Jaapkore Multimedia – Ur-Ban Tenoch
“Ur-Ban Tenoch” è il nome della mostra che racchiude cinque diversi progetti artistici realizzati dal gruppo Jaapkore Multimedia nell’abito delle seguenti discipline: musica o suono, fotografia, video e poesia in movimento.
Comunicato stampa
“UR-BAN TENOCH”
Personale di Jaapkore Harriet Payer Anderss & Jorge Esquivelzeta
a cura di Rosa Didonna e Vincenza Rubini
Vernissage: sabato 10 agosto 2013 ore 20:00
Interventi di: Rosa Didonna, Art Director Vincenza Rubini, International Relations Manager
Poesie in musica di Piero Fabris
con la partecipazione e la divulgazione su Colorata TV Radio Colorata di Vito Giuss Potenza e Roberto Pascale
“UR-BAN TENOCH” “Ur-Ban Tenoch” è il nome della mostra che racchiude cinque diversi progetti artistici realizzati dal gruppo Jaapkore Multimedia nell’abito delle seguenti discipline: musica o suono, fotografia, video e poesia in movimento. “Ur-Ban Tenoch” è un gioco di parole per indicare artisticamente o creativamente il divieto, essendo Ur, abbreviazione di Your, tuo, e Ban, divieto. Tenoch è il posto in cui gli Aztechi fondarono la loro città ed è il centro di quello che oggi è conosciuto come Messico; l’originario nome è Nahuatl, nome utilizzato sino a quando gli spagnoli conquistarono l’Impero Azteco. Il gioco di parole Ur-Ban ha un significato simbolico, per il proprio modo psicologico e quindi mentale e fisico di vietare o di sviluppare un sistema di giudizio proibizionistico sulle nostre vite, un divieto nei confronti di pensieri, decisioni ed infine azioni. E’ del tutto evidente che in quanto esseri umani siamo completamente liberi quindi siamo noi stessi che governiamo le nostre menti e conseguentemente il nostro corpo, fino a quando proprio noi stessi iniziamo a porre divieti nei nostri ambienti non in quanto risultato di esperienze personali ma perché dettate da dogmi o paradigmi, creando quindi un limitato stato d’animo. Questo stato d’animo è alimentato da un’eredità generazionale e da un modo di pensare ormai comune che ci porta a giudicare ed a interagire creando una silenziosa ma possente ed invisibile barriera con gli altri esseri umani. Si crea quindi un vero e proprio recinto ovvero barriera ideologica. Senza indirizzarsi in alcun modo, giusto o sbagliato, di giudicare, essendo nello stato di divieto, l'essere umano si ritrova programmato e non frutto delle sue esperienze, è spaventato e quindi non attivo sino a ritrovarsi ingabbiato senza speranza alcuna di evoluzione. Questo proibizionismo può probabilmente derivare dall’aver creato un sistema di vita, che è un utile modello che potrebbe sostenere la crescita e produzione globale ma che però si manifesta carente di risorse per idee originali e auto sviluppate in nuove ed inesplorate aree, probabilmente non riuscendo a raggiungere uno dei più importanti se non il più importante valore che conosciamo da sempre in quando razza umana, l’Evoluzione. Un esempio di questo, si può notare nella conquista spagnola di Tenochtitlan nel 1521 quando avvenne un’inevitabile mescolanza tra le due culture. Gli Spagnoli, dominatori imposero in quasi in tutti i campi la loro religione, le loro riforme, di conseguenza questo ha comportato la messa al bando di tutti i religiosi e la maggior parte delle radici culturali dei Mexicas (nome degli abitanti di Tenochtitlan). Un notevole esempio sulla messa al bando è la costruzione delle chiese cattoliche religiose sulla cima di quasi ogni piramide azteca. In Messico aleggiano ancora divieti ed imposizioni dettate da una cultura completamente diversa dalla loro originaria, un epitaffio inevitabile dopo una conquista. Se in futuro questo dovesse riaccadere l’augurio è che questa volta ci possa essere uno scambio tra culture diverse senza che vi sia una supremazia dettata da una parte sull’altra. Uno scambio e un’integrazione che il mondo odierno necessita per la sua sopravvivenza. Tenoch, o Città del Messico, è oggi una città surreale, piena di contrasti e colori, che si incontrano ogni giorno su ogni singola strada. E’ caratterizzata da ritmi accelerati, sviluppando un fenomeno, una sorta di anarchia, che tutti i suoi abitanti