Jacopo Baboni Schilingi – Identigraphies

Informazioni Evento

Luogo
CONTACT ARTECONTEMPORANEA
Via Urbana 110 00184 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
21/06/2018

ore 18

Artisti
Jacopo Baboni Schilingi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale di Jacopo Baboni Schilingi dal titolo “Identigraphies”.

Comunicato stampa

Con le identigrafie ho imparato a far accedere il pubblico ai diversi momenti,
quei diversi “presenti” della mia vita da artista, durante i quali io compongo.
Ho trovato il modo per far sentire la tensione artistica prima ancora che l’opera esista.
Se posso dire che scrivo sull’anima delle persone, le identigrafie rappresentano l’anima della mia arte.
— Jacopo Baboni Schilingi, 2017

Giovedì 21 giugno 2018, alle ore 18:00, sarà inaugurata presso la Galleria CONTACT artecontemporanea, in Via Urbana 110 a Roma, la prima mostra personale di Jacopo Baboni Schilingi dal titolo “Identigraphies”.

Le opere, esposte in anteprima assoluta fino al 20 luglio, sono il risultato di una ricerca condotta dall’artista lungo oltre un decennio. È lo stesso JBS a raccontarne l’origine e le motivazioni, nel testo del catalogo (Edizioni Kappabit, 2018) che sarà presentato in occasione dell’inaugurazione: «Dal 2007 scrivo le mie partiture di musica su corpi di uomini e di donne. In principio si trattava di esperimenti che si sono trasformati in modo permanente in una nuova pratica della scrittura. Scrivo le mie creazioni direttamente sulla pelle di corpi denudati. Uomini e donne vengono nel mio studio affinché io possa scrivere la mia musica su di loro. La nudità, la pelle, la porosità, la prossimità della pelle portano con sé la sensazione implicita dell’essere vicino, prossimo, dell’essere in contatto, quasi la sensazione di sentire respirare la pelle. Scrivo quindi a mano con dell’inchiostro. Ma questo supporto, il corpo umano, è tutt’altro che effimero, non posso certo “annullare” quello che scrivo. La correzione è bandita. L’incidente deve sempre essere preso in considerazione, ma senza poter correggere. Integrandolo. Assumendolo. Il presente della scrittura viene preservato dall’impossibilità di correggere, attraverso la “sacralità” della nudità dei modelli di fronte a me».

Una ricerca non soltanto artistica, dunque, ma anche filosofica, che muove dalla volontà dell’artista di dare una seconda pelle alla sua musica, con un’intenzione ben precisa: «Voglio che si leggano, nella mia scrittura, tutte le intenzioni emotive, etiche, filosofiche, umane, sentimentali del mio essere artista. E la musica come “concerto” non mi basta più. È diventata per me insufficiente. Voglio far vedere tutte le intenzioni che mi hanno spinto a scrivere un passaggio musicale. E se il concerto è insufficiente, altrettanto lo è la fotografia».

In questo processo risulta evidente come l’elemento tecnologico giochi un ruolo tutt’altro che marginale: «dopo essermi formato alla calligrafia e alla fotografia, ho scelto una nuova tecnica: fotografie digitali, stampa al carbone su carta pregiata con emulsione applicata a pennello. Ancora una volta tecniche antiche in contrappunto a tecniche contemporanee. Queste due tecniche (quella della stampa al carbone e quella che prevede l’applicazione a pennello, mutuata dalla stampa al platino-palladio) sono, per loro natura, separate. Da una ho recuperato l’idea di “pennellare” la carta su cui verrà impressa la fotografia della mia musica scritta sul modello e dall’altra la fisicità della materia del carbone».

L’incontro tra Jacopo Baboni Schilingi e la Galleria CONTACT avviene nel novembre del 2016, in occasione del Premio T.I.N.A., organizzato dall’Associazione Culturale RADAR di Venezia. A quell’edizione partecipano centinaia di artisti e compongono la Giuria un numero limitato di galleristi di Chicago, Città del Messico e Roma. L’artista viene selezionato da Marco Contini (che rappresenta la Galleria CONTACT) ed è subito chiaro che la collaborazione andrà al di là della mera occasione espositiva, prospettando un sodalizio ben più stabile e duraturo. Per questa ragione, entrambi vedono nella mostra che si va a inaugurare più che un approdo, un punto di partenza. L’evento si inserisce, infatti, in un più vasto programma di attività che culminerà nel 2020 a Tokyo, dove avrà luogo una grande esposizione dedicata alle Identigraphies presso la sede di Ginza della Maison Chanel.

