Jacopo Pagin
L’Associazione culturale Laboratorio Alchemico, che da oltre quattro anni opera a Milano progettando eventi e performance artistici, apre una sede operativa a Torino ed esordisce nel capoluogo subalpino con una mostra del giovane artista vicentino Jacopo Pagin.
Comunicato stampa
L'Associazione culturale Laboratorio Alchemico, che da oltre quattro anni opera a Milano progettando eventi e performance artistici, apre una sede operativa a Torino ed esordisce nel capoluogo subalpino con una mostra del giovane artista vicentino Jacopo Pagin.
Pur essendo legato alla città di Milano, dov'è nato e ha mosso i primi passi, e dove mette in scena performance e installazioni, principalmente dedicate ai “non addetti ai lavori”, Laboratorio Alchemico ha deciso di avere una sua casa torinese. Perché proprio di una casa si tratta, visto che la seconda sede logistica dell’Associazione è l’abitazione di uno dei collaboratori.
L’appartamento si trova al primo piano di un edificio vicinissimo al centro cittadino ed ospiterà, in occasione dell’inaugurazione, oltre alla mostra personale di Jacopo Pagin, una performance del progetto di ricerca musicale Raskol'nikov che coinvolge Pagin e Francesco Todescato.
In occasione della mostra sarà possibile associarsi a Laboratorio Alchemico, ricevendo una stampa a edizione limitata dello street artist di fama internazionale DEM e un racconto inedito dell’artista, designer e scrittore Cosimo Piediscalzi.
Con questo evento e l'apertura di una sede, Laboratorio Alchemico inizia un percorso nel territorio e nell'arte piemontesi, portando la propria esperienza e un approccio originale nel concepire la fruizione artistica che approderanno, nel 2014, a un ciclo di interventi installativi, mostre, conferenze dal titolo Above the rubble, beneath the dust, nel museo del Dinamitificio Nobel di Avigliana (TO).
Jacopo Pagin Solo Show
Curatela: Nila Shabnam Bonetti
Organizzazione: Associazione Culturale Laboratorio Alchemico
Associazione Culturale Laboratorio Alchemico (sede di Torino)
via Porporati 9, Torino, citofono Molino Cavaliere, piano 1°
Dal 22 Febbraio al 10 marzo 2013
Inaugurazione venerdì 22 febbraio 2013, ore 18.30
Apertura da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00
Ingresso gratuito
www.laboratorioalchemico.com
[email protected]
349 22 19 194 - 349 84 52 986
Ufficio stampa Gianni Pacchiardo
Jacopo Pagin
Jacopo Pagin, nato a Vicenza nel 1988, è un artista che si esprime con la pittura, l'incisione, la fotografia e il digitale. Con Francesco Todescato agisce in performance nel progetto di ricerca musicale Raskol'nikov. Lo scorso settembre è stato performer per gli eventi Fluxus diretti da Gianni Emilio Simonetti a Fondazione Prada di Venezia. Ha esposto in più occasioni i suoi lavori a livello nazionale. Ad ogni evento cui partecipa tende a far interagire o combinare la pittura e l'esperienza performativa. Che siano suoni, azioni o immagini, Pagin vuole esprimersi libero, stimolare psichicamente se stesso e lo spettatore per trovarsi con lui in situazioni critiche, ambigue o surreali. Le sue immagini sono volte a scavare nei tratti sublimati dell'individuo, lo vogliono denudare di fronte alle sue inclinazioni.
La pittura è impetuosa e il caso è la componente magica. Nello spazio celeste, ribollono nature, masse e fisici. L'intuizione disegna con il colore e la grafica le forme che compongono i soggetti che sono dilatati o contratti per meglio assecondare le loro inclinazioni. Il protagonista è quasi sempre il corpo che viene trattato nel suo rapporto con se stesso e la natura.
L’universo di Jacopo Pagin è fantastico ma radicato alla terra, ogni elemento è un mondo, un totem simbolo dell'essere umano e del tempo. Fuggiti da un'inutile analisi concettuale ci scontriamo con una spontanea pretesa di soggettività che nasce dallo stimolo e dalla necessità, un'analisi personale ed originale si apre ad ogni spettatore, ognuno può ritrovare parte di sé in ogni immagine.
