Ivan Catalano – Luoghi di vita
Con Luoghi di vita ho voluto restituire valore a quelle piccole cose, cercando di concretizzare un pensiero di Aldo Rossi, secondo cui “i luoghi sono più forti delle persone, la scena fissa è più forte delle vicende umane”.
Comunicato stampa
Ho cambiato diverse volte casa e mi è rimasto poco e niente dei luoghi dove ho vissuto. Riflettendoci, mi sono chiesto: dove va a finire ciò che è stato? Che cosa rimane di quanto è stato vissuto? Che cosa resta di ciò che ci circonda ogni giorno? Così è nata l’idea di fotografare, in sequenze parallele, due case: la casa dei miei genitori ad Enna dove sono nato e cresciuto, e la casa di Torino dove ora convivo con degli studenti. Il senso perduto dei luoghi viene ritrovato e riproposto tramite i simboli della vita quotidiana, i quali descrivono le identità delle persone che hanno vissuto e vivono questi luoghi. I simboli evidenziano anche la presenza di due mondi, quello della tradizione, rappresentato dalla vita familiare, e quello, si potrebbe dire, della modernità, rappresentato dalla vita studentesca. Fotografare per dettagli ciò che appare dell’intimo di ciascuno e che al contempo ci rappresenta e ci identifica, mi ha inoltre permesso di creare un collegamento tra il mondo interno e quello esterno. Soggiogati dal mondo delle immagini, dimentichiamo facilmente le piccole cose che ci circondano. Con Luoghi di vita ho voluto restituire valore a quelle piccole cose, cercando di concretizzare un pensiero di Aldo Rossi, secondo cui “i luoghi sono più forti delle persone, la scena fissa è più forte delle vicende umane”.
Ivan Catalano (Enna 1977) a 23 anni scopre i disegni dell’architetto Aldo Rossi che lo “obbligano” a iscriversi ad Architettura. Qualche anno dopo una foto di Luigi Ghirri lo porta a seguire anche la strada della fotografia. Nel 2006 ha rappresentato la giovane fotografia italiana nel progetto Pan.archive[d] ad Artissima 13 (To). Nel 2007 alcuni scatti del lavoro “Luoghi di vita” entrano a far parte della collezione permanente del Pan di Napoli e nel giugno del 2010 vengono pubblicati sulla rivista Terre di Mezzo. Nel 2009 riceve la menzione speciale alla XII Biennale Internazionale Arte Plurale di Torino con il lavoro “Noi, tra la terra e il cielo”. Dal 2010, in collaborazione con lo scrittore e amico Andrea D'Agostino, partecipa tramite la proiezione di alcuni scatti sulla Sicilia alla presentazione del romanzo "Mi mangiassero i grilli", progetto consolidato e diventato itinerante in tutta Italia.Tra le esposizioni che hanno presentato il suo lavoro, ricordiamo la personale a Direction Home, rassegna di mostre fotografiche in abitazioni private, a Bologna (2009), il Circolo dei Lettori di Torino (2010) e nel 2011 al Museo di Cultura Popolare di Villastellone (To) e le collettive al Castello di Lombardia di Enna (2006), alla Promotrice delle Belle Arti di Torino (2009), e nel 2011 al Palazzo Ducale di Genova e al Studi Aperti Arts Festival di Ameno, piccolo paese sulle colline sopra il Lago d’Orta (No). Nel Febbraio del 2011 è socio fondatore di bin11, progetto culturale volto alla riflessione sulla cultura dell’immagine fotografica contemporanea, nato a Torino. Oggi vive nel capoluogo piemontese e conduce studi e ricerche sulla fotografia dividendosi tra la realizzazione di lavori personali e l’insegnamento.