Italo Valenti – Forme
La mostra presenterà al pubblico una selezione di circa quaranta opere dell’artista, appartenenti alla collezione Artrust, integrate da un significativo prestito da parte dell’Archivio Valenti.
Comunicato stampa
“Forme” è il titolo della mostra temporanea dedicata al pittore Italo Valenti, che sarà allestita presso la Gipsoteca Gianluigi Giudici dal 19 febbraio al 30 aprile 2017. Curata da Artrust, società d’arte con sede a Melano (Ticino), la mostra presenterà al pubblico una selezione di circa quaranta opere dell’artista, appartenenti alla collezione Artrust, integrate da un significativo prestito da parte dell’Archivio Valenti.
Milanese di nascita, Valenti intreccia la sua vita con il Ticino, dove si traferisce definitivamente nel 1952 (acquisirà la cittadinanza Svizzera nel 1981). Tra i membri del gruppo artistico Corrente, Valenti sviluppa un proprio linguaggio personale, che lo renderà internazionalmente noto, soprattutto grazie al successo della serie dei collages.
«Le “forme” di Italo Valenti ci emozionano per la loro eleganza e semplicità, per la carica poetica e per la leggerezza con cui occupano lo spazio della tela, quasi non sentissero l’influenza della gravità. Questa mostra temporanea presso la Gipsoteca Giudici a Lugano, vuole presentare al pubblico alcune delle fasi della carriera di questo grande artista – afferma Patrizia Cattaneo, Direttrice di Artrust – dalle serie dei trenini, a quella altrettanto nota delle lune, al periodo più gestuale, sino ai collages e all’astrattismo lirico cui Valenti approda proprio durante la sua permanenza in Ticino.»
«Italo Valenti condivide con Gianluigi Giudici non solo l’origine italiana ma anche il profondo legame con il Ticino – aggiunge Renato Giudici, Presidente della Fondazione Renato e Gianluigi Giudici – inaugurare il 2017 con questa mostra temporanea, che fa dialogare la plasticità delle sculture di Gianluigi con l’impalpabilità delle forme di Italo, ci è sembrato il modo migliore per omaggiare l’arte di entrambi».
«Nel 2006 ho ripreso e mi occupo dell’Archivio Italo Valenti – afferma Simone Cornaro, responsabile dell’Archivio Valenti – che fino allora era stato gestito da mia madre Anne de Montet Valenti. È stato un grande piacere per me poter integrare alcune opere di Italo appartenenti all’Archivio nella cospicua e “inattesa” collezione di Patrizia Cattaneo, che mi dice aver amato i quadri di Italo fin dalla sua gioventù, quando accompagnava suo padre a esposizioni e aste. Ringrazio Patrizia e tutti i suoi collaboratori per il loro entusiasmo, la loro professionalità, efficacia e la loro gentilezza».
La mostra è corredata da un catalogo illustrato a colori, che presenta tutte le opere in mostra, alla cui realizzazione hanno collaborato con interessanti approfondimenti critici il prof. Carlo Carena, profondo conoscitore e amico dell’artista, la storica dell’arte italiana dott.ssa Elena Pontiggia e l’artista luganese arch. Aymone Poletti.
In concomitanza con la mostra temporanea, il Museo in Erba, situato proprio di fronte alla Gipsoteca Giudici, proporrà un'animazione multidisciplinare per le classi e alcuni laboratori per bambini e famiglie.