L'artista riduce immagini e situazioni critiche o ambigue per stimolare psichicamente l’osservatore sollecitando dubbi e riflessioni su questioni e temi quotidiani non sempre si vogliono affrontare. Ne sono un esempio il rapporto con l’altro sesso, con il proprio sesso, con gli animali, con il cibo, con i genitori, con il denaro, con gli oggetti, con il peccato e il senso di colpa, con l’amore e con tutti gli altri sentimenti, anche terribili, che possono coinvolgerci. Sono tutti temi che provocano spesso reazioni contrastanti, anche grazie a raffigurazioni spesso crude.
Le opere di Jacopo Pagin sono una messa in mostra di queste malcelate pulsioni sessuali e aggressive e delle ipocrisie quotidiane. Un'originale rottura con un grado di esperienza ipocrita che rivendica un'adesione totale alla natura, all’istintività, all’oscenità.
Le tecniche sono semplici ma molteplici, si cerca sempre lo strumento ideale al fine. I colori sono quasi sempre saturi, acidi ma suadenti, la materia pittorica danza o si schianta sulla tela squarciata dagli irruenti segni neri. Ma è un'orgia che riesce a risolversi in immagini chiare e dirette.
La mostra promossa da Laboratorio Alchemico, che rappresenta l'esordio torinese pure per l'artista vicentino, si compone di opere paradigmatiche della sua idea dell'arte.
DEM
La portata creativa di DEM si declina in numerosi approcci disciplinari. Fin dall'adolescenza si dedica ai graffiti e al wall-painting, rendendo le fabbriche abbandonate il suo primo e privilegiato scenario d'intervento. L'artista vede in questa primordiale e istintiva forma espressiva, il veicolo per incanalare il suo stato di rabbia e ribellione. Il disegno e l'illustrazione accompagnano l'artista in ogni momento della sua vita, in qualità di bozze, di quaderni d'artista o tavole di ricerca.
Dall'adolescenza ad oggi, DEM ha ricevuto moltissime commissioni, portando i suoi disegni sulle pareti di moltissimi Paesi del mondo. L'avvicinamento a tematiche antropologiche e naturali, stimolano l'artista a una costante sperimentazione, giunta negli ultimi anni all'installazione e all'attuale produzione di un film, motivando questa ricerca con la necessità di espandere e avvolgere a 360 gradi lo spettatore/fruitore della sua arte. DEM vanta varie pubblicazioni ed esperienze espositive, come la personale alla Oro Gallery di Goteborg e la partecipazione alle mostre Street Art, Sweet Art al PAC di Milano, Nomadaz alla Scion Installation di Los Angeles e CCTV all'Apostrophe Gallery di Hong Kong.
Nel corso degli anni DEM ha viaggiato in tutto il mondo, studiando e assorbendo culture molto diverse tra loro e sviluppando così un’indagine che fonde l’approccio antropologico e folkloristico all’arte del segno grafico e illustrativo. L’artista individua una base rituale e magica che accomuna tutte le culture tradizionali del mondo, identificando nelle suggestioni di derivazione vegetale e animale una dimensione sacrale e mistica che fondeva la dimensione spirituale ed esistenziale dell’uomo. Uomo e natura vivevano in una simbiotica fusione, seguendo ritmi lenti e respirando all’unisono. La rottura di questo equilibrato sistema, causato dalla società industriale e tecnologica, seppur abbia apportato vantaggi, ha causato la diffusione di un malessere diffuso, un cancro dello spirito che ci sta distruggendo da un punto di vista morale e fisico, come anche il disagio ambientale in cui versa il pianeta può testimoniare.
Cosimo Piediscalzi
Cosimo Piediscalzi, è nato a Palermo nel 1978. Laureato in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Nel 2003 pubblica “Contrabbando” con “Edizioni della Battaglia”, Palermo. Nel 2006 pubblica “Appalto Kant” con “Il Rovescio Editore”, Roma. Sue opere letterarie sono state pubblicate su diverse riviste; ultime “Scribellarsi”, “Serox-Zine”, “Serox-Cult”, “Prospektiva”, “Tribe-Art”, “Costola”.
Pubblica mensilmente sulla rivista milanese “Banlieue”. Gestisce una rubrica quotidiana per TribeArt/Tribenet. Scrive per il nuovo Archivio Flavio Beninati. Pubblica diversi racconti con varie edizioni di “La Forma”. Collabora con la “Envelop Design” in Belgio, per la realizzazione di articoli per la casa e textile sul mercato internazionale.
