Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri

Informazioni Evento

Luogo
MUSEC - MUSEO DELLE CULTURE
Riva Antonio Caccia 5, 6900 , Lugano, Switzerland
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
05/04/2019

su invito

Editori
ELECTA
Artisti
Alberto Giacometti, Pablo Picasso
Generi
arte moderna

Con l’esposizione Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento, saranno infatti inaugurate al pubblico le sale totalmente rinnovate di Villa Malpensata, oggi sede del MUSEC – Museo delle Culture di Lugano.

Comunicato stampa

Il prossimo 7 aprile, con l’esposizione Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento, saranno infatti inaugurate al pubblico le sale totalmente rinnovate di Villa Malpensata, oggi sede del MUSEC - Museo delle Culture di Lugano.
Per molti anni Villa Malpensata è stata il punto d’incontro tra la grande arte e la Città di Lugano.
Oggi, lo storico complesso edilizio affacciato sul lungolago di Lugano è stato ristrutturato e ammodernato, diventando più grande e ancora più accogliente. Così si prepara a tornare al centro della scena culturale del Ticino e di tutta la Regione dell’Insubria.
Dopo alcune anteprime, Villa Malpensata inaugura le nuove sale espositive con una mostra promossa dal Museo delle Culture di Lugano e dal Museo Nazionale Romano con Electa.

Il progetto di Je suis l’autre. Giacometti, Picasso e gli altri. Il Primitivismo nella scultura del Novecento è curato da Francesco Paolo Campione con Maria Grazia Messina. Dopo una prima tappa alle Terme di Diocleziano a Roma, prosegue mettendo in dialogo settanta opere tra sculture di grandi maestri del Novecento e capolavori di arte etnica e popolare databili tra il XVIII e l’inizio del XX secolo, oltre a una selezione di opere precolombiane.
Je suis l’autre è un viaggio tematico attraverso l’atto creativo, l’inconscio e i miti ed è concepito come una mappa che guida il visitatore attraverso la rivoluzione formale della scultura del Novecento, nata dall’incontro tra gli artisti delle avanguardie e l’arte etnica e popolare. Dagli inizi del Novecento, infatti, comincia anche per la scultura quel processo di rinnovamento dei linguaggi che aveva già coinvolto la pittura: con il desiderio di affrancarsi dai canoni della verosimiglianza, gli scultori fecero propria l’idea di poter esprimere i loro mondi interiori. L’universo espressivo ingenuo, spontaneo e denotato da una forte carica vitale dell’arte cosiddetta «primitiva» ha, in tal senso, rappresentato una vera «rivelazione».
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa e curato da Francesco Paolo Campione e Maria Grazia Messina. Il volume comprende numerosi saggi e un vasto corredo fotografico.
In occasione della esposizione luganese sarà presentata anche una ricca antologia sulle «arti primitive» viste dagli artisti e dagli intellettuali del Novecento, un testo che offre un’ampia e documentata visione multifocale dei significati e dei valori delle opere presentate e, più in generale, del tema del Primitivismo nell’arte del Novecento.