Isa Rus – Birthmark
Birthmark, come dice la stessa fotografa spagnola, “riflette una miscela di esperienze personali e universali, catturando i momenti crudi e intimi della maternità e le connessioni profonde che formiamo con ciò che ci circonda e con le persone che amiamo”
Comunicato stampa
sesta tappa del ciclo espositivo dedicato alla fotografia contemporanea Homecoming, ideato da Irene Alison e curato da Irene Alison e Paolo Cagnacci. L’evento è organizzato in collaborazione con Forma Edizioni e l’Associazione Infoto Firenze e grazie al supporto di Banca Ifigest e Gruppo AF.
Birthmark, come dice la stessa fotografa spagnola, “riflette una miscela di esperienze personali e universali, catturando i momenti crudi e intimi della maternità e le connessioni profonde che formiamo con ciò che ci circonda e con le persone che amiamo”.
C’è una dimensione carnale e primordiale nell’idea di “casa” che Isa Rus racconta. Una casa corpo, una casa seno, una casa radice, una casa madre. Birthmark, evoca infatti non solo in senso letterale l’idea di segno della nascita – quella che nel linguaggio comune definiamo “voglia” – ma allude anche alla profonda trasformazione che deriva dalla maternità.
Da sempre campo di una silenziosa battaglia, il corpo della madre, trasformato dalla gravidanza, abitato dal neonato, investito di aspettative e giudizi, si esprime, nelle immagini di Rus, in una dimensione di totale libertà e connessione con la natura, fino a fondersi nel paesaggio. Indagata in una prospettiva intergenerazionale, sovrapposta all’idea di Patria (Rus è emigrata dalla Spagna alla Germania, e il suo lavoro riflette anche la nostalgia propria della sua condizione di migrante), intrecciata agli elementi della natura, la maternità catturata dalla fotografa si sottrae a qualsiasi stereotipo e si manifesta al di fuori di ogni cliché visivo o sovrastruttura culturale.