Is Pink just a color?
Il progetto della mostra nasce dalla volontà di collegare con una sorta di “filo rosa” la presentazione del libro di Chiara Guidi La rivoluzione siamo noi con la mostra Is Pink just a color?dove le opere delle artiste sembrano accogliere il libro stesso e ridisegnarlo mediante traiettorie visive.
Comunicato stampa
La Galleria Paola Verrengia inaugura sabato 5 Maggio alle ore 19:00 la mostra collettiva Is Pink just a color? a cura di Chiara Guidi, con opere di Carla Accardi, Ghada Amer, Maria Magdalena Campos-Pons, Elisabetta Catalano, Bruna Esposito, Margherita Manzelli, Maria Elisabetta Novello, Ana Gloria Salvia e Amparo Sard, artiste presenti nelle maggiori collezioni e musei Internazionali.
Il progetto della mostra nasce dalla volontà di collegare con una sorta di “filo rosa” la presentazione del libro di Chiara Guidi La rivoluzione siamo noi con la mostra Is Pink just a color?dove le opere delle artiste sembrano accogliere il libro stesso e ridisegnarlo mediante traiettorie visive.
Il titolo Is Pink just a color?è una domanda che diventa anche asserzione e informazione, luogo che apre alla conoscenza e alla possibilità di scrivere un capitolo originale e variegato della storia dell’arte “al femminile”. Il risultato è un racconto per immagini di “donne che amano troppo”(Alda Merini)e che, “nel loro agire, rappresentano un ventaglio declinato nel senso del colore rosa, in una nuanceancora rivoluzionaria” (Chiara Guidi).
La mostra si apre con opere di Carla Accardi (1924-2014), figura storica che fin dal 1947 ha contribuito a sviluppare la storia dell’arte astratta in Italia. La sua militanza femminista culmina nella fondazione di Rivolta femminile (1970) e prosegue per oltre mezzo secolo con la sistematica ricerca di una pittura geroglifica, segnica, strutturalmente aperta a possedere il colore.
Attingendo anche al mondo del ricamo, l’artista egiziana Ghada Amer (1963)ricerca nuove modalità operative, alternative alla pittura. Fin dagli anni Novanta utilizza infatti la pittura con il filo emancipatodal ricamo per riscattare la “tecnica della sottomissione” in quella della seduzione trasformando così le nozioni tradizionali di identità culturale, attrazione e fondamentalismo religioso.
L’eredità afro cubana e le linee postcolonialiste di Maria Magdalena Campos-Pons (1959) e diAna Gloria Salvia (1973) affermano dal canto loro la ricerca dell’identità in un panorama che richiama alla memoria il femminismo e la sua storia. Per la Campos-Pons la ricerca artistica si concentra su un forte interesse verso il ruolo di genere affrontando anche tematiche come l’appartenenza, l’assimilazione e l’intercultura che derivano dalla sua esperienza di espatriata cubana. Ana Gloria Salviacon i suoi lavori presenta una realtà frammentata tra varie etnie, religioni, culture, costumi e scelte di vita che formano l’universo umano di cui ognuno di noi è una minuscola parte.
Il complesso ed intrigante percorso espositivo è arricchito dalle fotografie di Elisabetta Catalano (1941-2015), prematuramente scomparsa, che hanno la preziosità della testimonianza: “i suoi ritratti sono camei per una rinnovata galleria vasariana contemporanea” suggerisce la curatrice.
Caratterizzata dall’utilizzo di materiali eterogenei, spesso legati alla quotidianità e alla sfera alchemica, i processi creativi di Bruna Esposito (1960)sono presenti in mostra con una visionarietà fotografica che punge lo sguardo dello spettatore e lo invita a riflettere sull’estraniamento, sullo spiazzamento, sul disorientamento.
Con una pittura che evidenzia disagio e inquietudine, Margherita Manzelli (1968)è ulteriore riflessione sull’universo femminile. Protagoniste assolute e abbaglianti, le donne si presentano nel suo lavoro in tutta la loro solitudine, la loro essenziale forza mascherata da insicurezza e la loro identità incerta.
Considerata tra le più interessanti artiste italiane della sua generazione, Maria Elisabetta Novello (1974)propone un corpus fragile, dove la cenere è elemento effimero e fuggevole con cui crea forme, nuove presenze, tracce di memorie, così nei Di-segniin esposizione. L’artista spagnola Amparo Sard (1973), diventata famosa grazie alla peculiare tecnica della punzonatura su carta, presenta due disegni dell’ultima serie Water(2018) con cui indaga le complesse dinamiche esistenziali che influenzano le relazioni umane e la delicatezza della femminilità.
La presentazione del libro avverrà giovedì 17 maggio presso la Galleria alle ore 18:00, Chiara Guidi dialogherà con Maria Giustina Laurenzi.