Infinite Jest
INFINITE JEST, è un progetto corale per voci sole, un’esposizione a senso alternato di marcia, Venezia / New York e ritorno, a celebrare i 35 anni del Pratt Institute.
Comunicato stampa
INFINITE JEST, è un progetto corale per voci sole, un’esposizione a senso alternato di marcia, Venezia / New York e
ritorno, a celebrare i 35 anni del Pratt Institute. I tre artisti internazionali chiamati a sviluppare la mostra, Michael
Brennan - Hahn Hyewon - Monique Rol l ins, si sono conosciuti a Venezia e qui hanno sviluppato ciascuno la
propria ricerca artistica. Hahn Hyewon e Monique Rollins hanno iniziato nella città lagunare, diciassette anni fa e
condividendo la medesima classe, il loro percorso di studi e la loro ricerca artistica, poi incrociata con il talento di
Michael Brennan, artista e docente del medesimo organismo formativo statunitense.
Nell’universo partecipato e relazionale, e sempre di comunicazione, dell’Arte, si tratta del crescere di percorsi incrociati
con il comune denominatore del linguaggio denso e articolato della pittura sviluppato con declinazioni plurime ma
similari, in consonanza con il “gesto infinito” dell’opera. Opera d’arte che non si distingue dalla vita essendo un
complesso organismo sempre in movimento e sempre in duttile evoluzione.
INFINITE JEST è titolo prestato dal romanzo cult dello scrittore David Foster Wal lace, uno dei maggiori autori
americani della prima decade del XXI secolo. Nel romanzo si crea una traiettoria tra competizione e pratica della
scrittura, quindi il modo d’intendere allenamento, ripetizione, spazio, relazione. Individuare la bellezza e il gesto bianco
e la magia e il miglioramento e le chiavi dell'eccellenza e della vittoria nel complesso flusso di uno sport, è come
costruire per un artista visivo il suo processo artistico, definire la sua poetica che è generata dal talento ma costruita
sull’ossessione, la determinazione, e una passione che trova nella creazione bulimica la sola chiave d’accesso.
Sin dal finire del XIX secolo la modernità si è basata sull’idea della “vita come opera d’arte”. Secondo Oscar Wilde la
modernità è il momento in cui “non è l’arte che imita la vita, ma la vita che imita l’arte”. Dunque partendo dal fertile
territorio condiviso, Venezia, in cui Michael Brennan - Hahn Hyewon - Monique Rollins sono partiti, è forse possibile far
vivere la relazione del loro Infinite jest, e specificatamente il rapporto tra tecnica, poetica ricerca e opere, come si
trattasse un’unica grande installazione, un’unica esperienza d’arte. L’inclassificabile ma concreta distanza tra le opere
esposte, contiene un concetto di “traduzione”, il tradere, il traghettare - in questo caso un immaginario da un altro
immaginario -, come il tradire, che significa sempre compiere uno spostamento. “La traduzione è essenzialmente un
atto di dislocazione: fa muovere il senso di un testo da una forma linguistica a un’altra e mostra questi tremiti.
Trasportando l’oggetto di cui s’impossessa, si dispone all’incontro con l’Altro per presentargli lo straniero/estraneo in
una forma familiare… (1.)
Ciò che interessa indagare in questa esposizione tripersonale, che si amplifica grazie ad alcuni workshops a cura
della Società Dante Al ighieri , è il complesso atto acceso da ciascun artista per esprimere l’opera, dispositivo
potente e indipendente frutto di una necessità regolata ad alta densità clinica e poetica. In tale ottica errante di
passaggio, di transitorietà, di mescolanza e scoperta, s’instaura un dialogo tra lavori di autori che usano media e
linguaggi simili, ma con ritmi differenti.
Michael Brennan è un’artista informale che lavora traducendo incessantemente le sottili discrepanze tra naturale e
artificiale, verità e finzione; i toni usati si sovrappongono senza stridore, ma ripercorrendo una grammatica raffinata
estremamente intensa.
Secondo Hahn Hyewon, “la vita è una motivazione infinita per l'arte”. I suoi acrilici su pannello o tela reiterano gesti
sempre sulla soglia dell’inframince inteso come spazio in cui la vita si moltiplica con le sue forme trascendenti, minime.
Il suo immaginario è studiato e percorso attraverso linee sinuose, per una ricerca che va oltre il visibile e il pellicolare.
Carta e tela, collage e colore, cutter e pennello sono gli strumenti moltiplicatori di congiunture e contesti della ricerca di
Monique Roll ins, pittrice che traspone con opere anche di grande formato momenti e situazioni esistenziali, sempre
nello spirito di una narrazione leggera tra materico e segnico, manovrata tra oscillazioni climatiche e impressioni
variabili.
Frammentazione e bellezza pura, infinità di possibili colpi e risposte, calcolo e assolutezza del gesto estetico,
immaginazione di sé stessi e dell’altro. Sono questi gli elementi che creano il corto circuito di INFINITE JEST,
esposizione che si alimenta nell’azione del vedere ed entrare dello spettatore in un processo artistico che trova nel
medium della pittura un comune denominatore, e nella crescita condivisa, ma assolutamente autonoma, dei tre artisti,
la struttura che tiene aperto il dialogo, senza disperdersi in modalità generiche. INFINITE JEST si pone quindi come il
luogo dell’incontro in cui si deposita il pensiero dell’arte e dell’artista che possiede requisiti di erranza e traslazione, e la
cui opera trasmette tra le sue infinite pieghe le informazioni e i significati della contemporaneità.
1. Nicolas Bourriaud, Il Radicante. Per un’estetica della globalizzazione, Postmedia, 2014, Milano
© Martina Cavallarin
INFINITE JEST prevede la prima mostra a maggio 2019 a Venezia, in concomitanza con la 58. Esposizione
Internazionale d’arte – La Biennale di Venezia, e la seconda mostra a New York a gennaio 2020.
INFINITE JEST
MICHAEL BRENNAN - HAHN HYEWON - MONIQUE ROLLINS
A cura di Martina Cavallarin
Sant’Elena
Campo della Chiesa 3
30135, Venezia
3 maggio, 28 giugno 2019
Orari: Lunedì – sabato dalle 10 alle 17
In col laborazione con
Pratt Institute
Società Dante Alighieri
identi tà visiva e comunicazione
leonardo guerra
Ringraziamenti
Università Internazionale dell'Arte
Scuola Internazionale di Grafica
Soprintendenze dei Beni Artistici e Storici di Venezia. Soprintendenza BAPSAE
Gallerie dell'Accademia
Save Venice
Prof.ssa Diana Gisolfi
Prof.ssa Rosella Mamoli Zorzi
Programma
opening venerdì 3 maggio dalle 18.00 alle 21.00
Giovedì 13 talk a cura del Pratt Insitute; a seguire un aperitivo
Sabato 22 giugno, in occasione di Art Night, nella sede espositiva, si terrà un talk sul tema della mostra, sulla
processualità artistica degli artisti invitati e sulla loro relazione iniziata nella sede veneziana del Pratt Institute.
Relatori: Artisti Michael Brennan - Hahn Hyewon - Monique Rollins, Curatrice Martina Cavallarin, Prof.ssa Diana Gisolfi,
Prof.ssa Rosella Mamoli Zorzi
Workshops a cura della Società Dante Alighieri