Italo Zuffi – La penultima assenza del corpo
Ci sarà un padiglione. Uno spazio pensato da un architetto di talento. Di questo padiglione verranno utilizzati due piani, uniti tra loro da una scala che si trova al centro dello spazio, come fosse un organo capace di unire due diversi volumi, posizionati uno sull’altro.
Comunicato stampa
> La Fondazione Pietro Rossini di Briosco
> è lieta di presentare
> "LA PENULTIMA ASSENZA DEL CORPO"
> happening che ospita
> DOMENICA 14 OTTOBRE DALLE 15.00 ALLE 18.00
> presso il pavillion della fondazione
> DUE PERFORMANCE DI ITALO ZUFFI
> ripetute più volte nel corso del pomeriggio,
> fino a quando il pubblico lo richiederà.
> Ingresso libero.
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> Verrà messa a disposizione una NAVETTA PER CHI PROVIENE DA MILANO, con partenza da Piazza Castello alle ore 14.00. Per usufruirne è necessario prenotarsi via email all’indirizzo info@fondazione
> pietrorossini.it
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> Ci sarà un padiglione. Uno spazio pensato da un architetto di talento. Di questo padiglione verranno utilizzati due piani, uniti tra loro da una scala che si trova al centro dello spazio, come fosse un organo capace di unire due diversi volumi, posizionati uno sull'altro. Il pubblico incontrerà degli oggetti di scena e due narrazioni raccontate dalle voci di due attori. Un attore per piano e per stanza. Una narrazione per attore. Due performance concepite come distinte, ma che per un giorno funzioneranno insieme.
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> In uno dei racconti, sentirete, è presente la parola “allegoria”, ma non è di essa che si tratta. Piuttosto, il contenuto di quel testo penso possa rientrare nella casistica dell'aneddotica. Verrà raccontato un episodio accaduto nel 2011. Una volta ho letto che il romanzo moderno è nato nel momento in cui è iniziata a entrare in crisi la capacità delle comunità di narrare delle storie. E fino a quel momento narrare significava riproporre avvenimenti reali o presunti tali. Eventi portatori di senso e significato (spesso morale) che quelle società erano in grado di identificare come rabdomanti.
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> Forse sarà la seconda narrazione, nell'altra stanza, legata ad un fatto accaduto pochi giorni prima dell'altro, ad avere maggiormente i caratteri di un'allegoria. Entrambi, sia l'aneddoto sia l'allegoria, avranno a che fare in qualche modo con l'Italia. Ma allo stesso tempo ci parleranno di corpi, in uno slittamento continuo da una dimensione fisica e materiale ad una sociale, in cui la distinzione tra gli individui è maggiormente sfumata e difficile da definire.
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> Antonio Grulli
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> ITALO ZUFFI (Imola, 1969) è un artista italiano che utilizza scultura, performance, video e scrittura per creare “non un disegno totale, bensì una serie indefinita di stanze.” (Pier Luigi Tazzi, 2003). Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bologna (Diploma in Pittura, 1993), e al Central St Martins College of Art & Design di Londra (Master of Arts, 1997). Nel 2001 gli è stata assegnata la Wheatley Bequest Fellowship in Fine Art (Sculpture) presso l’Institute of Art & Design, School of Art, di Birmingham (GB). Dal 2011 è guest-lecturer in performance all’Accademia di Belle Arti dell’Aja. Il suo pensiero è da tempo attratto dai concetti di competizione, tremolio, e fede rustica. Tra i progetti espositivi in programma, due mostre a cura di Chris Sharp (Shanayanay, Parigi, e New York Gallery, New York); e Fuoriclasse a Villa Reale, Milano.
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> Con il Patrocinio della Provincia di Monza e Brianza. Courtesy Pinksummer, Genova
> . Testo critico di Antonio Grulli.
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