Jacopo Mandich – Something d’eterico eretico
Il progetto propone, attraverso un’installazione performativa e vari oggetti scultorei, un ambiente ibrido tra il tangibile e l’intangibile, il fisico e il metafisico, un interrogativo aperto su come i nostri sensi e percezioni della realtà, interna ed esterna, contribuiscono alle nostre identità individuali e collettive in un mondo frammentato.
Comunicato stampa
Sabato 6 novembre, in occasione della Notte delle Arti Contemporanee, la Galleria Raffaella De Chirico inaugura la personale SOMETHING D’ETERICO ERETICO di Jacopo Mandich (Roma, 1979). Il progetto propone, attraverso un’installazione performativa e vari oggetti scultorei, un ambiente ibrido tra il tangibile e l’intangibile, il fisico e il metafisico, un interrogativo aperto su come i nostri sensi e percezioni della realtà, interna ed esterna, contribuiscono alle nostre identità individuali e collettive in un mondo frammentato. Per osservare la natura delle percezioni l’artista impiega diversi strumenti che interrogano a loro modo le “forze invisibili” che ci muovono. Infatti Jacopo Mandich negli ultimi anni si è concentrato sull’esplorazione della sfera dell’inconscio, utilizzando la materia come mezzo. La sperimentazione presenta in un linguaggio poliedrico e rizomatico diverse contrapposizioni paradossali che, a livello metaforico, mettono in moto queste forze e le diverse tensioni che generano. Tensioni fisiche ed esplicite di carattere temporale sui materiali, come nella performance che si svolgerà il giorno dell’opening nel cortile della galleria: un blocco di ghiaccio verrà tenuto in trazione da elastici nell’attesa che si sciolga e si spezzi, innescando un’ulteriore tensione tra lo spazio in cui avverrà la performance e il tempo che essa richiederà.
Una tensione vibrante coinvolge anche le opere dalle strutture eteree e leggere, evanescenti allo sguardo e primordiali ai sensi dell’osservatore, esposte negli spazi interni della galleria, in cui tra apparenze luminose e rarefazione nelle proiezioni d’ombra galleggiano nel buio. Architetture corporee ed incorporee prendono vita: è la luce che genera lo spazio sottolineando il paradosso di contenuto e contenitore.
L’ambiente è in questo modo alterato dalla confusione tra struttura fisica delle opere e linee d’ombra: lo stesso processo accade nella nostra mente quando percepiamo la realtà, fra presunto dato concreto e realtà sensibile. La razionalità elabora il tangibile, considerando la materia come certezza imprescindibilmente concreta. Tuttavia, la materia fisica, analizzata a livello macroscopico , è per lo più composta da strutture vuote e la sua sostanza, costituita all’85% da materia oscura, è ancora in gran parte sconosciuta, il che rende paradossale la premessa di concretezza della materia. Le conoscenze acquisite e le verità ritenute consolidate vengono quindi messe in discussione e una rianalisi eretica (etimologicamente,- che sceglie-) ed intima della percezione viene incoraggiata.