Ivan Grubanov – Skin Nation Class
IPERCUBO a Milano ospita la prima personale italiana di Ivan Grubanov (Belgrado, 1976), che ha rappresentato la Serbia alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2015.
Comunicato stampa
Dal 4 maggio all’8 giugno 2022, IPERCUBO a Milano ospita la prima personale italiana di Ivan Grubanov (Belgrado, 1976), che ha rappresentato la Serbia alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2015.
“Nel 2015, alla Biennale d’Arte di Venezia – afferma Ivan Grubanov – ho esposto l’installazione United Dead Nations, un affresco di 200 mq, dipinto con le bandiere di paesi che non esistono più. L’innesco iniziale e il sentimento alla base di questo lavoro è stata la mia esperienza delle guerre nella ex Jugoslavia e l’urgenza di trascenderla attraverso l’arte”.
“La mia riflessione sulla nozione di rappresentazione dello spirito nazionale nelle arti – prosegue Ivan Grubanov – ha dialogato molto bene con il pubblico italiano e ha avuto numerosi riscontri significativi. Con questa mia prima personale in Italia ho voluto presentare un nuovo corpus di opere che approfondisce ulteriormente l’idea di nazione in un momento in cui le ripercussioni di questa stessa definizione avevano dato inizio a una nuova guerra in Europa, offre un’altra, sebbene triste e contraddittoria, occasione di confronto con i visitatori italiani”.
Da IPERCUBO, l’artista serbo espone Skin Nation Class, titolo che dà il nome all’intera rassegna. Si tratta di un grande polittico (lungo oltre 10 metri) composto da sei tele quadrate, la cui superficie è realizzata assemblando ritagli di ecopelle, che simbolicamente alludono all’esplorazione, e bandiere della Jugoslavia macchiate, recuperate da edifici pubblici e monumenti, che si riferiscono alla natura convenzionale e spesso forzata di stato-nazione. Al centro, è incastonato uno specchio nel quale lo spettatore si rifletterà, instaurando un rapporto di profonda simbiosi tra sé e l’opera d’arte. In questo lavoro, Grubanov esplora i limiti dell’arte come strumento per condurre a un cambiamento sociale e per documentare e interpretare la storia.
Completano il percorso espositivo tre Motto paintings, dipinti su cui Grubanov ha riportato le scritte dei motti nazionali che compaiono sugli stemmi ufficiali dell’Unione europea, dei Paesi Bassi e di Panama. Questi motti richiamano a un potere quasi magico e rimandano al modo in cui i cittadini s’identificano con gli ideali di un paese.
Ivan Grubanov (Belgrado, 1976) si è formato all’Accademia di Belle Arti di Belgrado, alla Rijksakademie van beeldende kunsten ad Amsterdam, ai Delfina Studios a Londra e alla Casa de Velazquez a Madrid.
Tra le mostre personali si ricordano quelle al Padiglione della Serbia alla LVI Biennale di Venezia, alla Galleria Ron Mandos di Amsterdam, al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Atene, alla Loock Galerie di Berlino, al Laboratorio 987 al MUSAC di Leon, a Le Grand Cafe Centre d’Art Contemporain di St Nazaire, alla Galleria del Centro Culturale di Belgrado e al Salone del Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, allo Stroom Center for Contemporary Art di Den Haag, a Nogueras Blanchard a Barcellona, all’Expodium di Utrecht.
Ha partecipato a numerose mostre collettive; come quelle al Museum of Contemporary Art di Cracovia, al Witte de With a Rotterdam, a Kiasma a Helsinki, al 3° Festival Internazionale di Arte Contemporanea di Algeri, alla X Biennale di Istanbul, alla I Biennale di Salonicco, allo Stedelijk Museum CS, SMART Project Space e De Appel ad Amll’sterdam, al Drawing Center e all’Apex Art di New York, alla City Gallery di Praga, al 50° Salone di ottobre di Belgrado, alla Biennale del porto termale di Banja Luka, alla III Biennale dei Giovani Artisti di Bucarest, la Moderna Galerija di Lubiana, alla III Biennale di Tirana, alla III Biennale del Quebec, alla Kunsthalle Bern, all’Office Baroque ed Extra City Kunsthal ad Anversa, all’Aeroplastics a Bruxelles, alla South London Gallery, all’ARCOS Museum a Benevento, al Museum De Beyerd a Breda, all’Henie Onstad Art Center a Oslo, al Museu Colecção Berardo a Lisbona, allo Iaspis a Stoccolma.