eseguono, trovando una piccola stanza per vietare, o in altro parole, facendo la maggior parte del tempo la Tua volontà, un caos da un lato, ma con la libertà inestimabile dall’altro. I 5 progetti artistici di questa mostra, sono: - “El Suspiro de un Adios” (2007) - “Proagressive, Decadecent, Unchronscient” (2008) - “Miniaturen” (2010) - “Carousel”(2011) - “In Be hint” (2012) Le produzioni artistiche sono create con il proprio materiale, scene di vita contemporanea ed aspetti urbani presenti in video, audio e foto sono tratti da Città del Messico o Tenochtitlan. Jaapkore curriculum vitae Jaapkore è un duo creativo ambientale fondato a Città del Messico nel 2007 da Harriet Payer Anderss e Jorge Esquivelzeta Aguilera. Multimedia Act che include 4 discipline artistiche, musica, fotografia, video e poesia, utilizzando sempre materiali di cui produce il copyright principalmente prendendo spunto da scene contemporanee del contesto urbano messicano e cercando sempre proposte nuove che non mirano a richiamare mode o tendenze contemporanee ma che hanno come obiettivo quello di indirizzarsi verso un modo unico nel suo genere per lo sviluppo dell’Arte. Harriet Payer Anderss nasce in Germania e conduce studi nel campo della fotografia e dei video a partire dal 2005 sino ad oggi specializzandosi in programmi di grafica (Coreldraw, Finalcut, Photoshop e Motiondive) e usa attualmente Modul8 per gli show dal vivo. Jorge Esquivelzeta Aguilera nasce a Città del Messico e conduce studi in campo musicale, studiando piano sin dall’età di 13 anni, e armonia, composizione e arrangiamento con Cesar de la Cerda e audio e suono, DAW (un sistema elettronico progettato per la registrazione, l'editing e la riproduzione dell'audio digitale) sampling, sintesi e frequenza a Londra e Manchester, in UK, dal 2001 sino al 2006. Invece di seguire tecniche prestabilite, Payer e Esquivelzeta ricercano l’originalità sforzandosi sempre di integrare la tecnologia con un’attenta analisi delle esperienze della vita quotidiana che divengono strumenti e materiale di creazione della loro arte. Utilizzando le tecnologie applicate all’arte sia nel campo musicale che in quello visivo creando un’improvvisazione di qualità unica nelle loro performance o creazioni d’arte, Jaapkore si avvale di alcuni dei migliori musicisti del Jazz messicano e scene di musica contemporanea come supporto ai suoi concerti, performance e creazioni di arte. Jaapkore ha realizzato le proprie performance e esibizioni in alcuni dei più prestigiosi club, musei e gallerie del Messico come nell’ex-“Convento del Carmen” in Guadalajara, “Antiguo Palacio del Arzobispado”, Galeria “El Cubo” in Tijuana e presso il Museo “Dolores Olmedo Patiño”, detentore della più grande collezione di Frida Kahlo e Diego Rivera e nel 2009 all’Art Biennale “Parlante” In Venezuela, Caracas. Alla fine del marzo 2010 la loro canzone HOW13 è stata premiata da “Deutschlandradio-kultur”, a Berlino, durante il “Newcomer-Werkstatt” show, il primo a costituire un mix tra electronic-dance music e soundart. Nell’estate 2010 è stato invitato a partecipare ad uno dei più importanti festival nel campo dell’arte digitale ed intelligenza artificiale, il “File Electronic Language International Festival” a San Paolo, in Brasile. Alla fine del marzo 2012 orgogliosamente prende parte alla collettiva “BLOMart exhibition” a Turku, in Finlandia sul tema “Arte vicina alla Natura”. Questa mostra è parte dell’internazionale “Puutarhan Kevät 2012 – garden fair” a Turku in Finlandia. Tale manifestazione artistica si tiene da circa 150 anni con artisti che provengono da diverse parti del mondo. Una settimana dopo è comparso su “Art&Antique fair” a Turku in Finlandia.Nel luglio 2012 partecipano alla Prima Biennale d’Arte Internazionale “Nojarte” organizzata dalla Galleria di Arte Contemporanea Globalart di Noicàttaro (Bari) in collaborazione con il Comune di Noicàttaro e la partecipazione straordinaria della Confederazione Internazionale Cavalieri Crociati. Nell’aprile 2013 ha partecipato a “ArtMonaco'13” portandovi un modo all'avanguardia per la creazione di immagini, sviluppate tra suono, video e foto improvvisazioni.