Come artista, alcune mostre personali e collettive: Milano, Palazzo Dynamo. A Torino, Explosiva. A Dresden presso la “Starter Gallery”. A Palermo, “Galleria Altro”. A Kiew; presso “Art Gallery”. Palermo presso “Zelle Arte Contemporanea”. A Rossano, presso Museo Amarelli. A Roma, con la galleria “Mondo Pop”. A Vasto, presso il Palazzo D’Avalos”. Pescara, con la galleria “Atelier777”. A Lucera, presso lo spazio d’arte Sant’Agapito. A Modica, Palazzo della cultura in collaborazione con Zelle Arte. A Modena, presso l’Underdog Studio. A Berlino, presso la “Cell 63 Art Gallery”.
Presente al Museo delle arti contemporanee Macò in Puglia, per il 150° anniversario d’Italia. A Udine, per la II, III, e IV Edizione di Heart all’Art-Port. A Cagliari, presso la galleria d’arte contemporanea “Meme”. A Bari, presso la “ARTcore Gallery”. A Viterbo, per “LibriImmaginari-Festival”. Presente al progetto “La Forma” insieme al Laboratorio Saccardi, e ai Cantieri d’Arte a Viterbo. A Salonicco, Grecia, per la IV Biennale BJCEM. A Cinisi, per “Casa Aut”, progetto Sicania Rysing del Laboratorio Saccardi. A Grottaglie, presso galleria CO.61 Artecontemporanea.
A Taranto, presso la Galleria “Rossocontemporanea”. A Palermo, Spazio Cannatella. A Viterbo, per “Biancovolta”. Sue opere sono state pubblicate su “Turbochainsaw Magazine”, Londra. Su “Epolis”, “Artevizi”, “Seroxcult”, “Exibart”, “Arte-Go”, “Tribenet”, “La Stampa”, “Activa magazine”, “Tribe Art”, “Repubblica”, “Il quotidiano”, “Il Giornale di Sicilia”.
Laboratorio Alchemico
Laboratorio Alchemico è una giovane Associazione Culturale, nata ufficialmente il 30 settembre 2008. Fondata da Nila Shabnam Bonetti, curatore e critico d’arte, Marco Garegnani, progettista e curatore di eventi e l’artista Valentino Menghi, si prefigge l’obiettivo di estendere l’arte contemporanea agli spazi urbani, favorendo così una pubblica accessibilità, e rendendoli teatro di performance e installazioni, forme espressive predilette per l’alta empatia che suscitano nel pubblico rappresentato dai passanti. Laboratorio Alchemico vede impegnato come coordinatore Riccardo Molino, che si occupa anche della documentazione fotografica dei progetti.
L'attività di Laboratorio Alchemico prende le mosse proprio con una prima mostra dedicata alla fotografia e all’arte digitale, nell’aprile 2008. Fin dall’inizio l’idea è di coinvolgere artisti in progetti che vanno dai laboratori didattici rivolti ai bambini, a esposizioni collettive, ma che riguardano soprattutto eventi performativi. L’esigenza di coltivare forme d’arte pubblica nasce dalla scarsa visibilità che affligge l’arte contemporanea, spesso segregata nelle gallerie, luoghi frequentati solo dagli addetti ai lavori e dai collezionisti, tagliando così fuori una vasta fetta di pubblico. Proprio per favorire l’incontro tra la realtà artistica delle gallerie e dei cittadini, l’Associazione collabora soprattutto con artisti italiani, emergenti e più affermati, riconosciuti per talento, coerenza e impegno.
Gli eventi indagano tematiche che l'Associazione considera attuali e su cui ritiene necessario riflettere, come l’ecologia, il materiale di recupero, l’impegno per l’ambiente, ma anche il rituale, il sacro, il mito. Quella di Laboratorio Alchemico è una filosofia legata al “recupero”, sia esso esteriore e concreto come nel caso del riutilizzo di materiale di scarto per realizzare opere d’arte, sia esso interiore e spirituale, legato a un’indagine introspettiva ed evocativa dell’infanzia, della tradizione e del sacro.
La frattura tra uomo e natura, gradualmente sviluppatasi negli ultimi secoli, ha impoverito l’esistenza di ognuno di noi. Vita frenetica, cemento, rincorsa al profitto hanno prodotto un insieme di problematiche e disagi che si possono avvertire quotidianamente. Laboratorio Alchemico auspica all’avvento di un nuovo ciclo, che riavvicini l’uomo ai ritmi della natura, facendo tesoro (e non abusando) delle scoperte tecnologiche. Tutti questi aspetti sono facilmente leggibili negli eventi organizzati da Laboratorio Alchemico, Di Cielo in Cielo, Bird Houses, Kathèuda, Nemeton. Perdersi nel bosco iniziatico, Take on Me!, che nella loro semplicità riescono a diventare spunti di riflessione per i fruitori.