Israel landscape

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA VILLA CROCE
Via Jacopo Ruffini 3, Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/05/2022
Curatori
Ermanno Tedeschi, Vera Pilpoul
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra intende far conoscere Israele attraverso la sua arte, ricreando così non solo il suo paesaggio geografico, ma soprattutto quello sociale e umano, ritraendo il paese come un mosaico della complessità, della diversità e della ricchezza dei suoi paesaggi, della sua gente e delle sue tradizioni.

Comunicato stampa

Si intitola “ISRAEL LANDSCAPE” la mostra che inaugurerà il 10 maggio alle ore 18,00 e che rimarrà allestita fino al 30 giugno 2022 presso il Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova promossa dall’Associazione Culturale Acribia insieme all’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia. Il progetto è stato esposto nella fiera Arte in Nuvola a Roma nel 2021, dove Israele era paese ospite.

La mostra intende far conoscere Israele attraverso la sua arte, ricreando così non solo il suo paesaggio geografico, ma soprattutto quello sociale e umano, ritraendo il paese come un mosaico della complessità, della diversità e della ricchezza dei suoi paesaggi, della sua gente e delle sue tradizioni.

Israel Landscape è curata da Ermanno Tedeschi e Vera Pilpoul – che avevano già lavorato insieme per altri progetti internazionali – con la collaborazione di Maya Katzir, addetta culturale dell’Ambasciata di Israele in Italia e offre un’ampia visione della scena artistica e culturale di Israele attraverso circa 60 opere di 30 artisti. Questi ultimi sono stati selezionati perché accomunati da un impegno creativo volto alla valorizzazione di Israele, con il ricorso a tecniche diverse: dalla pittura alla fotografia, dalla scultura al ricamo, dal disegno alla videoarte. Un quadro tanto più variegato se si considera che sono presenti in mostra non solo artisti nati in Israele, ma anche provenienti da diverse parti del mondo ed emigrati in questa terra, che meglio di ogni altra rappresenta un importante luogo di aggregazione e incontro.

«Diversità è forse la parola che meglio illustra le caratteristiche non solo di Israele, ma anche dei suoi abitanti – sottolinea Ermanno Tedeschi –…L’espressione creativa israeliana prende vita dalla commistione di diverse culture, dalle loro abitudini e dalla loro storia, ed è proprio questo il punto di maggiore forza dell’arte locale, che presenta da un lato una ricerca legata alla tradizione e dall’altro uno sperimentalismo poliedrico».

«Il paesaggio israeliano – spiega Vera Pilpoul – è rappresentato da vari punti di vista, come diverse sono le origini degli artisti: molti di loro sono immigrati. La dura luce israeliana ha un grande impatto sul loro modo di percepire il paesaggio. La presenza della natura, i paesaggi urbani, la diversità delle persone rappresentano l’incrocio tra est e ovest, tra urbanità e natura selvaggia, tra tradizione e immaginario, sia concretamente che simbolicamente».

«Guidati dallo spirito di responsabilità – dice Maya Katzir – abbiamo scelto di esporre un’accurata selezione di artiste e artisti provenienti da differenti settori della società israeliana odierna per far conoscere al pubblico italiano e internazionale la vivace e variegata scena culturale del nostro Paese. Infatti il titolo scelto per la mostra, “Israel landscape”, è un invito rivolto a tutti coloro che illustrano in una maniera o in un’altra le varie sfaccettature del paesaggio israeliano, inteso non solo geograficamente ma anche come paesaggio umano e sociale».

Di particolare interesse artistico-sociale sono le opere, tra gli altri, di Michal Mamit Worke, Fatma Shanan, Zoya Cherkassky-Nnadi, Anna Lukashevsky e Menashe Kadishman.

Michal Mamit Worke, immigrata di origini etiopi, con uno stile figurativo asciutto e stilizzato e l’uso di una tavolozza vivace rappresenta scene e persone nella loro vita quotidiana. Nel villaggio druso di Julis vive Fatma Shanan, che si dedica alla pittura realistica ricorrendo all’olio su tela e rappresentando spazi e ambienti della sua vita mediante una visione teatrale ed enigmatica.

Una delle più importanti artiste affermate israeliane presenti in mostra è originaria di Kiev: Zoya Cherkassky-Nnadi, che con i suoi lavori dà voce alle sue esperienze personali, tra cui l’infanzia in URSS. I suoi oli su tela raccontano con uno stile deliberatamente naïf la vita sovietica degli anni ’80 e hanno dato vita ad un intenso dibattito. Cherkassky-Nnadi è co-fondatrice del “New Barbizon Group”, gruppo di artisti tutti provenienti dall’ex URSS nato nel 2010 a cui appartiene la lituana Anna Lukashevsky, presente anche lei in mostra. Il nome del gruppo si riferisce alla Scuola di Barbizon dei pittori attivi in Francia nel XIX secolo che sostenevano che la pittura di paesaggio dovesse venire dall’osservazione diretta. Il celebre pittore e scultore Menashe Kadishman scomparso nel 2015 è presente con i ritratti colorati delle “sue” pecore, il “marchio” che lo accompagnò sin dalla Biennale di Venezia del 1978.