Nota critica di Rosa Didonna, Art Director della Globalart Ho conosciuto l’arte di Jaapkore e in qualità di Art Director della Globalart, galleria d’arte contemporanea, affermo che con onore ospito la personale “Ur-Ban Tenoch” di questi due artisti con esperienze artistiche a livello internazionale, dal 10 al 24 agosto 2013. Ho potuto captarne la loro poetica, la forza comunicativa e la profonda ammirazione per l'universo primigenio. Artisti assidui, nella manifestazione di dissenso e di diniego nei confronti del mondo moderno, lucidissimo nell'esaltazione dell’arte come “exemplum vitae”. Contemplare i lavori è come assistere allo sprigionarsi di una nuova energia latente, esplosa come una folgore in febbrile stato cinetico dove le linee, i colori, le forme ed i suoni danzano tra loro. Le loro ideazioni tecniche, corroborate dalle sagome e dalle figure della geometria piana rivivono come spontanee sostanze naturali. Essi protagonisti nello spazio pittorico bidimensionale creano un universo parallelo nel quale si è ricondotti con musiche e suoni e poesia in movimento. Tangenzialmente all’astrazione di un Kandinskij o alle primordiali creazioni di Klee sentenziano con il pennello musicale il destino dell'umanità; non un punto di non ritorno ma un provocatorio “back to the past”. La casualità, la spontanea transustanziazione delle loro nuance entertainment li rendono unici nel loro genere, come Fenici divampano in nuova vita; la consunzione è accolta con l’entusiasmo di un fanciullo, animali, forme antropiche, stelle, dove lo spazio tridimensionale è precluso. E’ sinfonia e non omofobia dei colori delimitate da contorni serpeggianti o ogivali, tinte, mai in collisione, rispondono gaie alla sapiente conduzione degli artisti che dirigono la loro orchestra nell’universo, ammoniti, ciclici segni si rigenerano sulla tela come sullo schermo. Il simbolismo magico-propiziatorio delle immagini rivela nella loro espressione, come un oracolo delfico, la via. dott.ssa Rosa Didonna
Nota critica di Vincenza Rubini, International Relations Manager della Globalart La personale “Ur-Ban Tenoch” presentata dal gruppo artistico Jaapkore, costituito dall’artista visiva tedesca, Harriet Payer Anderss, e dall’artista-musicista messicano Jorge Esquivelzeta Aguilera, include cinque progetti artisti che abbracciano quattro discipline, la musica o il suono, la fotografia, il video e la poesia in movimento, per poi convergere in un progetto multimediale unico nel suo genere. Jaapkore nella sua produzione artistica utilizza materiali di proprio copyright traendo ispirazione principalmente da scene contemporanee del contesto urbano messicano. Lontano da uno schematismo predefinito e da tecniche consuete Jaapkore è alla costante ricerca di innovazione nella propria arte conducendo in maniera libera una profonda analisi del contesto socio-culturale che lo circonda e nel quale vive. Il contesto urbano messicano è fonte di ispirazione per il gruppo artistico che rifiuta le mode e le tendenze contemporanee per volgersi a proposte nuove ed originali che propendono per lo sviluppo dell’Ars. Il mix di tecnologie applicate all’arte nel campo musicale e visivo portano alla creazione di improvvisazioni di qualità unica nelle sue performance e creazioni d’arte, traendo spesso ispirazione da alcuni dei migliori musicisti del Jazz messicano e scene di musica contemporanea. Il progetto “Ur-Ban Tenoch” presenta una città surreale, Tenochtitlan o Città del Messico, nella quale ogni individuo può immedesimarsi in maniera profonda o parziale. L’essere umano, non più padrone delle proprie azioni ma ingabbiato in una società in cui i condizionamenti e le imposizioni lo portano a non agire, si allontana dal processo di evoluzione vivendo passivamente il suo tempo e, frenato da paure e proibizioni, creati spesso dall’ambiente circostante, cessa di essere artefice del proprio destino. In uno dei video presenti nella mostra “And then common or crazy, between a Bridge” è presentata la doppia natura insita in ogni essere umano, da un lato il comune e dall’altro il bizzarro, il pazzesco. Il ponte simboleggia il legame che c’è tra questi due aspetti. Cosa è in realtà comune e cosa bizzarro? Nel lato comune potremmo identificare la vita quotidiana, nel nostro mondo di regole prestabilite in cui viviamo i nostri ciclici gesti ed abitudinarie azioni mentre nella sfera del bizzarro, i nostri sogni ed in nostri desideri più nascosti che spesso non possono essere realizzati perché non collimano con l’usuale ed il consueto, nonché le nostre aspettative che spesso sono tradite dalla società in cui viviamo ed in cui le nostre vite viaggiano ad un ritmo frenetico che ci impedisce di fermarci interrogandoci sul senso profondo del nostro essere. Il progetto multimediale mostra immagini nitide che sia alternano a strisce in movimento conciliandosi con un uso sapiente del suono. dott.ssa Vincenza Rubini Poesie di Piero Fabris Piero Fabris è nato a Baudour (Belgio) nel 1965. Si occupa di pittura e poesia. Nella sua produzione artistica trasferisce il frutto delle sue ricerche nel campo dei simboli. E’ un appassionato di fiabe, miti e leggende. Ha pubblicato per Ladisa editore due lunghi racconti: “Gessetti per tratti incerti” (1990). “Testapersa. Dialogo con Rosaluna” (1991). Con la casa editrice Palomar ha pubblicato la fiaba su Castel del Monte. “Un seme di sole che divenne fiore di pietra” (2009). Nel 2010 con la casa editrice Gelsorosso ha pubblicato: “La Rosa dei venti e il segreto del Monterosso”. Per la Progedit ha pubblicato: “La Masseria delle Cinquanta Lune” (2012) E’ autore del testo teatrale: “Rosa Hrand…agio” dedicato al poeta Armeno Hrand Nazariantz , “Labirinti di terre e di lune” sulla babele dei linguaggi. “Inchiostrati sulla lama del rasoio” (Monologhi di maschere per apparire nell’Essere) Le sue poesie sono raccolte sotto il titolo: “Diaspro. Raccordi e ricami di Ambra per Ebano”. “Pigmenti d’Arpa - Sistole e Diastole”. Ha scritto fiabe raccolte col titolo:“Un drappo di stelle sulle stoppie dorate”.