Jacques Villeglé – Lettere e frammenti
La mostra, che propone circa 150 opere dell’artista Nouveau Réaliste, è una retrospettiva che consente di scoprire il percorso artistico di Jacques Villeglé, dai décollages d’affiches degli anni 60 fino agli ultimi manifesti strappati nel 2000, ai segni socio politici che presentano il lavoro più recente dell’artista tra tele, disegni e sculture.
Comunicato stampa
Dal 26 gennaio all’11 marzo 2012 si terrà al Centro Culturale Altinate - San Gaetano di Padova la mostra Jacques Villeglé – Lettere e frammenti. Un percorso nella scrittura di Jacques Villeglé.
La mostra, che propone circa 150 opere dell’artista Nouveau Réaliste, è una retrospettiva che consente di scoprire il percorso artistico di Jacques Villeglé, dai décollages d’affiches degli anni 60 fino agli ultimi manifesti strappati nel 2000, ai segni socio politici che presentano il lavoro più recente dell’artista tra tele, disegni e sculture. Una sezione didattica presenta, inoltre, Hepérile éclaté, poema “illeggibile”, interpretato seconda una tecnica ultra-lettrista, realizzato nel 1953.
Jacques Mahé de la Villeglé, di origini bretone, è nato a Quimper (Finistère, Francia) nel 1926 e oggi vive e lavora a Parigi. Per tutti appartiene al movimento dei Nouveaux Réalistes ed è stato consacrato da una retrospettiva al Centre Pompidou nel 2008.
La lettera, ideogramma di base della scrittura, occupa un posto importante nell'opera di Jacques Villeglé. La preferenza dell'artista per i manifesti contenenti un grafismo attraversato da segni linguistici e accenti fonici che producono un gioco di sillabe e lettere, risale all'inizio della sua caccia ai manifesti insieme a Raymond Hains. Essi elaborarono una forma di linguaggio costruita su una teoria dell'urgenza e del ratto, che nel 1949 li condusse a una prima creazione comune dal titolo Ach Alma Manetro. La forza simbolica di questi lembi di fogli lacerati da mani anonime che formano, per l'assenza dei frammenti sottratti, un alfabeto ellittico dal significato sfumato dall'usura del tempo e dal vandalismo comune, è tale che l'evidenza dell'invenzione s'impone ai due artisti delle strade, orientando il loro lavoro e determinando per sempre l'origine dell'opera di Jacques Villeglé.
Villeglé, tenacemente dedito al rispetto «del collettivo, creatore e anonimo» che porta alla realizzazione progressiva di un’affiche lacerato, risultato dei gesti accumulati e del passaggio del tempo, ha sempre difeso e rivendicato l’anonimato, rifiutando, per la loro logica costitutiva, di firmare le opere. L’invenzione del Lacerato Anonimo, nel febbraio del 1959, risponde a questo concetto. Villeglé, da allora, realizza un lavoro di archeologia urbana che chiama narrazione: un modo di raccontare la sua epoca, che egli esplora a partire dal 1965. L’artista prosegue instancabile il prelevamento di manifesti con una volontà e un rigore mai smentiti nel corso degli anni, dalle prime opere del 1949 agli ultimi manifesti del 2003. L'insieme dei messaggi straniati e delle parole spesso troncate in modo bizzarro, costituisce l'inventario più eterogeneo ed efficace dal punto di vista visivo e sociologico che si possa immaginare. I messaggi soggiacenti sono deviati dal loro intento iniziale: far votare, consumare, aderire... e diventano brandelli e frammenti ai quali l'aleatorietà degli strappi e l'accostamento fortuito di colori e slogan smascherati conferiscono una poesia vivace, estetica, a volte irruente, a volte totalmente assurda. Egli opera da sociologo, le lettere sono per lui una chiave di accesso all'enigma del nostro mondo, e un modo di appropriazione poetica di una realtà spesso sconcertante.
Nel 1969, in occasione di una visita del presidente americano Richard Nixon in Francia, Villeglé scorge su una parete della metropolitana parigina un grafismo particolare che traccia il nome di Nixon.
Dai graffiti nasce un alfabeto: i segni socio-politici, fonte di declinazioni infinite in tele pittoriche nelle quali i segni compongono una variazione colorata di frasi lapidarie, di racconti criptati a volte difficili da decifrare, di slogan quasi anarchici. Villeglé lo utilizza in ogni formato, su ogni supporto, descrivendo così i costumi e gli umori di un tempo che egli attraversa, decriptandolo con il suo sguardo dissezionatore.
Per l'occasione l'Artista realizzerà in esclusiva un'opera grafica dedicata alla Città di Padova.