Jean-Baptiste Maitre – Not on Sculpture
Jean-Baptiste Maitre, esponente delle nuovissime generazioni francesi, ha già riscosso un certo successo in Europa per il suo lavoro, che si può definire come un riesame delle estetiche moderniste, confrontate con le necessità culturali di oggi.
Comunicato stampa
Jean-Baptiste Maitre, esponente delle nuovissime generazioni francesi, ha già riscosso un certo successo in Europa per il suo lavoro, che si può definire come un riesame delle estetiche moderniste, confrontate con le necessità culturali di oggi.
L'arte degli anni Sessanta e Settanta, l'epoca che appunto possiamo definire come “modernista”, anni di continue sperimentazioni, ha visto l'opera d'arte da un lato perdere la specificità che la tradizione aveva fondato e dell'altro acquisire nuove statuti di identità, per opera degli artisti stessi e insieme dei teorici, storici dell'arte o estetologi che fossero.
L'opera ha così ricevuto diverse definizioni, tante quanti erano i punti di vista su di essa: altrettante mediazioni concettuali che si frapponevano alla diretta percezione da parte del fruitore.
Possiamo dire che Maitre interviene propriamente su queste mediazioni: sulle proposizioni teorico-programmatiche che costituiscono l'opera stessa e anche sul processo di mediatizzazione che l'opera necessariamente subisce per essere divulgata. Riproduzioni fotografiche pubblicate in cataloghi, libri e riviste sono state spesso, e sono tutt'ora, la principale modalità di percezione dell'opera, costituendo anche in questo caso una mediazione fra l'opera nella sua concretezza e l'esperienza dell'osservatore.
L'artista opera ogni volta con un gioco di rimandi che colpisce per sottigliezza e ironia.
In occasione della sua prima mostra personale in Italia presso la galleria Nicoletta Rusconi, Maitre ha ri-considerato e ri-contestualizzato opere (e processi creativi) di Robert Morris, Joseph Kosuth, della pittura aniconica, della fotografia di documentazione e inoltre ha fatto riferimento alla logica esplicativa dei dipartimenti didattici dei musei d'arte contemporanea.
Vedremo allora una scultura di Morris presentata sotto forma di film, una scritta al neon che è in realtà un bassorilievo in ceramica, alcune fotografie che documentano altrettante pitture e una scultura realizzata dall'artista seguendo alla lettera le indicazioni descrittive di una audioguida museale.
Più che l'aspetto formale e strutturale del “testo” modernista, ciò che interessa Maitre, e che rende interessante e originale il suo lavoro, è l'insieme dei meccanismi su cui si fondano i processi della sua legittimazione artistica, cioè i dispositivi di attribuzione del valore: quelli di allora e quelli di oggi, perché Maitre implicitamente li confronta per saggiarne, degli uni e degli altri, la validità storica, sociale e culturale.
Giorgio Verzotti