Italo Valenti (1912-1995) Milanese di nascita, trascorre gli anni della formazione a Venezia e Milano. Arricchisce il suo background artistico con viaggi a Parigi e in Belgio alla scoperta di Cézanne e della pittura impressionista e post-impressionista. Aderisce, assieme a importanti artisti e intellettuali al movimento di Corrente, caratterizzato dall’impegno civile e sociale dell’arte espressionista volto a superare la retorica dell’arte italiana. Negli anni del movimento, la cifra distintiva della sua pittura figurativa – già tesa alla stilizzazione della figura in direzione dell’astrattismo – risiede in una forma di lirismo onirico popolato da soggetti del primitivismo fantastico come le maghe, la serie degli acquiloni, delle lune, dei teatrini, delle stazioni, dei battelli. Valenti si trasferisce in Ticino, ad Ascona, entrando in contatto Jean Arp, Ben Nicholson, Remo Rossi e Julius Bissier; la frequentazione con questo gruppo di artisti lo conduce a un progressivo ripensamento della sua pittura in direzione di una ricerca sugli effetti cromatici e spaziali che lo portarono a una fase di “astrazione lirico informale” in cui i soggetti galleggiano nello spazio della tela e si frantumano in triangoli, trapezi, rombi, simboli primordiali ed enigmatici: così vengono creati i collages astratti dell’ultima produzione artistica.
Gipsoteca Giudici, dedicata a Gianluigi Giudici, propone nel percorso espositivo una selezione di 60 opere (prevalentemente in gesso, ma anche in bronzo e su rame) esemplificative del suo itinerario creativo, distribuite sui due piani della struttura museale, in una successione che parte dal piano superiore dove sono documentate le tematiche proprie della sua proposta partendo da una riflessione sulla ricerca da lui condotta ed esemplificando di seguito la produzione riguardante la figura, l’astrazione e il sacro. Al piano inferiore sono individuate alcune “isole” - aggruppamenti di opere - che meglio inquadrano aspetti del suo lavoro e che si concentrano sui ritratti, sulla evoluzione degli “organismi biomorfi” e sulla realizzazione di opere di grandi dimensioni a destinazione sia pubblica che privata. Questo viaggio si conclude con un ulteriore passaggio nell’ambito della scultura religiosa che, mediante rilievi a sbalzo su rame e rilievi in gesso, introduce allo spazio dedicato all’ampio intervento compiuto tra 1966 e 1992 per la chiesa del Buon Pastore a Vienna, l’opera più significativa della sua produzione sacra. Per una conoscenza ulteriore della sua opera, la Gipsoteca dispone di un deposito che accoglie - visibili anche al pubblico - numerosissimi altri gessi di particolare importanza e uno spazio in cui è ricostruito l’atelier di Gianluigi Giudici e dove sono presentati anche disegni preparatori e gessi per i bronzetti della sua produzione. Da non dimenticare l’ambiente interno alla Gipsoteca destinato ad accogliere mostre di altri artisti, la cui presenza potrà, in alcune occasioni, anche contaminare - in intriganti accostamenti di confronto (o di scontro) - le sale del museo. www.fondazionegiudici.com
Artrust è una società d’arte con sede a Melano, Ticino. La propria collezione di opere d’arte, che comprende oltre 2mila pezzi di grandi artisti moderni e contemporanei e migliaia di pezzi di antiquariato, è un tesoro che ha deciso di valorizzare e condividere, per portarlo alla conoscenza del più vasto pubblico possibile. Un obiettivo che Artrust persegue con passione ed entusiasmo, non solo attraverso il commercio, la vendita o l’affitto di dipinti e sculture, ma facendo della propria collezione il serbatoio a cui attingere per una lunga serie di attività: l’organizzazione di mostre monografiche sugli artisti presenti, la pubblicazione di cataloghi e libri divulgativi, la proposta di laboratori educativi e didattici per i bambini, la collaborazione e il prestito di opere con musei, enti, associazioni. www.artrust.ch
Archivio Valenti, nasce dall’impegno di Anne de Montet Valenti che, dal momento del suo incontro con Italo, si è sempre dedicata alla catalogazione e alla documentazione fotografica dell’opera del marito. A causa dell’invalidante malattia di Valenti, nel 1985 si è iniziato a pensare a un archivio che ha preso vita anche grazie alla pubblicazione del Catalogo Ragionato a cura di Stefano Pult e Carlo Carena, con l’incessante contributo di Anne Valenti.