Ivano Cappelli – L’Opera è altrove
L’artista è protagonista di una azione forte: si impadronisce dello spazio aereo, diventa la prima persona fisica a occupare concettualmente un luogo non fisico, definito solamente da numeri, coordinate geografiche inventate dall’uomo.
Comunicato stampa
dovevo fare il conservatorio | suonare la tromba | vai e prova | con grande tormento | tanti architetti fanno più cose | il bagnetto | col cuore | suap | finchè è durato è stato bello | un lusso | libri fritti | per i bambini | ora ci abitano | ma non pagano | occhio per il bello | villette a schiera | adattamento | costruire un edificio | la sfida è incastrare | tabelle millesimali | scusate il ritardo | residenti | palazzo con una collezione di personaggi strani | da via magnolfi a via mazzini | vegana | basta un minimo di organizzazione | una mail | chiedendo se era possibile non esporre | l’opera è l’atto | fac-simile | zona franca | visibile e fastidiosa | linea gotica | interesse | legare l’arte alla memoria | dal tirreno all’adriatico | la traccia più forte | ci sono delle conseguenze dirette | ribaltare | volume d’aria | è mio | un metro cubo di terra | il giardino di piazza martini | 100 grammi | interventi minimi | etica nell’oggetto | valore estetico | il design è entrato al posto dell’arte | concreta un’azione | io sono un po’ turbata | rifugio antiaereo in via della stufa | un vissuto raccontato | il testimone diretto sta scomparendo | componente concettuale | vita | ricordi che sono tornati fuori | porta chiusa | se non ci sono giovedì, che cosa vedo? | almeno una zolletta va presa | verde anni 50 metallizzato | proviamo | ministero della difesa | gli amministrativi in vacanza | il nonno | un discorso che si lega all’affetto | bar la rosa | sul tetto della roncioniana a leggere | si ferma il tempo | sospeso, un silenzio irreale | uno schiaffo | la fortezza volante | apparentemente irrilevante | una data, un luogo | ci godo troppo | in quel momento passa qualcosa | condivisa | collegamento intimo | estremi di un segmento | segno bianco | l’appennino | performance che si esaurisce | perplessità | un sacchettino glielo lascio |
Conversazione_06 del 04/07/2014
Filippo Bigagli, Ivano Cappelli, Luca Gambacorti, Serena Lombardi, Lara Macherelli, Lucia Petrà
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“In virtù dei poteri conferitimi dall’Arte, dichiaro che mio è il volume d’aria […], in virtù dell’acquisita proprietà concettuale dell’aria, la istituisco zona franca, preservandola da ogni azione di guerra”.
Questo è l’atto di proprietà redatto da Ivano Cappelli. L’artista è protagonista di una azione forte: si impadronisce dello spazio aereo, diventa la prima persona fisica a occupare concettualmente un luogo non fisico, definito solamente da numeri, coordinate geografiche inventate dall’uomo.
È proprietario di una superficie eterea, superficie che poi restituirà a tutti nella forma di spazio libero per sempre dalle azioni di guerra e dal sorvolare di aerei di guerra. Non è più l’artista che dona una parte organica e sacra di se stesso, ma è l’artista che si impadronisce di un’area per poi restituirla alla comunità: un atto di libertà tangibile e concettuale. Ivano dimostra che lo sviluppo della sua azione pratica è conseguenza di una consapevole razionalità. Attraverso questo pensiero pacifista, finalizzato a liberare la propria ragione da ogni conflitto, l’aria mossa dal ventilatore è nient’altro che la volontà di propagare più possibile questa positiva influenza verso il pubblico. Oltre a questa azione meccanica Cappelli ne esegue una più naturale: il dono di cento grammi di terra fertile libera che dovrà poi essere ripiantata altrove in modo da diffondere il seme concettuale per poter ricreare una zona franca in un’altra situazione. La speranza è che l’opera sia altrove, cioè ovunque.
Filippo Bigagli
CV
Ivano Cappelli artista e architetto (pentito), approda all’arte concettuale e alla land-art attraverso una lenta maturazione artistica e personale segnata dall’incontro con Gianni Pettena e caratterizzata da una costante attenzione verso le tematiche inerenti l’aberrazione della guerra. Ha esposto in importanti Musei Storici e nei luoghi della Deportazione e di eccidi e stragi nazi-fasciste, sia in Italia che all’estero; una sua scultura è stata collocata nel Lager di Ebensee, la città austriaca che ha ospitato uno dei più grandi sottocampi del KZ di Mauthausen. Sta lavorando a un imponente progetto di arte ambientale per il Parco Memoriale della Linea Gotica. Realizza e coordina gli interventi di street-art del ciclo “La terra trema” nelle città che hanno subito bombardamenti aerei. È presidente dell’associazione culturale “Arte & Memoria” che promuove iniziative artistiche sul territorio allo scopo di tutelare la memoria storica degli eventi legati alla II Guerra Mondiale e diffondere, in particolare fra i giovani, la cultura della pace. Vive e lavora a Prato, dov’è nato nel 1970.