diversi sedi nella città con le opere di 75 giovani artisti internazionali, tra i quali Tamy Ben-Tor, Fernando Bryce, Sebastián Diaz Morales, Jin Kurashige, Araya Radsjamroensook e Apichatpong Weerasethakul.
È stata Direttore artistico della sedicesima Biennale di Sydney (giugno – settembre 2008). Denominato Revolutions – Forms that Turn, questo ampio progetto, ospitato in diverse strutture della città, tra cui The Art Gallery of New South Wales, il Museum of Contemporary Art, Artspace, il Sydney Opera House e Cockatoo Island, ha preso la forma di una costellazione di opere d’arte che esploravano l’impulso rivoluzionario e le forme sedimentate nell’etimologia della parola “revolution” (rivoluzione) – indagando la relazione e il divario tra l’arte rivoluzionaria e l’arte per la rivoluzione, dalle prime avanguardie ad oggi.
Da dicembre 2008 a settembre 2012 è stata Direttore artistico della tredicesima edizione di dOCUMENTA (aperta al pubblico dal 9 giugno al 16 settembre 2012), tenuta a Kassel (Germania) con laboratori, seminari e mostre in Egitto (Alessandria), Afganistan (Kabul) e Canada (Banff). dOCUMENTA (13) è stata dedicata alle sperimentazioni artistiche e alle forme d’immaginazione che sono impegnate nell’esplorazione dei temi di “commitment” (impegno / partecipazione / fedeltà), la materia, le cose, la corporeità e la vita attiva – connessi, ma non subordinati, alla teoria. In dOCUMENTA (13) il pensiero politico è inscindibile da una sensuale alleanza, energica e terrena, che lega le attuali ricerche in vari campi scientifici ed artistici ad altre forme di sapere, antiche e contemporanee. La mostra ha proposto opere inedite di oltre 150 partecipanti, artisti e non, tra i quali Janet Cardiff e George Bures Miller, William Kentridge, Manon de Boer, Tino Sehgal, Wael Shawky, Walid Raad, Etel Adnan, Mariam Ghani e Goshka Macuga. L’evento comprendeva un progetto editoriale del titolo 100 Notes – 100 Thoughts composto da facsimili di quaderni già esistenti, saggi commissionati appositamente per il progetto, collaborazioni e conversazioni. Con i contributi di autori provenienti da svariati campi disciplinari – arte, storia dell’arte, scienze, filosofia e psicologia, antropologia, scienza politica e scienza economica, studi linguistici e letterari, poesia – 100 Notes – 100 Thoughts delimitava uno spazio all’interno di dOCUMENTA (13) riservato all’esplorazione dei modi in cui il pensiero emerge e si annida nell'atto stesso di re-immaginare il mondo.