Irma Blank / Stephen Rosenthal
Mostre personali di Irma Blank, Gehen e di Stephen Rosenthal, Notations.
Comunicato stampa
Irma Blank, Gehen / 6 maggio - 10 giugno 2023
La serie di lavori Gehen di Irma Blank (Celle, DE, 1934) prende avvio nel 2017, quando l’artista inizia in seguito a un problema di salute a dipingere con la sola mano sinistra. Queste opere, provocatoriamente ridotte, esprimono una visione priva di qualità descrittive. Grandi come una pagina, consistono in linee eseguite a mano, orizzontali e di uguale lunghezza, disposte una dopo l'altra sul foglio, spesso con uno spazio uguale tra loro, che varia da opera a opera. Le linee non attraversano interamente la pagina ma si fermano, lasciando uno spazio di carta bianca su tutti e quattro i lati. Ciò suggerisce un'inquadratura o una collocazione in sintonia con la geometria della superficie su cui sono disposte. Il gesto dell'artista diventa sia il soggetto che l'oggetto dell'opera, privilegiando la spontaneità, l'azione, lo spazio reale e persino la natura. L'insieme di questi elementi si traduce in un'arte concepita come poesia piuttosto che come sistema, o come effetto piuttosto che come informazione o narrazione.
“Come sempre succede c’è prima una mancanza, una sofferenza, e da lì nasce il gesto creativo – osserva Blank – Ora io vivo un rapporto molto diverso con quello che faccio: in passato sono sempre andata dall’interno verso l’esterno, pensavo sempre allo strumento mano per andare verso gli altri. Ora io penso al piede, alla terra, allo spazio da percorrere. Da qui in poi chiamo tutti i miei nuovi lavori Gehen (andare): in questi lavori io mi muovo di nuovo, vivo l’andare”.
Stephen Rosenthal, Notations / 6 maggio - 10 giugno 2023
Stephen Rosenthal (New York, US, 1935), riveste un ruolo da protagonista all’interno della Radical Painting newyorchese già a partire dalla metà degli anni Settanta, sviluppando una riflessione sul medium della pittura. La ricerca di Rosenthal parte da una riduzione del linguaggio attorno ai sui suoi elementi primari (formato, misura, supporto, colore), il cui esito è un oggetto pittorico che nega qualsiasi carattere narrativo, rappresentativo e illusionistico e afferma la sua presenza senza significare altro che sé stesso. Si tratta di un processo che diffonde su tutto il dipinto una sensazione di non finito, di irrisolto, di tattilità diffusa, segni che fanno sentire la presenza di un corpo e di una mano che le traccia.
Rosenthal crea l’opera esattamente nel momento in cui dipinge la tela; ma quando il lavoro sembra essere finito, inizia un processo di eliminazione inverso, usando dell’ acido, rimuovendo quasi completamente ciò che era stato fatto e lasciando tracce minimali, in equilibrio tra caso e design, ricordi di ciò che esisteva una volta. Quei pezzetti di materia più o meno colorata che punteggiano la tela sono proprio, si potrebbe dire, i segni più ostinati e resistenti tra quelli che ha tracciato, quelli che hanno resistito al solvente che ha rimosso tutto il resto. Questi dipinti, che all'inizio potevano sembrare delicati come la luce del sole, rimangono impressi nella mente come robusti e tenaci. L'arte spesso ci ricorda l'evanescenza delle cose, ma l'arte di Rosenthal ricorda che qualcosa resiste. Mostra come le cose che sembrano inconsistenti, le figure che fluttuano davanti agli occhi come in un miraggio, resistono. Lo spazio della pittura è lo spazio di quella continuità. Una pittura che va riformulandosi a partire da limiti e debolezze, da errori e fallimenti.