Intrighi

Informazioni Evento

Luogo
ISTITUTO VITTORIO EMANUELE II
Piazza Vittorio Emanuele II, 0, 70054 , Giovinazzo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
08/12/2013

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Gli artisti presenti in questi ‘Intrighi’ mediante installazioni e video, muovono, possibilmente in maniera ordinata, l’essere senza tradirlo. In un cammino comune percorrono poeticamente i sentieri della vita.

Comunicato stampa

FRANCO ALTOBELLI - GIANNI DE SERIO - TEO DE PALMA - ORONZO LIUZZI - MASSIMO NARDI - FRANCESCO SANNICANDRO.

In una società senza stomaco, abulica e caotica, con ideali e umanità svuotati per una solidificazione sempre più agguerrita del profitto, la vita diventa inconsapevole della sua dinamicità, non continua a conservare la sua connotazione sostanzialmente positiva. Si sta vivendo una fase di puro surrealismo. Nella logica ideologica neoliberista non deve esistere la società ma solo individui, dimenticando che è impossibile essere individui senza società. Perseveriamo impotenti nella modernità liquida, cancellando dal vocabolario il concetto di essere in-comune.
Recessione, disoccupazione, impoverimento, malessere sociale, perdita del futuro per i giovani, stiamo subendo l’agonia e la morte della vita. Resta ancora viva la ragione illuministica e spirituale della speranza. Un sogno bellissimo da coltivare, per guardare in avanti e cercare, per un futuro finalmente libero e non incapace e corrotto.
Voglio un paradiso vero e non un inferno di paradiso ho scritto in una delle mie tante poesie.
L’arte misura e si connette con la conoscenza dell’infinito, quindi, non ha dimensioni. Realizza l’idea di luce, l’intuizione. Esprime e verifica la validità del perfettibile. Opera in maniera diversa, in verticale e orizzontale, per risalire al senso vero dell’essere.
Gli artisti presenti in questi ‘Intrighi’ mediante installazioni e video, muovono, possibilmente in maniera ordinata, l’essere senza tradirlo. In un cammino comune percorrono poeticamente i sentieri della vita. Entrano in scena per un sentire liberato, universale e concreto. Il loro linguaggio non è fatto di illusioni, invocano, invece, l’unità originaria della vita per la vita. Si disfano di intrecci illeciti, di corpi ambiziosi e possessivi, di maschere pirandelliane, per far risplendere, dunque, gli elementi essenziali della speranza e della vita, in grado di guardare “l’essere-nel-mondo”, come sottolinea Heidegger.

Oronzo Liuzzi