Jean-Baptiste Maitre / Dina Danish – Victor Hugo Was Here

Informazioni Evento

Luogo
RITA URSO ARTOPIA GALLERY
Via Lazzaro Papi 2, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/10/2020

ore 12

Artisti
Dina Danish, Jean-Baptiste Maitre
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Il titolo richiama un graffito del 1800 trovato a Luxor, Egitto, in cui lo scrittore francese ha inciso il suo nome sulla parete di un antico tempio, probabilmente con lo scopo di rendere eterna la sua presenza in questo luogo.

Comunicato stampa

RITA URSO è lieta di inaugurare la nuova stagione espositiva 2020 - 2021 con la mostra Victor Hugo Was Here di Jean-Baptiste Maitre e Dina Danish. Il titolo richiama un graffito del 1800 trovato a Luxor, Egitto, in cui lo scrittore francese ha inciso il suo nome sulla parete di un antico tempio, probabilmente con lo scopo di rendere eterna la sua presenza in questo luogo.

Il nucleo principale del progetto espositivo è costituito dai lavori realizzati nel corso di due residenze per artisti in Italia a cui la coppia ha recentemente partecipato. In queste istituzioni Dina e Jean-Baptiste hanno avuto la possibilità di condividere le suggestioni legate al territorio, all’ambiente e alla peculiarità di questa esperienza.
La sinergia tra i due artisti ha sviluppato una modalità di lavoro che unisce la sistematicità e lo studio del rapporto spazio-tempo, che connota la ricerca di Maitre, con l’ironia, l’equivoco e i giochi di parole utilizzati spesso dalla Danish nella sua pratica artistica, dando luogo ad una serie di opere che si riappropriano e trasformano forme espressive acquisite da storia e tradizioni culturali differenti.

L’esposizione in galleria presenta al primo piano tre grandi ricami prodotti nel 2018 nella Residenza Sandra Natali a Bologna, importante spazio connesso al MAMbo, ed alcuni lavori più piccoli creati in studio nell’ultimo anno.
Nelle opere su velo compaiono, mescolate con fili colorati, immagini provenienti da antichi graffiti e da quegli scarabocchi tipici dei block-notes, utilizzati nei negozi per provare le penne nuove. Il ricamo decontestualizza la semplicità e la spontaneità dei messaggi originali collocandoli sulla superficie morbida del tulle. I segni a cui si ispirano, “incisi” su pietra o su carta, si trasformano in forme tridimensionali che fluttuano sulle pareti dello spazio espositivo. Si realizza visivamente un processo di “strappo” di uno strato di architettura e di tempo, i quali vengono introdotti nel nostro presente, in tempo reale, e consegnati a quell’eternità a cui fin dal principio sembrano tendere.

Le due grandi opere, situate al secondo piano della galleria, e realizzate durante il soggiorno della coppia all’American Academy di Roma nel 2019, raccontano il contesto della città e la sua stratificazione casuale: dagli antichi elementi architettonici visti durante le passeggiate, ai busti con la pettinatura “a coda di topo” degli anni Novanta, ispirata alla copia romana di Dioniso a Palazzo Massimo, agli occhi malvagi che si ritrovano su una tote bag della catena danese Flying Tiger. I due artisti creano una matrice di immagini in collisione, dove abbondano elementi formali e temporali, che vengono trasposti su due differenti superfici, il linoleum e il velluto, tramite l’incisione e la goffratura.

Le opere in mostra sono state realizzate con il supporto di

MAMbo (Bologna),

American Academy (Roma)

Mondriaan Fonds (Amsterdam)