Io Medea. La leggenda bianca del Rinascimento lombardo
A 550 anni dalla sua morte, Medea, la figlia prediletta del celebre condottiero Bartolomeo Colleoni, rompe per la prima volta il silenzio, raccontandosi quasi in prima persona, attraverso documenti e oggetti portati alla luce da una recente, ampia ricerca e allo stesso tempo proponendosi come portavoce del multiforme universo femminile di un secolo, il Quattrocento, che ancora faticava a dare spazio alle donne.
Comunicato stampa
Dolce correa per la città dei Tassi
la melode a destar la verginetta
Medea sepolta presso il Coleoni.
Gabriele d’Annunzio, Le Città del silenzio, 1903
A 550 anni dalla sua morte, Medea, la figlia prediletta del celebre condottiero Bartolomeo Colleoni, rompe per la prima volta il silenzio, raccontandosi quasi in prima persona, attraverso documenti e oggetti portati alla luce da una recente, ampia ricerca e allo stesso tempo proponendosi come portavoce del multiforme universo femminile di un secolo, il Quattrocento, che ancora faticava a dare spazio alle donne.
Una mostra diffusa nei luoghi colleoneschi di Bergamo Alta, con un bouquet di opportunità d’eccezione:
> Per la prima volta, l’opportunità di ammirare la splendida scultura di Medea che riposa, “scalando” il suo monumento funebre, capolavoro del Rinascimento lombardo realizzato da Giovanni Antonio Amadeo nella Cappella Colleoni, uno dei monumenti simbolo di Bergamo Alta.
> L’apertura eccezionale al pubblico delle stanze del Palazzo del Luogo Pio Colleoni, fondato dal condottiero nella sua dimora cittadina.
> La possibilità di ammirare alla Biblioteca Civica Angelo Mai un vero gioiello storico, artistico e documentario: il manoscritto miniato della “Vita di Bartolomeo Colleoni” di Antonio Cornazzano (1473-1474)