Insieme al cavallo arriva il successo

Informazioni Evento

Luogo
SCHREIBER COLLEZIONI
Via della Rocca 29 10123, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle h. 11 alle 18 dal lunedì al venerdì sabato su appuntamento.

Vernissage
03/03/2014

no

Generi
arte etnica

Per festeggiare l’inizio della primavera e l’ingresso nell’anno del cavallo una mostra in onore dell’animale più raffigurato nell’arte cinese.

Comunicato stampa

Titolo : " 马到成功 Ma Dao Cheng Gong" "Insieme al cavallo arriva il successo"

Per festeggiare l'inzio della primavera e l'ingresso nell'anno del cavallo abbiamo organizzato una mostra in onore
dell'animale più raffigurato nell'arte cinese.
Esponiamo una selezione di sculture dalla dinastia Han all'epoca Ming (dal II° sec. A.C. al XVII B.C.) e qualche dipinto del periodo Qing
(XVIII-XIX sec.)

Abbiamo tratto il titolo da una frase benaugurale cinese che sottolinea quanto,
secondo la tradizione il Cavallo, potente e fiero, scatena un’energia impetuosa, vitale e
reagisce in fretta cogliendo al volo le opportunità.
Impulsivo e vagamente testardo, il cavallo ama la velocità è scalpitante e ha lo sguardo fiero di chi
non ha padroni se non la libertà.

Protagonista di preziose sculture in terracotta e bronzo, statiche o danzanti, il cavallo è
sicuramente il soggetto più raffigurato dagli artisti cinesi tra le dinastie Han e Ching.
Settima figura dello zodiaco e simbolo di vitalità ed eleganza era l'animale più
emblematico dell'arte cinese, insieme al drago, infatti era l'unico considerato in grado di
volare per trasportare l'uomo verso l'immortalità.
Come disse Kenneth Clark: “I cavalli abitano i due mondi dell'immaginazione umana. Uno
è il mondo ordinato della vita quotidiana dove essi sono al servizio degli uomini,
rispettati e ammirati, ma comunque sottomessi.
L'altro è il mondo della bellezza e dell'energia dove il cavallo è una forza della natura
ribelle e selvaggia”

Cinquemila anni fa i cinesi iniziarono ad addomesticare i cavalli, nella storia di questo
popolo hanno avuto un'importanza notevole tanto da diventare essenziali per la difesa
dell'impero , il trasporto delle merci e rifornimenti in tutto il paese.
Nel II sec. avanti Cristo l'imperatore Wudi e la corte spesero somme ingenti per importare dalla Persia cavalli di grandi dimensioni, forti e scattanti che “sudavano sangue” e per questo si credeva avessero discendenze celesti.
Il fenomeno non è mai stato svelato completamente: probabilmente si trattava di un
parassita che provocava rigonfiamenti e piccole sacche che poi aprendosi producevano
rigoli di sangue.
Questi maestosi cavalli erano molto ambiti e sono diventati veri e propri status symbol
per i ricchi e potenti funzionari tanto che nelle tombe di nobili e generali sono state
ritrovate molte statuette in terracotta e bronzo raffiguranti cavalli imponenti con le
narici dilatate , le orecchie tese , colli forti e robuste zampe.

Da qui si susseguirono durante le varie dinastie differenti raffigurazioni di destrieri eleganti e pieni di fascino:
da quelli da parata delle sei Dinastie ai cavalli danzanti Tang.

Anche la civiltà dell'impero di mezzo si incentrava sul culto dei morti, i regnanti e i loro
funzionari, volendo assicurarsi l'immortalità si facevano costruire sontuose tombe e
intorno ai sarcofaghi disponevano elaborati manufatti in bronzo, giada e soprattutto in
terracotta, quali beni di conforto e protezione nella nuova vita.
Si deve a questa usanza il ritrovamento di tanto materiale che ci ha permesso di avere
notizie sulla vita di corte e sulle abitudini, gusti e divertimenti.
Il cavallo è stato sicuramente il soggetto più raffigurato dagli artisti che eseguivano i
manufatti funerari poiché oltre ad essere simbolo di potere e ricchezza era considerato
capace di trasportare l'anima nell'aldilà e di assicurare al defunto un sereno viaggio
nell'immortalità.