Lungo il percorso espositivo sarà possibile ascoltare alcune delle opere musicali rappresentate dalle identigrafie in mostra. Inoltre, in occasione del vernissage, il M° Gianni Trovalusci eseguirà il brano per flauto e live computer «Quando (non) c’è più silenzio», composto da Jacopo Baboni Schilingi.

CENNI BIOGRAFICI:

Jacopo Baboni Schilingi è identificato come appartenente al circolo della musica detta "erudita", che mette in primo piano la scrittura e l'interattività. È uno dei compositori più rappresentativi della sua generazione. Riconosciuto sia nell’ambito dei cosiddetti conservatori classici e sale da concerto (artista associato alle Saline Reale di Arc et Senans, compositore in residenza per 7 anni presso l'Ircam-Centre-Pompidou, curatore del simposio annuale PRISMA in tutto il mondo, artista associato all’EMW Festival di Shanghai dal 2011, ecc), sia come un nuovo riferimento dell’espressione artistica multidisciplinare che combina immagini, architettura e interazione con il pubblico. Il suo lavoro con Arman nel 2000 ha avviato una serie di collaborazioni con Miguel Chevalier, Jean-Pierre Balpe, Alain Fleischer, Elias Crespin, Sarkis, etc. Baboni Schilingi è Deputy Artistic Director del Festival Internazionale EMW-2015 a Shanghai, visiting professor presso la Harvard University negli Stati Uniti e di Guest professor al Conservatorio di Wuhan in Cina. Ha scritto musica anche per grandi sponsor come Hermès e Samsung. Dal 5 Aprile al 9 luglio del 2018 la sua installazione ARGO è esposta al Grand Palais a Parigi nell’ambito dell’esposizione Artiste & Robots.
Attualmente sta lavorando ad una commissione di Chanel per la sede a Ginza di Tokyo.
La maison Camille Fournet – Paris è mecenate di Jacopo Baboni Schilingi.

Nato a Milano nel 1971, Jacopo Baboni Schilingi ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di 6 anni e ha iniziato spontaneamente a comporre da autodidatta. A 14 anni, entra a far parte della classe di composizione di Ivan Fedele a Milano e si è diplomato in composizione nel 1994. All'età di 21 anni, è stato selezionato da IRCAM - Centre Pompidou per essere artista in residenza per 7 anni. La sua carriera accademica si è chiusa nel 2010 con il Dottorato in Musicologia con lode e congratulazioni della giuria sotto la guida di Gianfranco Vinay e Georges Molinié.

All'età di 15, Jacopo Baboni Schilingi ha iniziato la sua carriera di compositore di Milano presso il Teatro Litta, il Teatro delle Erbe, l'Istituto Gonzaga, la Palazzina Liberty, Villa Simonetta, il Castello Sforzesco ecc. Fin dall'età di 18 anni, ha partecipato a numerosi festival internazionali in Argentina, Belgio, Francia, Germania, Italia, Olanda, Ungheria per poi arrivare negli USA e Giappone. Oggi la sua musica viene eseguita regolarmente in tutto il mondo.

Le sue opere sono eseguite da solisti, ensemble e orchestre tra i più rinomati del mondo.

Nel 2000, la società di produzione Atopyque chiede Hervé Nisic di realizzare un film documentario per la rete ARTE su Jacopo Baboni Schilingi, Jean-Pierre Balpe e lo spettacolo Trois mythologie et un poète aveugle presso l'IRCAM.

Nel 2007, la società di produzione cinematografica Play-Movie chiede Julien Lousteau di realizzare un secondo documentario, “La nuova pratica - Ritratto del compositore Jacopo Baboni Schilingi” trasmesso da MEZZO.

Nel 2013, il ministro della Cultura e della Comunicazione Sig.ra Aurélie Filippetti nomina Baboni Schilingi Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere, su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pierre Moscovici.