Irina Vinter – Ira nell’anima
35 immagini, tra bianco/nero e colore, realizzati con diverse tecniche fotografiche, sono raccolti in un suggestivo allestimento ideato dalla curatrice della mostra Alinda Sbragia in sospensione tra le presenze artistiche di Pietro Canonica. Un dialogo sorprendente arricchito dai versi dell’artista che accompagnano ogni opera.
Comunicato stampa
Non è un caso che per la sua prima intensa personale italiana, in provenienza dalla Saatchi Gallery di Londra, Irina Vinter, artista moscovita vezzeggiata da grandi curatori come Natalia Ilynskaya, direttore del Museo di arte Moderna e contemporanea di Mosca, abbia scelto proprio il Museo Pietro Canonica. L' intimità del luogo e il confronto con uno spazio dedicato all'arte ancora presente, immerso nel grande parco di Villa Borghese, sembrano infatti essere una metafora dell' arte della Vinter.
Un' arte complessa che stravolge con intelligenza l' uso della fotografia donandole pittoricità sempre alla ricerca del nocciolo formale delle cose. Vinter letteralmente scava con il suo obiettivo gli oggetti che l' attraggono sino a trovare visioni di un subconscio narrativo pronto a svelare incubi o sogni di una realtà presente e segreta, profondamente intima come un io lontano molto femminile e sensuale. " Le proprietà della sua ottica interiore" Dice Ilynskaya" le permettono di liberare l' emozione pura, il desiderio, scevri dal tempo come delle allegorie". La sua fotografia sembra pittura a episodi che trova vita tra le rughe del legno o le onde del fiume ricreando il gioco delle ottiche galileiane.
Irina Vinter presenta a Roma trentacinque lavori, tra bianco e nero e colore, con diverse tecniche fotografiche e diversi formati, raccolti in un suggestivo allestimento creato dalla curatrice della mostra Alinda Sbragia in sospensione tra le presenze artistiche di Pietro Canonica. Un dialogo interessante e sorprendente arricchito dai versi dell' Artista che accompagnano ogni opera.
Irina Vinter
Nata a Mosca alla fine degli anni sessanta da una famiglia appartenente alla nomenclatura Sovietica, il padre era il direttore dell’ Agenzia Spaziale, si è dedicata da sempre all' arte iniziando come architetto nella progettazione e nella cura di interni. Ha due lauree, in Affari Esteri, carriera subito abbandonata, e in Fotografia. Figura eclettica e dinamica ha viaggiato molto per seguire la sua creatività e i suoi progetti. Nell' ultimo decennio ha approfondito il suo rapporto con la fotografia dedicandosi ad essa esclusivamente. Ha tre figli e viva tra Mosca, dove ha il suo studio, Londra e il sud della Francia. Tra i suoi collezionisti figurano il museo di Arte Contemporanea di Mosca, Fiodor Bondarchuk, Arkadi Novikov.
Alinda Sbragia
Moscovita di nascita, ma residente a Roma, è curatrice di mostre e organizzatrice di eventi culturali internazionali. Cura in particolar modo relazioni artistiche tra la Russia e l' Europa. Tra gli eventi più importanti ricordiamo "Unconditional Love", "One of a thousand ways to defeat entropy" per la Biennale di Venezia 2009 e 2011.