Jacopo Casadei – Veduta a margine

Informazioni Evento

Luogo
TOMAV - TORRE DI MORESCO CENTRO ARTI VISIVE
Piazza Castello (63010) Moresco, Moresco, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

ven-sab-dom ore 18,00 – 20,00

Vernissage
10/07/2016

ore 18.30

Artisti
Jacopo Casadei
Generi
arte contemporanea, personale

Le opere di Casadei percorrono il margine tra la pittura e il disegno, oltrepassano una sottile linea di confine per unire, confondere i piani strutturali, le valenze e i significati.

Comunicato stampa

Luogo: TOMAV- Torre di Moresco Centro Arti Visive - Moresco (FM)

Artista: Jacopo Casadei

Titolo: Veduta a margine

Inaugurazione: 10 luglio 2016 ore 18,30

Periodo: 10 luglio – 31 luglio 2016

Testo: Monica Semprini

Progetto e coordinamento: Andrea Giusti

Patrocinio: Comune di Moresco – Assessorato alla Cultura

Sponsor: Giusti Brokerage Art & Economy – SME Soluzioni Mobilità Ecocompatibili

Orari: ven-sab-dom ore 18,00 – 20,00

Info: tel. 0734 259983 – www.comune.moresco.fm.it – [email protected] – www.facebook.com/tomav.centroartivisive

Inaugura il 10 luglio la mostra Veduta a margine, personale di Jacopo Casadei nella Torre di Moresco Centro Arti Visive. Le opere di Casadei percorrono il margine tra la pittura e il disegno, oltrepassano una sottile linea di confine per unire, confondere i piani strutturali, le valenze e i significati. La pittura diventa spazio vuoto sopra il quale tracciare una scrittura fatta di segni, di tracce che vanno a concatenarsi fino a costruire l’opera finale.
Inizialmente avviene una sorta di scrittura automatica, visioni che si rincorrono sul vuoto della tela, ricordi e sensazioni interiori affiorano, apparizioni immaginarie prendono forma, ma c’è un momento in cui questo libero meccanismo viene indirizzato dalla volontà dell’artista che interviene collegando e armonizzando le percezioni segniche.
Una traccia, un gesto che nelle opere di Casadei ha una valenza temporale, è il percorso della memoria che sviluppa le figure nel tempo, visioni sedimentate su diversi piani compositivi che si sovrappongono l’uno sull’altro. Strati opacizzati di ricordi, una mappa di immagini che lentamente si deposita formando spessori di consistenze differenti, dall’impalpabile del fondo al tracciato sottile delle linee in superficie, fino alle piccole macchie grumose di colore in rilievo.
Ciò che compie l’artista stimola la nostra percezione visiva, ponendoci in uno stato di estrema attenzione nel cogliere allo stesso tempo le parti più profonde e abissali e quelle che sopra di esse si posano ed emergono in superficie. Ed è oltremodo l’immaginazione di ciascuno di noi che viene riaccesa perché è proprio a opera conclusa che possiamo scoprire quelle suggestioni, quei paesaggi immaginifici, quelle foreste popolate da personaggi ancestrali, luoghi nascosti della mente, sogni, metamorfosi multiple di volti, maschere umane che all’improvviso compaiono tra una fitta trama di segni.
Quello che interessa all’artista non è la riconoscibilità di un’immagine reale, esistente nel nostro universo quotidiano, facilmente percepibile, ma il lavoro interiore che ha portato alla creazione di questo immaginario, di queste sensazioni, stimoli, passaggi della memoria. E’ un moto interno che si concretizza all’esterno, una forza che fuoriesce in uno spazio dove pittura e disegno si inseguono, si affrontano e si connettono per costruire una grammatica del visibile a margine del segno.