Ivana Bašić, LynnHershman Leeson, Oliver Laric, Sahej Rahal – Bloodchild. Scenes from a Symbiosis

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO VITALE
Via San Vitale, 5, Verona, VR, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
05/10/2024

ore 18.00

Curatori
Domenico Quaranta

Nel visionario racconto Bloodchild (1984), la scrittrice afroamericana Octavia L. Butler racconta di un gruppo di profughi umani che, per sopravvivere in un ambiente ostile, si piegano a un’alleanza invasiva, conturbante e pericolosa con una specie aliena; analogamente, nel qui e ora di un ambiente reso ostile – a livello biologico, sociale e spirituale – dal suo intervento, il simbionte uomo-tecnologia si trova nella necessità di riprogettare una relazione di lunga data che ha subito una forte accelerazione negli ultimi decenni, per ricreare le condizioni della propria stessa sopravvivenza. 

Comunicato stampa

Nel corso del XX secolo, il processo di digitalizzazione della società ha ulteriormente radicalizzato delle dicotomie insite nella cultura occidentale: quella tra esistenza e essenza, tra cose e informazioni, tra corpo e anima. In particolare, l’umano viene tradotto in flussi di elettricità e dati, sacrificando la dimensione fisica del corpo, generando sofferenza. Ma è possibile una visione meno dicotomica e più organica del rapporto uomo-tecnologia? Secondo il teorico dell’informazione Roberto Longo, il rapporto tra umano e tecnologia è un rapporto simbiotico, e l’homo technologicus che emerge da questa relazione è un simbionte. Longo non nega lo squilibrio, ma propone di affrontarlo  in un’ottica finalistica, invitando a considerare quali siano i passi necessari per costruire una relazione funzionale in cui siamo noi, in quanto ospiti, a dover impostare il limite.

Nel visionario racconto Bloodchild (1984), la scrittrice afroamericana Octavia L. Butler racconta di un gruppo di profughi umani che, per sopravvivere in un ambiente ostile, si piegano a un’alleanza invasiva, conturbante e pericolosa con una specie aliena; analogamente, nel qui e ora di un ambiente reso ostile - a livello biologico, sociale e spirituale - dal suo intervento, il simbionte uomo-tecnologia si trova nella necessità di riprogettare una relazione di lunga data che ha subito una forte accelerazione negli ultimi decenni, per ricreare le condizioni della propria stessa sopravvivenza.

Bloodchild. Scenes from a Symbiosis è una mostra collettiva che mette a confronto le posizioni di quattro artisti (Ivana Bašić, Lynn Hershman Leeson, Oliver Laric, Sahej Rahal) riguardo alle forme che ha assunto questa relazione: investigandone le criticità, approfondendo le ragioni del disagio contemporaneo e proponendo, a volte, prospettive di cura: non promuovendo il ritorno a una ipotetica natura umana pre-tecnologica, ma cercando di riportare l’equilibrio tra i due attori della relazione. Nella narrazione della mostra, il “figlio di sangue” è l’uomo che verrà, il frutto di un matrimonio difficile e tormentato; ma è anche l’umanità che siamo già, o che siamo sempre stati, visto che è stato proprio nel suo rapporto con la tecnologia che l’uomo si è definito in quanto specie. In fondo, la sfida che abbiamo davanti è la stessa che combattiamo da quando, per la prima volta, abbiamo trasformato un oggetto in uno strumento.