Isabella Tortola / Debora Vrizzi – Blinding plan
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Gli spazi della Fondazione Gajani verranno contaminati attraverso il lavoro di due artiste differenti e chiamate a collaborare insieme per la prima volta: Isabella Tortola e Debora Vrizzi. Da una parte una fotografa; dall’altra una regista e una videoartista.
Comunicato stampa
Per l’edizione di Art City 2025 gli spazi della Fondazione Gajani verranno contaminati attraverso il lavoro di due artiste differenti e chiamate a collaborare insieme per la prima volta: Isabella Tortola e Debora Vrizzi. Da una parte una fotografa; dall’altra una regista e una videoartista.
Obiettivo della mostra è quello, come sempre, di trovare un dialogo e una narrazione con Carlo Gajani e i suoi spazi: fondazione-galleria e casa d’artista.
L’operazione che la curatela e le due artiste andranno ad apportare all’interno dello stabile sarà una vera e propria emissione dell’arte. Parte del mobilio e delle decorazioni architettoniche rimarrà visibile; le opere d’arte dell’autore, invece, verranno “nascoste” attraverso l’utilizzo di semplici teli trasparenti.
“Il telo si fa, in questo modo, simbolo di una cancellazione”, come sottolinea la curatrice Sara Papini “che non vuole essere, da parte delle artiste e della curatela, né un’occupazione all’interno della residenza del celebre artista bolognese, né una forma di remissione rispetto alla sua arte. L’obiettivo è semplicemente quello di ribaltare la visione e lo sguardo di chi, come ospite, entrerà all’interno della mostra durante la manifestazione. Cosa succede se il luogo che ci aspettiamo di trovare ricolmo di arte, si ritrovasse svuotato da tutto? Che significato produrrebbe nella mente dello spettatore? Una cancellazione che non vuole essere un ribaltamento dell’arte di Gajani, ma un vero e proprio cambio di significato, un’eliminazione alla Emilio Isgrò: cancellare per svelare il paradosso, giocare con l’ovvio e sulle aspettative di chi, da tempo, forse si è troppo abituato a dare per scontato ciò che ha davanti. In questo modo, l’arte, da mero oggetto commerciale, da banalità, da ovvietà riprende forza e spazio, urlando e manifestandosi attraverso la sua stessa assenza.”
Per farlo, in aiuto a questa pratica più performativa della mostra, verranno chiamate ad installare all’interno della stanza espositiva due artiste che porteranno in luce la questione dell’assenza e del vuoto.
Da una parte Debora Vrizzi con la proiezione dei suoi due video Blinding Plan, all’interno dei quali l’artista si diverte a eliminare virtualmente tutte le opere all’interno di alcuni musei. Il prodotto finale che ne scaturisce è una carrellata assordante di persone che scrutano, fissano e consultano il vuoto. Cosa stiamo guardando?
Nella seconda sezione, invece, troviamo le fotografie architetturali di Isabella Tortola, che esporrà una serie incentrata sul vuoto e il parallelismo estetico. Le inquadrature, spogliate di ogni oggettistica ritenuta superficiale (fino a quasi al paradosso), ci parlano di un’assenza e di una solitudine, totalmente opposta al lavoro di Gajani fotografo.
Note biografiche sulle artiste
Isabella Tortola nasce nel 1987 e vive ad Isernia fino al 2006, anno in cui si trasferisce a Bologna. Qui studia e si laurea in Arti Visive al Dams. Nello stesso periodo si avvicina alla fotografia in maniera spontanea, nel semplice tentativo di costruire un racconto per immagini della sua vita.
Debora Vrizzi si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel corso di Decorazione e nel 2006 si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel corso Fotografia. Inizia in questi anni la sua carriera artistica come fotografa e performer. In seguito, amando l’aspetto performativo della fotografia contemporanea comincia ad invadere la scena, diventando spesso il soggetto delle sue immagini. La sua ricerca oggi si sviluppa attraverso la videoarte, il cinema e il documentario. Lavoro come direttrice della fotografia nel cinema ed espone a livello nazionale ed internazionale in musei, gallerie e festival.
Partner ufficiali della mostra Cantiere Bologna, Ratpark Magazine, la rassegna annuale di Videoart Yearbook, Ibrida Festival delle arti intermediali, Juliet Art Magazine e Fatavideo.it l’archivio di videoarte transfemminista.